I consigli di Tuba per un natale da urla di piacere !

Ecco dieci suggerimenti del bazar dei desideri per un Natale da urlo.


Se vieni a trovarci in via del Pigneto 39a, avrai l’occasione di scoprire che da Tuba ti aspetta un inverno caldo e divertente.

Se ci sono brividi, che siano di piacere!

 

Scaldiamo l’atmosfera

Massage candle

Per un massaggio da urlo ci sono le candele profumate. Aspettate pazientemente che si sciolgano prima di spalmarle con lentezza per riscaldare le notti più fredde dell’inverno.

 

Collare

Un accessorio di cui non si può fare a meno. La sua linea semplice coniuga l’eleganza del nero alla bellezza dell’acciaio. Per essere irresistibile.

 

 

Manette

Le manette che hai sempre sognato, eleganti ma soprattutto resistenti! La loro catena in metallo dotata di moschettoni e fibbie regolabili le rende l’accessorio ideale per giocare sul serio.

 

Clitoridea!

Sona

Con Sona il piacere si declina in onde intense e goduriose. Non più semplici vibrazioni quindi ma onde soniche, concentrate sulla clitoride (ma anche sui capezzoli o altre parti del corpo). Detta così fa un po’ ridere, ma questo vibratore che si può interamente immergere nell’acqua, garantisce sensazioni stupende!

 

 

Mini vibe

Un mini vibratore in stile manga per stimolare la clitoride. Liscio, questo giocattolo colorato dotato di un motore a una velocità è leggero e maneggevole e starà sempre con voi e vi farà vedere l’arcobaleno.

 

 

Bay

Bay è un’onda di calore, il soffice silicone si adatta perfettamente alla clitoride e alle labbra che vengono stimolate da intense vibrazioni. 12 velocità indimenticabili!

 

 

Anello vibrante 

Per dare un tocco vibrante ai vostri amplessi, questo anello morbido ed elastico vi sorprenderà con la sua linguetta che stimola la clitoride con ben cinque vibrazioni diverse,e  vi regalerà orgasmi più intensi. Si può usare anche sotto la doccia o nella vasca.

 

Esplorazioni

Mr deep

Un regalo perfetto per amant* del piacere anale! Comodo, ergonomico e facile da usare. Ottimo rapporto qualità/prezzo/godimento. Perfetto per un natale vibrante, una primavera eccitante, un’estate avvolgente e un autunno da riscaldare…Da accompagnare con la Guida al piacere anale per lei (edizioni Odoya,18 euro). Il volume scritto da Tristan Taormino e tradotto da Valentine aka Fluida Wolf è un invito a giocare e a scoprire con esercizi pratici e suggerimenti come stimolare questa zona erogena troppo spesso trascurata.

 

Captain Peak

Un giocattolo versatile con il quale indugiare sulla clitoride prima di andare a stuzzicare la zona del punto G. Regalatevi una carica di piacere.

 

 

 

Strap-on

Uno strap-on comodo e semplice da usare nei momenti più intensi per sperimentare un piacere profondo.

 

 

 

B wild classic

Una linea di vibratori con doppia stimolazione vaginale e clitoridea, maneggevoli e facili da usare. Per riscaldare le fredde giornate invernale niente meglio che orgasmi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Strap-on

Uno strap-on comodo e semplice da usare nei momenti più intensi per sperimentare il piacere a due e un’intesa profonda.



Anello vibrante

Per dare un tocco vibrante ai vostri amplessi, questo anello morbido ed elastico vi sorprenderà con la sua linguetta che stimola la clitoride durante la penetrazione con ben cinque vibrazioni diverse,e  vi regalerà orgasmi più intensi. Si può usare anche sotto la doccia o nella vasca.

 

Feste a fumetti: i consigli di Tuba, libreria di donne

 

Liv Strömquist, Il frutto della conoscenza

Fandango edizioni – 18 €
Letto da Sarah
 

Il frutto della conoscenza è un fumetto godurioso, da leggere per tanti motivi. Innanzitutto perché si tratta di un’opera intelligente e divertente, dedicata a un argomento appassionante ma troppo spesso trascurato: la fica.
Strömquist, fumettista e femminista svedese, ci regala un volume atipico e necessario in cui racconta come secoli di patriarcato abbiano condizionato la sessualità delle donne e influito sulla costruzione di un sapere sul sesso e sul piacere, sempre in chiave eteronormativa.
Il libro è diviso in capitoli che approfondiscono, in una prospettiva storica, temi come l’orgasmo, le mestruazioni o la misconoscenza della clitoride. Un vero e proprio manuale adatto a tutte le età, dall’adolescenza in su. Il lavoro  di Strömquist, che cita accuratamente le sue fonti ed è corredato da una bibliografia, decostruisce pregiudizi e stereotipi.
Le tavole alternano il bianco e nero al colore, lasciando tanto spazio al testo, quasi a significare quanto la mente abbia invaso lo spazio del corpo. Il fumetto è pervaso dall’ironia dell’autrice che ci regala aneddoti tremendi in modo gustoso e ci ricorda che la vulva non sempre è stata oggetto di censura.

 

Rita Petruccioli -Giovanni Masi, Frantumi

Bao edizioni – 18 €
Letto da Viola

Ha senso rimettere pezzi di sé al loro posto nei buchi lasciati sul corpo? Ha senso fare domande sul passato? Cosa ci manda letteralmente in pezzi? Esiste un tempo e un luogo sospeso in cui darsi la possibilità di riacquistare una interezza tale da affrontare la vita, i suoi dolori, le sue passioni, i suoi colpi? Frantumi è tutto questo. Un’opera disegnata magistralmente da Rita Petruccioli, che esordisce così con la sua prima storia lunga, che tra colori e tratti netti riesce a esprimere esattamente il senso della sceneggiatura  di Giovanni Masi, che racconta i frantumi in dialoghi essenziali senza mai perdersi nella vacuità della non narrazione. I personaggi rimangono attaccati addosso, con una mia particolare predilezione verso Laila, eroina in occhiali da sole, ferita e coraggiosa.

 

Lou Lubie, La mia ciclotimia ha la coda rossa,

ComicOut – 17,90 
Letto da Sarah

“Le etichette sono un peso terribile perché ti feriscono, ti stigmatizzano. Ma al contempo ti definiscono, ti aprono delle possibilità”.

La fumettista francese Lou Lubie ci racconta con questo graphic novel dal tratto semplice e simbolico un percorso lungo sette anni per arrivare alla diagnosi della sua ciclotimia e imparare a conviverci. Con un espediente geniale Lou Lubie dà alla sua malattia i tratti di una volpe mutevole, e ci regala delle bellissime tavole in bicromia (nero e arancione), nonché un’introduzione alla ciclotimia, un disturbo bipolare ancora poco conosciuto. Un vero e proprio saggio di divulgazione scientifica, accessibile a tutti i lettori grazie ad aneddoti autobiografici ed umorismo. Il tono di questa avventura, a tratti drammatica, è infatti sempre ludico e auto-ironico permettendo così a tutti di poterlo apprezzare.

 

Julie Maroh, Corpi sonori,

Panini 9L, 24

Letto da Sarah

Non siamo una minoranza, siamo le alternative Perché tante sono i tipi di relazioni quanti se ne possono immaginare”.

Dopo City&Gender, la fumettista francese Julie Maroh torna con un bellissimo fumetto ambientato a Montréal. Ventuno racconti che compongono un ritratto dell’amore versione queer. Troppie, poliamorosi e non, anziani e giovani, persone di origini diverse e diverse abilità, trans, androgini si ritrovano alle prese con storie d’amore o di sesso. I bellissimi disegni sono in bianco e nero, lo sfondo seppia o blu cambia con le stagioni, a volte i tratti sono sfocati come i generi, a volte si fanno più precisi, ci traghettano in questo viaggio dove i corpi si desiderano ed esplorano possibili che raramente ritroviamo nelle pagine dei libri. Da leggere assolutamente.

 

Stupor Mundi, Neijib,

Coconino Press, 22

Letto da Sarah

Stupor Mundi è un fumetto ambientato nelle Puglie di Federico II all’inizio del tredicesimo secolo. In questa cornice storica in cui si mescolano fatti e finzione, Neijib ci racconta la storia di Annibale Qassim El Battuti, uno scienziato arabo in fuga dalla propria terra e pronto a tutto per portare a compimento le sue ricerche. Sotto la critica feroce dell’oscurantismo si cela anche una critica dell’egoismo di chi porta avanti la propria missione creatrice, a discapito di tutto il resto. Non è dato sapere dove finisce il vero e dove inizia il falso in questa narrazione per immagini ma forse è quello che rende questo racconto così affascinante. Il disegno abbozzato e i colori semplici, potenziano le emozioni e denunciano un potere arrogante e pervasivo. La vera protagonista di questo fumetto è Houdê, la figlia di Annibale, una bambina colta e intelligente che compie un viaggio a ritroso nella propria mente che si rivelerà essenziale.

I libri da regalare secondo Tuba, libreria di donne a Roma

Arundhati Roy, Il ministero della suprema felicità
Guanda – 19 €
Letto da Cristina

Finalmente Arundhati Roy torna in libreria dopo 20 anni dal Il Dio delle piccole cose con un romanzo complicato, intrigato e profondo. E lo fa prendendo parola su tutto quello che sta succedendo in questo momento in India, dal dibattito sulle caste, alla guerra d’indipendenza del Kashmir, al clima prima dell’elezione del primo ministro Narendra Modi, alle multinazionali che stanno mangiando l’India e distruggendo le sue bellezze, al sanguinoso rapporto induisti/musulmani, alle discriminazioni di genere. Ci mette tutto dentro, come se non ci fosse un domani. Protagonista è l’hijra musulmana Anjum, che nascendo ermafrodito decide di lasciare la famiglia che la voleva uomo per crescere donna in una comune. Ma a Anjum oltre al corpo le sta stretta anche la comune, decide così di uscire fuori e di vivere New Dehli con i reietti come lei, gli intoccabili. La scoperta di una bambina abbandonata la porterà a conoscere Tilottama e la sua storia d’amore per due uomini. Ma sopratttuto  la lotta, la resistenza ma anche le torture subite per la guerra in Kashmir, molto presente in questo romanzo di Arundhati Roy. Bisogna avere pazienza per leggere Il mistero della suprema felicità, immagino come per vivere in India. Lentezza e pazienza per arrivare fino in fondo e scoprire quanto la felicità sia delle piccole cose che difficilmente i regnanti possono capire ma che i reietti possono invece costruire. Così Anjum cercherà di realizzare in un cimitero una piccola convivenza tra i vivi e i morti, come se solo da questa unione si possa realizzare il Ministero della suprema felicità.

 

Francesca Melandri, Sangue Giusto
Rizzoli – 20 €
Letto da Barbara P.

“Sono le nostre frontiere. Quelle che abbiamo fatto finta di togliere….Ora sono i CIE la frontiera d’Europa. I bastioni della nostra identità. Di noi che godiamo dello Stato di diritto e mica siamo nazisti….Però, guarda un po’, nei CIE non ci finisci se commetti un reato, ci finisci per quello che sei. Perché sei un clandestino”

In questo nuovo bellissimo romanzo Francesca Melandri svela gli scheletri nell’armadio di una famiglia benestante romana e fa luce sul passato rimosso di un paese intero, il nostro: “Tutto è a disposizione, nulla è segreto… basta cercare”.
Una trama strutturata, avvincente e complessa, attraverso la quale l’autrice riassume quasi un secolo di storia italiana: la retorica fascista del “posto al sole” e l’occupazione in Etiopia, gli stupri di massa, i gas, la guerra, e poi la malacooperazione fatta di scandali e affarismo, Tangentopoli, i governi Berlusconi, per finire con le traversate del Mediterraneo, che separano i CIE nostrani dai lager libici.
Pagine coinvolgenti, cariche di umanità, in cui si alternano passato e presente, personale e politico.
Uno sguardo di genere attento, consapevole del fatto che, in ogni guerra, il primo trofeo è sempre rappresentato dai corpi delle donne.
La scrittura lucida, mai noiosa, che interroga chi legge e denuncia le complicità e i legami tra colonialismo storico e migrazioni attuali. Una storia che ci riguarda tutte e tutti, anche se godiamo dello stesso privilegio della voce narrante, bianca, benestante e nata con il sangue giusto.

 

 

Alessandra Sarchi, La notte ha la mia voce,
Einaudi -16,5 €
Letto da Barbara P.

Siamo corpi desideranti, siamo neuroni a specchio, siamo dolore, siamo Aria, Terra, Acqua mescolati dal Fuoco della poesia, delle relazioni, dell’arte.

La scrittura di Alessandra Sarchi riesce a danzare la vita.

 

 

 

 

Rebecca Solnit, Gli uomini mi spiegano le cose
Ponte alle Grazie –14,5 €
Letto da Barbara P.

La sopraffazione non passa solo per la violenza fisica, l’umiliazione, la dipendenza economica, ma anche da meccanismi più semplici, da comportamenti più sottili e socialmente accettati da tutti. La violenza sulle donne comincia anche da una conversazione dove le donne vengono messe a tacere.

Una raccolta di articoli – scritti tra il 2008 e il 2014- semplici, chiari, documentati, nei quali l’autrice tocca vari temi legati alla disparità tra i generi: il potere maschile, la violenza degli uomini contro le donne, il femminismo.
Illuminante e divertente l’articolo sul mansplaining ossia l’atteggiamento tracotante, paternalistico e saccente che gli uomini troppo spesso assumono nelle conversazioni con le donne, anche quando l’interlocutrice è palesemente più competente di loro.
Una scrittura elegante che denuncia tutte le forme di sopraffazione maschile, dal subdolo e imbarazzante mansplaining, appunto, ai femminicidi negli USA, di cui fornisce dati e statistiche.
Un libro che stimola le donne a non dubitare di se stesse, ad uscire dal silenzio e a sostenersi l’un l’altra.

 

Silvia Bencivelli, Le mie amiche streghe
Einaudi- 17 €
Letto da Brina

Alice è una fervente credente nelle ragioni della scienza che si scontra con le sue amiche di sempre e le loro manie da streghe: oroscopo, riti, strane credenze. In una lenta estate l’attesa di due eventi importanti la porteranno a smontare le false credenze una ad una con rigor di logica e ragione storica e al contempo a scoprire la parte di sé che ha bisogno di magia. Un libro colto e ironico per ragionare sul nostro rapporto con la scienza, la salute e la malattia. Silvia Bencivelli è una giornalista scientifica laureata in medicina.

 

 

Marta Zura Puntaroni, Grande Era Onirica
Minimum Fax – 16 €
Letto da Barbara P.

Un romanzo d’esordio senza filtri nel quale la protagonista trova le parole per mettersi a nudo e narrare la sofferenza di chi conosce il disagio, il malessere e la depressione.
Un’esistenza scandita dalle grandi ere oniriche, che proprio come le ere geologiche, hanno un nome: quello delle sostanze e delle dipendenze che le caratterizzano. Una narrazione lucida e onesta che rifugge il moralismo ma anche l’autocommiserazione. Insieme alla meravigliosa capacità di parlare di sessualità in maniera cruda e coraggiosa.

 

 

Rosa Mordenti, Al centro di una città antichissima,
Edizioni Alegre – 10 €
Letto da Barbara P.

Rosa Mordenti riesce a raccontare l’indicibile con la tenerezza di una bambina ormai adulta che, nonostante tutto, mai ha smesso di cercare i propri nonni. La Resistenza romana da un punto di vista inedito e tutto umano. La storia di una famiglia paranormale, come molte altre. Bellissimo.

 

 

Antonella Lattanzi, Una storia nera
Mondadori  – 18 €
Letto da Barbara P.

“Una storia nera” ti si appiccica addosso, come l’afa agostana di Roma, opprimente e soffocante, come l’aria che si respira in ogni pagina. Un romanzo sulla famiglia che invischia chi legge perché riesce a mettere al centro proprio le relazioni danneggiate e morbose che intossicano l’ esistenza e che si trasmettono, come un’eredità scomoda e non reclamata, di generazione in generazione.
Dopo Devozione, un nuovo bellissimo libro di Antonella Lattanzi sulla dipendenza e sulla violenza che da essa può scaturire.

 

 

Donatella Di Pietrantonio, L’Arminuta,
Einaudi – 17,5 €
Letto da Barbara P.

L’Arminuta (la ritornata, in dialetto abruzzese) viene restituita – all’età di 13 anni – alla sua famiglia di sangue dalla famiglia che, fino ad allora, l’aveva allevata. E si ritrova così, nel pieno dell’adolescenza, a vivere un trauma doloroso di cui non conosce le cause scatenanti.
La lingua è segno e metafora dello straniamento: educata in una famiglia di città che parla un italiano corretto, tra lezioni di danza e piano, l’Arminuta viene scaraventata nel mondo ignoto della campagna, della povertà e del dialetto.
Un romanzo meraviglia, una prosa lucida e tagliente; se è necessario capire da dove si viene per costruire la propria identità è altrettanto importante imparare a riconoscere la cura e le relazioni umane salvifiche.

 

Kate Tempest, Le buone intenzioni
Frassinelli – 18.50 €
Letto da Viola

La giovane autrice, poeta, drammaturga e rapper, esordisce con questo potentissimo romanzo – le buone intenzioni. Due ragazze ed un ragazzo scappano da Londra. Scappano dalle loro vite e da una metropoli che “ti arriva nelle ossa” e che puoi solo lasciarti alle spalle. Scappano verso il futuro ma, come spesso accade, solo con lo sguardo avanti si può iniziare a ricostruire pezzo per pezzo la trama della vita e delle relazioni che la intercorrono. Sono giovani, anche se già “consumati”, possono ancora fare in tempo a cambiare, possono ancora reindirizzare le loro esistenze. Queste sono le buone intenzioni che possono avverarsi o no. Tempest raccontando le emozioni, i disastri e le colpe di tre personaggi giovani, ci dice, anzi ci urla, qualcosa di drammatico del nostro tempo e della nostra società ridotta ad un cumulo di mattoni che neanche le buone intenzioni a volte possono rimettere in sesto. Una scrittura che non cede mai alla tentazione di essere troppo frammentata, che non si autocompiace in fronzoli inutili, che va al cuore. Diritta.

 

 

Kate Tempest, Let them eat chaos
E/O –  14 €
Letto da Barbara P.

Sette persone insonni in una Londra Fortezza che, metafora dell’Europa tutta, fagocita desideri, speranze e vite all’insegna del profitto neoliberista.
C’è qualcuno sveglio? C’è ancora speranza?
Questo poema è stato scritto per essere letto ad alta voce, è il sottotitolo.

Poor kids shot dead
Poor Kids locked up,
poor kids saying
this is the future you left us?

…….
Thinking we’re engaged
when we’re pacified
Staring at the screen
We don’t have to see the planet die

 

 

 

Dacia Maraini, Tre donne 
Rizzoli – 18 €
Letto da Cristina

Il tema potrebbe risultare quasi banale. Tre generazioni di donne che vivono insieme ma in modo completamente diverso. Si studiano, si osservano, si criticano, si amano. E lo fanno nel più classico dei modi. Maria scrivendo delle lettere al suo fidanzato in Francia, la figlia Lori annotando tutto nel suo diario segreto e la nonna Gesuina registrando la voce su un vecchio apparecchio. Tuttavia la banalità del plot viene superata dalla maestria della scrittura di Dacia Maraini che anche in questo romanzo si conferma una grande conoscitrice del profondo essere delle donne, delle loro dinamiche, dei loro amori e fragilità. Tanto Gesuina, più di sessant’anni e un’instancabile curiosità per il gioco dell’amore, è aperta e in ascolto del mondo, quanto Maria, sua figlia, vorrebbe fuggire la realtà, gli occhi persi tra le carte di traduttrice e i sentimenti rarefatti rivolti a un altrove lontano. Il ponte tra questi due universi paralleli è Lori, sedici anni fatti di confusione e rivolta. Sarà l’arrivo di un uomo a rompere l’equilibrio di queste tre vite, unite ma parallele e che dovranno per forza parlarsi, incontrarsi, confrontarsi.

 

 

Laja Jufresa, Umami
Sur Edizioni – € 16,5
Letto da Barbara P.

Ho scoperto l’esistenza di un quinto sapore, umami, grazie alle parole della scrittrice messicana Laia Jufresa, pubblicata in Italia da edizioni sur.
Un romanzo che, raccogliendo l’eredità e la visione del mondo precolombiana, tiene insieme le contraddizioni della vita e del Messico: i lutti e la voglia di vivere, la curiosità bambina e la violenza. Originale, intimo e poetico: da leggere.

 

 

Cecilia D’Elia e Giorgia Serughetti, Libere tutte. Dall’aborto al velo, donne nel nuovo millennio
Minimum Fax – 15 €
Letto da Brina

Libere tutte affronta il tema della libertà delle donne e in particolare dell’uso del corpo “nella sua espressività sessuale o nella capacità riproduttiva”: maternità, riproduzione, famiglia, lavoro sessuale, velo. Riportando il dibattito intorno alle questioni in cui si ripropone la relazione tra scelta individuale, contesto sociale e senso condiviso. Il libro si muove a partire da un presente in cui le conquiste femministe, la minaccia a queste conquiste incombenti (pensiamo alle dichiarazioni di Trump appena eletto) e i modi di vita, mai così liberi come oggi, configurano un tempo in cui le spinte, gli arresti e le contraddizioni delineano un panorama nuovo in cui è difficile collocarsi. Questo libro funziona da bussola, ricostruisce, smitizza, relativizza e traccia la strada attraverso la quale stabilire le coordinate di questo presente, un tempo che le autrici chiamano “non lineare”.

 

 

La violenza contro le donne nella storia a cura di Simona Feci e Laura Schettini
Viella Edizioni – 27 €
Letto da Cristina

La violenza contro le donne nella storia è un libro che ci voleva. Troppo spesso sui media leggiamo o sentiamo che i maltrattamenti, la violenza contro le donne, i femminicidi sono casi isolati, gesto di un marito geloso o di un amante ubriaco. Questo libro ci riporta alle origini della violenza: essa è strutturale ed ha radici storiche ben precise. Le curatrici Simona Feci e Laura Schettini hanno intelligentemente messo in fila testi che ricostruiscono almeno sei secoli di violenza contro le donne, dal XV al XXI, attraverso le sentenze dei Tribunale. Dalla violenza di genere a Bologna in età moderna, alle bambine in tribunale a Firenze nell’800, ai conflitti familiari nelle Sicilia postunitaria, capitoli che ripercorrono l’origine dello ius corrigendi in ambito familiare, della parola stupro e del poliziotto paciere. Capitoli che scorrono bene in aule di tribunali che attraverso i secoli mantenendo lo stesso atteggiamento: andare ad indagare l’attendibilità delle donne. Tema portante anche della seconda parte del libro, la storia del movimento di liberazione della donna e la lotta per la legge contro la violenza sessuale, le leggi europee e la risoluzione dell’ONU contro gli stupri di guerra. E poi la rappresentazione che i media fanno della violenza, sbattendo anche qui sempre in prima pagina le donne, malmenate, accovacciate, devastate, fragili e indifese. Un saggio questo che rimette i puntini sulle storia, analizzando benissimo i passaggi di costume, della mascolinità e delle conquiste delle donne. Anche se vedendo quello che accade oggi nelle aule dei Tribunali, c’è ancora molta storia da scrivere.

 

 

Helena Janeczeck – La ragazza con la Leica
Guanda – 18 €
Letto da Viola

Confesso che non amo le biografie, meno che mai le biografie romanzate. È una questione di gusti, e raramente sono stata sorpresa. “La ragazza con la Leika ” è riuscito in questa personalissima impresa epica. Gerda Taro viene raccontata attraverso tre sguardi diversi. Si parte dall’analisi di una foto, e si chiude circolarmente con l’analisi di un’altra foto. Il personaggio di Taro viene così incorniciato, come una foto appunto, ma mai bloccato nel tempo: sono i vivi nelle foto, i vivi con lei e i vivi dopo di lei che continuano a darle spessore, complessità, interiorità e vita. Gerda Taro da icona di un immaginario in verità più legato al suo compagno Robert Capa, nel romanzo di Janeczek diventa invece persona, donna e artista di carne e sangue, desideri e passioni. Una donna avventurosa, libera, la prima reporter di guerra. La narrazione scorre fluida, lo stile pulito rende a tratti invisibile il lavorio di archivio che l’autrice ha compiuto a fondo nella ricerca delle fonti. Bellissimo.

 

 

Leila Slimani, Ninna Nanna
Rizzoli – 18 €
Letto da Cristina

Una scrittura avvolgente per dei temi non scontati che indagano gli esseri umani, principalmente le donne. Donne sole, donne che entrano nella vita delle altre come quella di Louise la tata di Mila ed Adam figli di Myriam che sente la necessità di riprendersi la vita lavorativa ed uscire dalla casa e la maternità. Un giallo filosofico per Ninna nanna che ha venduto 60mila copie ed ha vinto il Premio Goncourt 2016, da leggere tutto d’un fiato. Una riflessione sulla relazione tra donne, sulla maternità, sulla famiglia. Un intreccio che non ti lascia mai e che rimette in discussione l’educazione, il rapporto monetario anche tra donne, per affrontare una delle paure che ogni genitore uomo o donna scaccia dal proprio inconscio.

 

 

Loredana Lipperini, L’arrivo di Saturno
Bompiani – 19 €
Letto da Barbara P.

Un articolato romanzo matrioska in cui tante storie si rincorrono e talvolta si intersecano all’interno della narrazione principale.
Dalla vicenda di Graziella De Palo, una giovane giornalista scomparsa a Beirut insieme al collega Italo Toni mentre indagava sul traffico d’armi e il terrorismo internazionale, a quella di Han van Meegeren, un pittore olandese considerato uno dei falsario più noti del XX secolo.
I fatti reali si mescolano all’invenzione per rispondere ad una sola domanda: perché se un romanzo è assurdo tutti ci credono mentre la realtà invece non interessa a nessuno? La letteratura  ha la capacità di riportare in vita le storie dimenticate?
Scrive Lipperini “Non è autofiction e lo è, non è non fiction novel e lo è, non è romanzo di formazione e lo è. Non è realistico. E lo è. Perché nulla in letteratura è reale”
Complesso, colto, originale, leggetelo.

 

 

Simona Vinci, Parla, mia paura
Einaudi – 13 €
Letto da Barbara P.

Poche e straordinarie pagine attraverso le quali l’autrice si immerge nella propria paura e nei propri attacchi di panico, cercando di condividere con chi legge le emozioni vissute e descrivendo la spaventosa paura della paura.
Pagine consapevoli, scritte, come sempre, in maniera magistrale.
“Ecco il trucco, la magia: non chiudere, apri. Non nasconderti, mostrati. Non tacere, esprimiti. Se hai paura, chiedi aiuto.”
La potenza della fragilità, il coraggio di scriverne.

 

 

Teresa Ciabatti, La più amata
Mondadori – 18 €
Letto da Barbara P.

“Mi chiamo Teresa Ciabatti, ho quarantaquattro anni e non trovo pace. Voglio scoprire perché sono questo tipo di adulto, deve esserci un’origine, ricordo, collego. Deve essere successo qualcosa. Qualcuno mi ha fatto del male. Ricordo, collego, invento.” Un romanzo abilissimo che confonde continuamente chi legge mescolando autobiografia e invenzione letteraria. 50 anni di storia italiana descritti dal punto di vista della narratrice: prima una ragazzina  privilegiata economicamente ma molto (male) amata, poi una adulta anaffettiva che cerca di ricostruire le verità del passato. Pagine spiazzanti e liberatorie, piene di dolore e di vita.

 

 

Naomi Alderman, Ragazze elettriche
Nottetempo – 20 €
Letto da Barbara P.

La forma del potere è sempre la stessa; è la forma di un albero. Dalle radici fino alla cima, un tronco centrale che si ramifica e ramifica all’infinito, aprendosi in dita sempre piú sottili, protese in avanti. La forma del potere è il disegno di una cosa viva che tende verso l’esterno, e manda i suoi sottili filamenti un po’ oltre, e ancora un po’ piú oltre.
Nel futuro le donne hanno riconosciuto la propria energia e stanno imparando a gestirla per tutelarsi e vendicarsi contro chi ha usato loro violenza, le ha denigrate, le ha offese.
Divenute consapevoli del proprio privilegio cominciano però ad abusare della propria forza attraverso scariche elettriche che lasciano fluire dalle mani, attivando la “matassa”, organo pulsante localizzato sotto la clavicola e perfetta metafora dell’inestricabilità e della complessità del potere.
Quattro voci diverse raccontano la nuova realtà:

  • Margareth, donna delle istituzioni, madre problematica e politica senza scrupoli,
  • Roxy, cresciuta in seno alla criminalità londinese e coinvolta in una faida tra boss imbevuta di logiche di possesso,
  • Allie, vittima di abusi che riscatta la propria sofferenza trasformandosi nella carismatica Madre Eve,
  • Tunde, unico uomo, giornalista deciso a documentare anche i risvolti più cupi del cambiamento culturale di cui è testimone.

Naomi Aldermann costruisce una società distopica e angosciante, un racconto violento e brutale, un ragionamento impietoso sul potere e su chi lo detiene (The power è infatti il titolo in lingua originale). Un romanzo sul quale vale la pena riflettere, poiché evidenzia chiaramente quanto il rovesciamento dei ruoli non sia garanzia di cambiamenti reali: violenza, arroganza e potere sono parte della stessa “matassa”, finché potere e predominio rimarrano sinonimi non ci sarà scampo alla sopraffazione. E se, si chiede l’Autrice attraverso un gioco letterario che fa da cornice al romanzo, un romanzo simile fosse stato scritto da un uomo,? Se la fantascienza fosse un espediente per parlare del presente? Con queste pagine Naomi Aldermann apre una riflessione importante sui ruoli letterari, sociali e politici che oggi viviamo.

 

Patrizia Rinaldi, La figlia maschio
E/O Edizioni – 16 €
Letto da Viola

Una delle presentazioni più intense di quest’anno, un libro potente che riesce nell’impresa di narrare il punto di vista di quattro personaggi diversi che si intrecciano a partire da un viaggio in Cina. I temi sono molti: la violenza, l’ipocrisia, le relazioni di amicizia e di amore come teatri di silenzi e di perdita progressiva di umanità. Nel quadro di una narrazione impietosa però esistono dei semi di forza, di voglia di riscatto e autenticità, di cui le due donne nelle voci narranti – in modi sorprendentemente diversi – si fanno portatrici: una moglie insoddisfatta che analizza cinicamente e autenticamente la sua vita, e una giovane donna cinese, stuprata, rapita per essere portata in Italia, che da vittima muta diventa parola di autodeterminazione e coraggio. Un libro bellissimo, crudele e coraggioso.

 

Chimamanda Ngozi Adichie – Cara Ijeawele Quindici consigli per crescere una bambina femminista
Einaudi – 15 €
Letto e consigliato da tutte le Tube

 

 

Le nostre recensioni

Bianca Pitzorno, Diana, Cupìdo e il Commendatore – Mondadori – €9.5
recensione di Alice R.A.T. – 9 anni.

Ho letto il libro di Bianca Pitzorno, Diana, Cupìdo e il Commendatore.
E’ la storia di Diana, una bambina di 11 anni che vive a Lossai con la sua migliore amica, Teresa. Per colpa del patrigno, che giocando a carte ha perso la casa al mare, la casa a Ventotene, i magazzini in affitto, la casa a Lossai, l’ oro e perfino la catenella spezzata di Zelia, la sorella di Diana, è costretta a trasferirsi a Serrata dal nonno, il commendator Giuliano Serra.
Consiglio il libro alle bambine e ai bambini dai 7 anni e mezzo in poi perché è bello ed ha una bel racconto del rapporto tra Diana e il nonno che prima si stavano alla larga e poi Diana lo porta via dal manicomio, dove l’ avevano messo i parenti.

Rania Ibrahim, Islam in love – Jouvence – € 19.90
recendione di Claudia (maestra). Libro consigliato dai 16 anni

Nella Londra dei nostri giorni, due adolescenti vengono travolti dall’amore, senza capire bene cosa li spinge in modo così irrazionale l’uno verso l’altra.
Non hanno punti in comune, Mark e Laila, non dovrebbero amarsi, non dovrebbero nemmeno guardarsi negli occhi, a scuola. A dirla tutta è previsto che due ragazzi così debbano solo odiarsi ferocemente: Mark è figlio di un politico di estrema destra xenofobo. I suoi amici hanno appartamenti in cui troneggiano mezzibusti del Fuhrer, organizzano assalti in quartieri di immigrati e picchiano duro. Leila è nata a Londra ma in quei quartieri ci abita, con la sua famiglia, proprietaria di un piccolo minimarket, porta il velo e crede in Allah.
Questi due ragazzi, figli del loro tempo, si innamorano e si mettono assieme nascondendosi da tutti. Si incontrano nell’appartamento di un amico e scoprono il sesso e l’amore.
Gran parte del romanzo racconta i loro incontri, in cui fanno l’amore, imparano a conoscersi e poi rifanno l’amore, così all’infinito. Se può sembrare a tratti anche noioso questo continuo susseguirsi di sequenze descrittive e riflessive, si capisce anche come sotto i dettagli del sesso si muove un mondo fatto di sensi di colpa atroci, che vogliono una donna, fin da ragazzina, sessualmente compiacente, tutta spostata sul piacere del maschio e con spazi di riflessione su di sé, sul proprio piacere, molto ristretti e angusti. Mark invece deve fare i conti con una violenza xenofoba distruttiva innanzitutto per sé cercando un altro modo di esser maschio, anche se ahinoi, spesso la Ibrahim lo sposta dal naziskin al principe protettivo ma tanto dominatore, figure dietro le quali Leila comunque non trova centro, ma sempre dipendenza. 
Un romanzo per ragazzi e ragazze ma anche per adulti, perché è agghiacciante il senso di impotenza che scopri quando capisci che non c’è nulla attorno, che aiuti questi ragazzi a costruire una prospettiva libera e liberata.

Lucia Troisi, L’eredità di Thuban – Mondadori – € 17 – recensione Cristina

Lucia ha sempre guardato Roma da un cancello. Il cancello di un orfanotrofio, da dove pensa, ormai grande, di non poter uscire mai più. Ma non sarà così, perché Lucia è una draconiana e, seppur inconsapevole, dovrà salvare il mondo intero dall’oscurità di Nidhoggr che, imprigionato nelle viscere della Terra, vuole distruggere L’Albero del Mondo e la bellezza della Natura. Una storia che ha per protagoniste due ragazzine di 13 anni Lucia e Lidia, una storia di amicizia e di forza. Lucia potrà sconfiggere il male solo se finalmente riuscirà a credere in sé stessa, se riuscirà ad amarsi e a fidarsi della sua amica. Ambientato sul lago di Albano, ai castelli romani L’eredità di Thuban è il primo della sagra di Lucia Troisi de La ragazza del Lago. Un bellissimo racconto che vede finalmente protagoniste due ragazzine e la forza della loro amicizia.

Arundhati Roy, Il ministero della suprema felicità – Guanda – €19 – recensione di Cristina

Finalmente Arundhati Roy torna in libreria dopo 20 anni dal Il Dio delle piccole cose con un romanzo complicato, intrigato ma profondo. Protagonista è sempre la sua India, della quale la scrittrice ci dà uno spaccato totale e spietato. Arundhati Roy in questo romanzo prende parola su tutto quello che sta succedendo in questo momento in India, dal dibattito sulle caste, alla guerra d’indipendenza del Kashmir, al clima prima dell’elezione del primo ministro Narendra Modi, alle multinazionali che stanno mangiando l’India e distruggendo le sue bellezze, al sanguinoso rapporto induisti/musulmani, alle discriminazioni di genere. Ci mette tutto dentro, come se non ci fosse un domani. Protagonista è l’hijra musulmana Anjum, che nascendo ermafrodito decide di lasciare la famiglia che la voleva uomo per crescere donna in una comune. Ma a Anjum oltre al corpo le sta stretta anche la comune, decide così di uscire fuori e di vivere New Dehli con i reietti come lei, gli intoccabili. La scoperta di una bambina abbandonata la porterà a conoscere Tilottama di cui la scrittrice ci narra la sua storia d’amore per due uomini e la loro lotta, la resistenza ma anche le torture subite per la guerra in Kashmir, molto presente in questo romanzo di Arundhati Roy. Bisogna avere pazienza per leggere Il mistero della suprema felicità, immagino come per vivere in India. Lentezza e pazienza per arrivare fino in fondo e scoprire quanto la felicità sia delle piccole cose che difficilmente i regnanti possono capire ma che i reietti possono invece costruire. Così Anjum cercherà di realizzare in un cimitero una piccola convivenza tra i vivi e i morti, come se solo da questa unione si possa realizzare il Ministero della suprema felicità.

Elsa Morante, La Storia – Einaudi – €14,5recensione di Cristina

A casa mia questo libro è sempre stato un testo sacro. Per mia nonna, per mia madre, per me. Una Elsa Morante trasmessa da generazione in generazione come appunto è La Storia. Un testo che dovrebbe essere messo come obbligatorio nei licei italiani, altro che ancora I Promessi Sposi. Sicuramente in questo paese si potrebbe tramandare un antifascismo sano e ideale e non quella ambiguità post seconda guerra mondiale di cui è intrisa la nostra politica. Al centro de La Storia c’è Roma, come nessuna scrittrice o scrittore ha saputo mai più raccontare. Una Roma difficile quanto quella di Rossellini, ma anche una Roma resistente, anche nella sua profonda povertà. Una Roma solidale anche quando sembra che ormai sia abbandonata a sé stessa. Una Roma che ti fa piangere per la sua bellezza ma anche per la sua cattiveria. Ida vive a San Lorenzo, proprio in quella via dei Volsci protagonista degli anni 70, è qui che il militare del terzo Reich Gunther la violenterà. Dalla gravidanza nasce Useppe, un bimbetto malaticcio ma dai grandi occhi turchini. E’ attraverso questi occhi che Elsa Morante ci fa vedere il bombardamento di San Lorenzo, i rastrellamenti al ghetto, la ricerca di un riparo in una Roma devastata, la paura, la fame, la resistenza, i partigiani. Ma sarà proprio la fine della guerra il periodo più duro per Ida, Useppe e il cane Bella. Una Roma sola e difficile, abbandonata a sé, dove non c’è stata resa dei conti con i fascisti ma un patteggiamento che per Elsa Morante sembra abbia ucciso qualsiasi possibilità di salvezza anche per i protagonisti. Un libro molto criticato, ma un capolavoro assoluto di storia, politica e umanità. Grazie ancora ad Elsa Morante.

I romanzi dell’Estate secondo Tuba, libreria di donne a Roma

Mentre aspettiamo #inQuiete Settembre, per realizzare il primo festival di scrittrici a Roma, (22 al 24 Settembre), vi suggeriamo alcuni romanzi da leggere in vacanza. Se vi sentite #inQuiete anche voi, Qui potete contribuire al crowdfunding.

Buone letture!

 

 

Laja Jufresa, Umami, Sur 2017 (recensione di Barbara P.)
Ho scoperto l’esistenza di un quinto sapore, umami, grazie alle parole della scrittrice messicana Laia Jufresa, pubblicata in Italia da edizioni sur.
Un romanzo che, raccogliendo l’eredità e la visione del mondo precolombiana, tiene insieme le contraddizioni della vita e del Messico: i lutti e la voglia di vivere, la curiosità bambina e la violenza.
Originale, intimo e poetico: da leggere.

 

 

Leila Slimani, Ninna Nanna, Rizzoli 2017 (recensione di Cristina)
Una scrittura avvolgente per dei temi non scontati che indagano gli esseri umani, principalmente le donne. Donne sole, donne che entrano nella vita delle altre come quella di Louise la tata di Mila ed Adam figli di Myriam che sente la necessità di riprendersi la vita lavorativa ed uscire dalla casa e la maternità. Un giallo filosofico per Ninna nanna che ha venduto 60mila copie ed ha vinto il Premio Goncourt 2016, da leggere tutto d’un fiato. Una riflessione sulla relazione tra donne, sulla maternità, sulla famiglia. Un intreccio che non ti lascia mai e che rimette in discussione l’educazione, il rapporto monetario anche tra donne, per affrontare una delle paure che ogni genitore uomo o donna scaccia dal proprio inconscio.

 

 

Cristina De Stefano, Scandalose, vite di donne libere, Rizzoli 2017 (recensione di Cristina)
Cristina De Stefano è riuscita a scovare donne importanti ma troppo spesso dimenticate. Spesso donne appartenenti alla borghesia di fine 800 inizio 900 che si sottraggono al loro destino familiare per vivere da artiste, libere, dirompenti. Spesso lesbiche, mai eteronormate, le donne raccontate in questo libro ci insegnano molto di un periodo in cui si osava deragliare, soprattutto le donne, scardinando stereotipi e la possibilità di accesso all’arte nelle sue diverse forme. Dalla pericolosa cantante Nina Simone, alla resistente Toto Koopman, al “Il mio cuore – a nessuno” di Else Laker-Schuler, alle più famose Marguerite Duras e Annemarie Schwarzenbach. Molti le volevano chiuse in manicomio, invece ci hanno lasciato delle opere che raccontano giorno dopo giorno la lotta delle donne e di cui ringraziamo la De Stefano di averle raccolte e trasmesse.

 

Rosa Mordenti, Al centro di una città antichissima, Edizioni Alegre 2017 (recensione di Barbara P.)

Rosa Mordenti riesce a raccontare l’indicibile con la tenerezza di una bambina ormai adulta che, nonostante tutto, mai ha smesso di cercare i propri nonni.
La Resistenza romana da un punto di vista inedito e tutto umano.
La storia di una famiglia paranormale, come molte altre.
Bellissimo.

 

 

Virginie Despentes, Vernon Subutex 1, Giunti 2017 (recensione di Sarah)
Con Vernon Subutex,Virginie Despentes fa una proposta indecente: tuffarsi nella società francese odierna. Quella che elegge Macron dopo aver votato Mélenchon, quella che vota per Marine Le Pen al 35 percento. Il protagonista della trilogia, Vernon Subtex per l’appunto, ha avuto per anni un negozio di dischi, poi il mercato della musica è cambiato, così un po’ alla volta e ormai cinquantenne, si è ritrovato per strada. Dopo aver esaurito gli amici a cui chiedere un appoggio senza essere in grado di chiedere aiuto, è diventato uno dei tanti abitanti delle panchine anti-umani di Parigi. E mentre si allontana con meno resistenza del previsto dalla sua vita precedente – quella in cui non era invisibile – diventa l’oggetto di una strana caccia virtuale. Su internet tutti lo cercano, perché è in possesso del videotestamento di un vecchio amico, assiduo frequentatore del suo negozio, diventato una star della musica e poi ritrovato morto in una vasca da bagno. La scrittura è acuta, come sempre con Despentes, e fa l’effetto di un pugno. Seguendo Subutex ci inoltriamo in una galleria di ritratti fulminei, a volte riluttanti, a volte affascinanti, sempre empatici e non privi di ironia. Despentes non ci risparmia nulla e dipinge attraverso strati sociali, orientamenti politici e sessuali diversi, un paese alle prese con i propri ideali perduti. E ci lascia, con ansia, in attesa del secondo volume.

 

Antonella Lattanzi, Una storia nera, Mondadori 2017 (recensione di Barbara P.)

“Una storia nera” ti si appiccica addosso, come l’afa agostana di Roma, opprimente e soffocante, come l’aria che si respira in ogni pagina. Un romanzo sulla famiglia che invischia chi legge perché riesce a mettere al centro proprio le relazioni danneggiate e morbose che intossicano l’esistenza e che si trasmettono, come un’eredità scomoda e non reclamata, di generazione in generazione.
Dopo Devozione, un nuovo bellissimo libro di Antonella Lattanzi sulla dipendenza e sulla violenza che da essa può scaturire.

 

Alessandra Sarchi, La notte ha la mia voce, Einaudi 2017 (recensione di Barbara P.)


Siamo corpi desideranti, siamo neuroni a specchio, siamo dolore, siamo Aria, Terra, Acqua mescolati dal Fuoco della poesia, delle relazioni, dell’arte.
La scrittura di Alessandra Sarchi riesce a danzare la vita.

 

 

Donatella Di Pietrantonio, L’Arminuta, Einaudi 2017 (recensione di Barbara P.)

L’Arminuta (la ritornata, in dialetto abruzzese) viene restituita -all’età di 13 anni- alla sua famiglia di sangue da quelle che, fino ad allora, l’aveva allevata. E si ritrova così, nel pieno dell’adolescenza, a vivere un trauma doloroso di cui non conosce le cause scatenanti.
La lingua è segno e metafora dello straniamento: educata in una famiglia di città che parla un italiano corretto, tra lezioni di danza e piano, l’Arminuta viene scaraventata nel mondo ignoto della campagna, della povertà e del dialetto.
Un romanzo meraviglia, una prosa lucida e tagliente; se è necessario capire da dove si viene per costruire la propria identità è altrettanto importante imparare a riconoscere la cura e le relazioni umane salvifiche.

 

Una vita come tante di Hanya Yanagihara – Sellerio 22 euro (recensione di Cristina)
Un libro di dolore, tanto dolore. Un dolore profondo che entra nelle viscere e ti accompagna per 1094 pagine. Ma anche di amore profondo, di amicizia, di sopravvivenza, di superamento dei propri limiti. In una New York di talenti e successo vivono quattro amici, ex compagni di college, arrivati nella grande mela dal New England. E’ intorno a Jude che ruota la loro amicizia, al suo passato misterioso, torbido mai risolto che lo porta ad una costante malattia e un sessuale autolesionismo. Si sostengono, si amano, si stanno vicini in maniera quasi maniacale, si affiancano per anni. Ma la crudeltà umana non li abbandona mai. Una feroce critica alla chiesa e agli orfanotrofi, istituzioni totali che devastano bambini, i quali riescono a sopravvivere solo grazie all’amicizia e alla coinvolgente umanità. Un libro duro, per una lettura appannata dalle lacrime da una scrittrice statunitense di origini hawaiane che tocca il cuore e lascia molto, anche come scrittura. Sperando che quella raccontata non sia Una vita come tante ma un’eccezione di fantasia.

Le recensioni di marzo

Lorenza Gentile, “La felicità è una storia semplice”, Einaudi 2017 – recensito da Barbara 

Un quarantenne depresso, prossimo al suicidio, e una nonna vitale ed autoritaria sono protagonisti di uno strampalato viaggio per l’Italia. Una storia spassosa, piena di umanità e poesia, che racconta la difficoltà di crescere; a volte basta esercitare scelte coraggiose e prendere in mano la propria vita per concedersi una seconda opportunità.

Donatella Di Pierantonio, L’Arminuta, Einaudi, 2017 – recensito da Barbara

L’Arminuta (la ritornata, in dialetto abruzzese) viene restituita -all’età di 13 anni- alla sua famiglia di sangue dalla famiglia che, fino ad allora, l’aveva allevata. E si ritrova così, nel pieno dell’adolescenza, a vivere il trauma doloroso di cui non conosce le cause scatenanti. La lingua è segno e metafora dello straniamento: educata in una famiglia di città che parla un italiano corretto, tra lezioni di danza e piano, l’Arminuta viene scaraventata nel mondo ignoto della campagna, della povertà e del dialetto.
Un romanzo meraviglia, una prosa lucida e tagliente; se è necessario capire da dove si viene per costruire la propria identità è altrettanto importante imparare a riconoscere la cura e le relazioni umane salvifiche.

Borderlife di Rabinyan Dorit – Longanesi €16.90 – recensito da Cristina

Con molto difficoltà si riescono a trovare romanzi scritti da israeliani che affrontino così lucidamente il rapporto con i palestinesi e l’occupazione. Bisogna dare atto alla scrittrice di aver avuto molto coraggio a scrivere questo libro che infatti è stato censurato in Israele. Liat e Hilmi si conoscono in una New York già senza torri gemelli. Per gli arabi la vita non è facile. Ma Liat e Himli si amano tanto, pur capendo subito che la vita non è uguale allo stesso modo. Ma può solo l’amore superare i check point, le provenienze familiari e i pregiudizi? Un libro che inizia nella Grande Mela ma che finisce a Tel Aviv, dove Liat tornerà dopo la fine della borsa di studio. Ma ormai è una donna diversa, una israeliana diversa. Perché il suo grande amore si trova al di là di quel muro che lei forse, prima di conoscere Hilmi, non aveva mai veramente visto.

L’arabo del futuro, una giovinezza in Medio Oriente (1978-1984) di Riad Sattouf – Rizzoli €20 – recensito da Cristina 

Succede che quando un arabo e una francese decidono di fare un figlio questo nasca biondo. E’ così che il piccolo Riad dai capelli biondi si trova a vivere la sua giovinezza in Medio Oriente, prima nella Libia di Gheddafi e poi nella Siria di Hafiz al-Asad. Il primo volume di una trilogia che in Francia ha spopolato, finalmente viene tradotto in italiano.  “Mio padre sosteneva il Panarabismo, la sua ossessione era dare un’istruzione agli arabi, l’unico modo per uscire dall’oscurantismo religioso”, dice Riad a giustificazione della decisione del padre di tornare, da laureato alla Sorbonna, nella sua terra libanese ad insegnare. Una fumetto che è anche un romanzo storico che racconta sei anni di vita in medio oriente base per capire l’attuale fase politica.

Le letture di Tuba: Majgull Axelsson, Alina Brodsky, Valentina Farinaccio, Vivian Gornick

Recensione di Barbara

Da una piccola casa editrice un gioiello che non si dimentica facilmente: la storia di Malika, nata Rom, internata nei campi di sterminio nazisti e sopravvissuta agli stessi dopo essersi finta ebrea.
Una vita di segreti, ricordi soffocati, bugie dolorose.
La vita di Miriam, una benestante signora svedese, che, nel giorno del suo ottantacinquesimo compleanno, decide di riprendersi la propria identità consapevole del fatto che la persecuzione della propria gente non si è conclusa con la Shoah.
Majgull Axelsson, Io non mi chiamo Miriam, Iperborea Casa Editrice – €19,50

Recensione di Barbara

L’ultimo amore di Baba Dunja, Alina Brodsky, Keller Editori€14,50  

Baba Dunja è una donna anziana che, nonostante l’incidente nucleare del 1986, ha deciso di tornare a vivere nel suo paese natale, a pochi kilometri da Chernobyl.

Incurante degli allarmi sulle radiazioni ma anche degli acciacchi dovuti all’età, Baba è talmente piena di vitalità e carisma da divenire quasi leader di una strampalata comunità costituita da persone che hanno compiuto la sua stessa scelta.
Quella che doveva essere una cittadina spettrale diventa, grazie alla penna poetica, ironica e intelligente di Alina Bronsky una comunità fondata sulle relazioni e sul mutuo aiuto, distante dal resto del mondo.
C’è ancora vita, anzi c’è sempre vita dove le persone e le relazioni umane resistono. Da quale parte del confine è la zona della morte?
Recensione di Cristina
Valentina Farinaccio, La strada del ritorno è sempre più corta – Mondadori, € 18
E’ un di quei libri che è meglio non leggere in pubblico, dovremmo condividere troppe emozioni con estranei. E in questo libro ce ne sono tante. Vera perde il padre a 5 anni, Lia perde un marito che amava troppo e Santa un figlio troppo giovane. Tre donne a cui Giordano scrive mentre sta per morire. Un manoscritto ritrovato da Vera ormai grande che concluderà con molto dolore ma importante per chiudere una fase della sua vita. Un libro dolce e commovente mai banale o eccessivamente triste. Primo romanzo per la molisana Valentina Farinaccio che ci immerge in un racconto sulla morte che è una parte della vita che attraversiamo tutti e con cui difficilmente facciamo i conti.
Recensione di Viola
Legami Feroci di Vivian Gornick, Bompiani, 17 euro.

Quali sono i “legami feroci” di questo romanzo?
C’è il primo, il più importante, quello che costituisce l’ossatura di tutta la narrazione: il legame tra madre e figlia. Un dialogo nel presente (le due camminano per le strade di New York)e un legame nel passato (attraverso affondi nei ricordi della protagonista – la figlia – nella sua infanzia e giovinezza accanto alla madre). Poi c’è il legame feroce con la città, New York, quella del presente e quella degli anni ’50 nel Bronx. Le strade, gli incroci, il presente ricco, il passato povero, gli odori e i colori di sempre. Il grigio e il marrone come sfondo  insieme ad un miscuglio di lingue, cucine, visi e traffici. New York, feroce e viva, protagonista insieme alla due donne, anima della narrazione.
E poi i legami feroci fra donne. Quelle del condominio nel Bronx: le ebree povere e quelle arricchite, quelle infelicemente ostinate nella loro dedizione triste al marito e le prostitute.
Ma, di nuovo, e per chiudere, Il legame feroce: figlia e madre, insieme e contro, da quella che alla fine della storia, è una vita.

I libri 2016 da leggere secondo Tuba, Libreria di Donne

 

Come ogni anno Dicembre è tempo di classifiche e qui trovate la nostra attesissima lista dei migliori libri del 2016. Se li avete già letti diteci cosa ne pensate, la nostra libreria non esisterebbe senza voi lettrici. Altrimenti scegliete quello che vi incuriosisce di più e buona lettura!

Jenny Erpenbeck, Voci del verbo andare, Sellerio, 2016, 16 euro
Letto da Barbara P.

erpenbeckLe storie di un gruppo di uomini africani sbarcati a Lampedusa e approdati a Berlino ci vengono raccontate attraverso l’incontro con Richard, professore emerito di Filologia classica in pensione, che ha conosciuto la Berlino del Muro e delle divisioni.
Da dove vengono questi uomini? Cosa hanno lasciato nel loro paese? Che futuro li aspetta? Cosa desiderano?
Un bellissimo romanzo che ci interroga su questi temi mentre, insieme a Richard, mettiamo in discussione la visione occidentale del mondo e della vita, imparando a conoscere storie di naufragi, di violenze, di perdite ma anche di speranza.
Ma soprattutto un atto di denuncia di un sistema di accoglienza assurdo, fatto di burocrazia ed accordi a senso unico, che stabilisce chi può rimanere in Europa e chi invece deve tornare da dove è venuto, anche se la casa o la famiglia, spesso, non esistono più.
“Quando diventi uno straniero, non puoi più scegliere. Qui sta il problema…che le storie vissute sono una zavorra di cui non ti puoi sbarazzare, mentre coloro che sono autorizzati a scegliere tra le storie, operano una selezione”

Lauren Groff, Fato e furia, Bompiani, 2016, 19 euro
Letto da Brina

ffParzialità, verità e amore sono le tre parole che contengono Fato e furia, un libro ben scritto e con un’architettura solida, capace di portare la lettrice avanti e indietro nel tempo in una narrazione non lineare a cui lo scorrere delle pagine aggiunge elementi e visione. Il punto di vista cambia in continuazione, la verità è una posizione, e solo quando il racconto diventa corale gli eventi trovano cause ed effetti. La verità è davvero ciò che viene tenuto nascosto all’altro? protegge l’amore? o lo logora? Lotto pretende di vivere nella verità, Mathilde conosce le ombre, Lotto pensa solo a come occupare più posto nel mondo, Mathilde ad amputarsi per renderglielo possibile. I silenzi dei personaggi sono funzionali ai loro ruoli sociali e di genere, ma i segreti premono per entrare, si insinuano, e il loro rimanere in ombra si nutre di complicità. Sul filo tra la paura e l’attrazione per la perdita, Lotto e Mathilde alimentano una tensione permanente che assume dimensioni e colori contrastanti. E‘ con questi elementi che Groff supera i limiti del romanzo borghese statunitense che parla di un matrimonio di una coppia bella e ricca in un gioco di egoismi e rinunce, un copione già visto e, tutto sommato, non particolarmente interessante. L’unica pecca: alla fine tutto torna, il cerchio si chiude, e avrei preferito di no.

Simona Baldelli, La vita a rovescio, Giunti, 2016, 16 euro
Letto da Barbara P.

la-vita-a-rovescia-cop-baldelli-i74bigg3La biografia di Caterina Vizzani, nata e vissuta “a rovescio” nel XVIII secolo, è descritta nel testo di Giovanni Bianchi, medico riminese contemporaneo che si occupò  a suo tempo della autopsia della donna.
Proprio da questa testimonianza storica, e dal saggio di Marzio Barbagli “Storia di Caterina che per ott’anni vestì abiti da uomo”, Il Mulino 2014,  Baldelli prende le mosse per narrare la vita, i desideri e le passioni di Caterina, che, nella Roma inquisitrice e papalina settecentesca, scelse di travestirsi da uomo per tutelare la propria autonomia di scelta ma anche la propria libertà di amare le donne.
In questo modo Baldelli, da meravigliosa narratrice quale è, ci regala un travolgente romanzo d’amore e d’avventura nel quale i sentimenti e i desideri di Caterina travalicano i confini storici ed assumono una sconvolgente modernità/universalità.
Una storia tenera e appassionante di amore e libertà, contro le convenzioni e l’ipocrisia, perché, come dice la protagonista “Questo siamo. Natura”: una verità tanto semplice e incontrovertibile eppure confutata ancora oggi.

Grazia Verasani, Lettera a Dina, Giunti, 2016, 14 euro
Letto da Cristina

graziaverasani_letteraadinaHa presente quella scrittrice… la Duras.. Si riconciliò con la sua adolescenza a settant’anni, quando scrisse L’amante. Lei potrebbe cominciare un po’ prima, non crede?” – “Io non sono la Duras, dottore”. Allargò le braccia. “E io non sono Freud”.

La Verasani non è la Duras ma un libro sulla sua adolescenza l’ha finalmente scritto. La storia di due ragazzine in totale simbiosi pur provenendo da classi sociali diverse ed essendo comunista una e fascista l’altra. Un libro d’amore, che tocca ognuna. Chi non ha avuto una amichetta del cuore in adolescenza a cui ripensare in età adulta? E mi manchi tanto degli Alunni del sole è la colonna sonora perfetta di Lettera a Dina, delle strade diverse che le amicizie prendono crescendo ma che lasciano un segno affettivo indelebile. Ma anche tanti rimpianti, con cui la Verasani con questo libro mette un punto definitivo.

Emma Cline, Le ragazze, Einaudi, 2016, 18 euro
Letto da Cristina

_le-ragazze-1470579002Povera Sasha. Povere ragazze. Il mondo le rimpinza di promesse sull’amore. Quanto ne hanno bisogno, quanto poco ne otterrà la maggior parte di loro. Le canzoni zuccherose, i vestiti descritti nei cataloghi di moda con parole come “tramonto” e “Parigi”. Poi gli strappa i sogni con una violenza micidiale: a mano che slaccia a forza i bottoni dei jeans, il tipo che sull’autobus grida qualcosa contro la propria ragazza senza che nessuno gli dica niente“.

Potrei quasi azzardare e definire questo libro della Cline un vero e proprio manifesto femminista. Si è molto parlato delle donne di Charles Manson e dei feroci omicidi che compirono alla fine degli anni 60. Emma Cline usa quella storia per raccontare il punto di vista de Le ragazze. Che diventano protagoniste e non cornice di qualcuno, che si ribellano agli stereotipi, alla famiglia, consapevoli del sesso fatto per gli uomini ma che affiancano a quello per le donne. Alla solidarietà. Sullo sfondo rimangono gli uomini che la Cline condanna, qualsiasi età essi abbiano, dagli adolescenti agli anziani. Incapaci di uscire dal proprio egoismo, sempre pronti a giocarsi le donne come oggetti. Una critica feroce alla società maschile e maschilista fatta da una giovane scrittrice che a 24 anni riesce a regalarci un capolavoro della letteratura con contenuti duri e profondi.

Claudia Durastanti, Cleopatra va in prigione, Minimum Fax,  2016, 15 euro
Letto da Barbara P.

74_durastanti_cleopatravainprigione_x_giornaliIn una Roma contemporanea, “matassa ingarbugliata di tangenziali e raccordi“, Cleopatra avrebbe voluto danzare, ma ormai lavora in un albergo di dubbia qualità e si sposta a piedi tra Rebibbia, Pietralata e Torpignattara. Il suo fidanzato è da poco finito in galera, non per averle rotto un’ anca, ma perché coinvolto in traffici di droga e prostituzione.
Il palco di Cleopatra diventa quindi la periferia romana: una palude infestata di malessere ma ancora capace di nutrire la rinascita e il riscatto.                                                                               Con una lingua durissima, Claudia Durastanti disegna il ritratto impietoso di una città al collasso riuscendo a coglierne però anche “la perversa grazia” .

Loredana Lipperini e Giovanni Arduino, Schiavi di un dio minore, UTET, 2016, 14 euro
Letto da Barbara P.

schiaviNon un saggio ma una raccolta di riflessioni e di storie vere, frutto di interviste, sul mondo del lavoro e su tutti gli sfruttamenti di cui siamo consapevoli ma rimuoviamo, nel libro si dice chiaramente, quando compriamo H&M o Apple.
Un discorso su quanto ormai siamo iperconnesse e abituati a vivere/consumare tutto 24/7 sottraendo tempo alle relazioni in carne e ossa, alla lettura, alla musica, alle cose belle, all’amore. Su quanto ci sentiamo inadeguate se non rispettiamo il paradigma del lavoro a qualunque condizione (o, peggio, del lavoro che amiamo e svolgiamo gratis) che pare ormai l’unico orizzonte.

Un testo che non suscita pietà verso le sfruttate e gli sfruttati o autoindulgenza verso noi stesse ma stimola a cercare alternative.

Simona Lo Iacono, Le streghe di Lenzavacche E/O, 2016, 15 euro
Letto da Cristina

streghe-lMettetevi tranquille con una birra fredda in una mano e un fazzoletto per raccogliere le lacrime dall’altra. Ecco siete pronte per farvi avvolgere dalla poesia di questo libro, ambientato in un paesino sperduto della Sicilia. Una bellissima storia d’amore di quelle che fanno bene al cuore perché sopravvive ai roghi, alle dittature, al fascismo, all’emarginazione. Tremate le streghe son tornate!!!

Alicia Gimenez Bartlett, Uomini nudi, Sellerio, 2016, 16 euro
Letto da Cristina

uomini-nudiLe frequentatrici di Tuba ormai sanno quanto amiamo questa scrittrice e questo libro è l’ennesima conferma.   La crisi in Spagna spinge un uomo a lavorare come streaper e Bartlett ci accompagna nel mondo degli uomini nudi e delle donne che li guardano e li pagano per compagnia o per sesso. Dopo tanti racconti sulle donne, Bartlett spoglia gli uomini i quali però, anche quando sembrano vulnerabili e nudi, riescono comunque a tirare fuori il loro lato possessivo e dominio. Bellissimo!!

Andrea Marcolongo, La lingua geniale, 9 ragioni per amare il greco, Laterza, 2016, 15 euro
Letto da Barbara P.

Layout 1Una magnifica dichiarazione d’amore verso il greco antico che mi ha di colpo riportato indietro, ai pomeriggi del liceo e dell’università, trascorsi tra accenti, paradigmi e pagine di letteratura antica.
Non ricordo quale fosse l’Autore che stavo traducendo, ma percepisco ancora viva la potente sensazione che provai quando tutti gli sforzi del ginnasio fatti per memorizzare regole, declinazioni, coniugazioni e (maledette) eccezioni assunsero un valore per me: le parole avevano significati diversi ed ero io a poter scegliere l’interpretazione che mi appariva più opportuna, il senso, secondo me.
Un saggio godibilissimo che non è solo il tentativo di comprendere una lingua che non esiste più, attenta più al come che al quando, alle conseguenze delle azioni più che alle azioni stesse, ma soprattutto un atto d’amore per il pensiero complesso, per la capacità, tutta umana e purtroppo desueta, di scegliere/interpretare/tradurre tra diversi significati e visioni del mondo.
In altre parole di sviluppare uno spirito critico in una realtà contrassegnata dal pensiero unico.

Han Kang, La vegetariana,  Adelphi, 2016, 18 euro
Letto da Barbara P.

han-kangUn romanzo oscuro, potente e poetico sulla fragilità umana, una autrice coreana, Han Kang, che demolisce le comuni categorie di normalità e follia, salute mentale e malattia.

Il disagio, infatti, è quello della protagonista infelice, Yeong-hye, ma anche di tutte e tutti coloro che la circondano e che non vedono la sofferenza di lei: il marito egoista, la sorella perfetta, il cognato videoartista , il padre violento.
Gli altri la giudicano ma nessuno, a parte alcuni folgoranti momenti, riesce mai ad entrare in sintonia con lei: bisognerebbe forse cambiare sempre il punto di vista e sviluppare empatia con l ‘altro’ per cogliere la realtà nella sua complessità, come sembra suggerire l’autrice alternando diverse voci narranti e registri stilistici.     Un romanzo di incubi e sogni, sulla solitudine, sul dolore ma anche sull’arte, l’empatia e la bellezza che rimangono, forse, le uniche via di salvezza.

Helen Macdonald, Io e Mabel, Einaudi, 2016, 19.5 euro
Letto da Viola

mabelUn libro di altissima letteratura: stile, lingua e ritmo sono perfettamente ponderati da questa incredibile scrittrice, filosofa della scienza e naturalista canadese. Attraverso un originale memoir, in cui la protagonista racconta il rapporto con la sua astore (un uccello predatore selvaggio), entrano in scena temi profondi e accuratamente scandagliati, come la perdita, la solitudine e quella potente forza che tiene insieme lei, un antico addestratore estroso ed emarginato di cui ci racconta la storia, e Mabel, una creatura così potentemente aderente alla parte più vera del nostro mondo: quello naturale, quello selvaggio e indomabile. Bellissimo libro che richiede alle lettrici solo un po’ di pazienza per comprenderne la grandezza. Che ad un certo punto si illumina.

Catherine Lacey, laceyNessuno scompare davvero, Sur, 2016, 16.5 euro

Letto da Barbara P.

Il viaggio del corpo ma soprattutto della mente di Elyria che, di punto in bianco, decide di lasciare tutto e partire per la Nuova Zelanda.
L’unica cosa che non riesce a lasciare è il bufalo aggressivo, selvaggio, irrazionale che vive nella sua testa.
Tutta la fatica di convivere con i malesseri, la depressione e le paure in un libro che mette chi legge continuamente alla prova.
La danza con le ombre di Elyria è anche la nostra: la vita che viviamo è quella che vorremmo?
Ancora un bellissimo romanzo d’esordio per Edizioni Sur che sembra non sbagliare un colpo.

Sakine Cansiz, Tutta la mia vita è stata una lotta, vol. 2, 15 euro

Letto da Cristina

SaraII-CopertinaArriva il secondo volume di Sakine Cansiz, nome di battaglia Sara, Tutta la mia vita è stata una lotta, assassinata a Parigi nel gennaio del 2013.
Fondatrice del Partito dei lavoratori curdi (Pkk), Sara ha dedicato tutta la sua vita alla politica di autodeterminazione del popolo curdo, in particolare lavorando con le donne.
Questo secondo volume racconta gli anni che ha trascorso nelle carceri turche dal 1979 al 1990. Un capitolo importante è dedicato alla resistenza che i prigionieri e le prigioniere fecero dopo il colpo di stato militare in Turchia nel 1980 nel carcere di Diyarbakir.
Ma è la tortura la vera protagonista del romanzo. Alla quale Sara resiste senza rivelare mai una parola, mai un nome. “Sei curda o turca” le chiederà il famoso torturato turco Yildiran. “Sono curda. Ma soprattutto una rivoluzionaria”. Con questa frase Sara diventerà un simbolo per tutte le donne in carcere: non una donna imprigionata con lei verrà portata a tradire dal torturatore.
Accanto a questo i sogni di fuga, dovere per ogni rivoluzionario e l’amore. “Tra i rivoluzionati ci può essere amore sconfinato, ma non una relazione di possesso e improntata ai valori feudali tradizionali”. La sperimentazione di nuove forme di legame e relazione si fa lottando e partendo da sé.

damascoSuad Amiry, Damasco, Feltrinelli 2016
Letto da Cristina
“Chi ha detto che la Siria dei primi anni sessanta del secolo scorso fosse meno divertente dell’Europa di oggi?”
“Damasco” è forse il libro più complicato ma anche il più intenso della scrittrice siro-palestinese Suad Amiry. Al centro la storia della sua famiglia nata con il matrimonio del siriano Jiddo e della palestinese Teta nel 1926, prima che gli occidentali tracciassero con il righello il confine, quando la Grande Siria comprendeva ancora la Palestina, il Libano, l’Iraq e la Giordania. Capitale di questa grande terra, l’antica, prosperosa e affascinante Damasco, con il suo palazzo più ricco Beit Jiddo, casa della famiglia Baroudi. Tramite le voci dei personaggi quasi esclusivamente femminili, Suad Amiry ci racconta le consuetudini, gli intrecci, gli amori e le difficoltà della nobiltà, ma anche della servitù fino alla presa del potere in Siria di Hafiz al-Asad nel 1971. Da Damasco e Beirut a Gerusalemme ad Amman un’unica grande famiglia per un unico territorio che la scrittrice ci fa magnificamente scoprire tramite gli odori, le spezie, il marmo, il cibo, l’acqua. Un libro molto bello che racconta tanto di quella terra da decenni ormai devatastata dalla guerra e spesso raccontata solo come fondamentalista, ma che invece ha vissuto decenni di libertà, incontri e ribellione comunista.
Un libro importante che restituisce alla progressista Grande Siria il ruolo di avangardia culturale e sociale del mondo arabo distrutto dagli europei e dai confini coloniali da noi creati. Quando Damasco ha perso la centralità del suo suk per lasciare spazio al petrolio e alla nascita delle monarchie del golfo persico.
Ma questa è storia contemporanea.

Laura Lepetit, Autobiografia di una femminista distratta, Nottetempo, 2016, 12 euro
Letto da Barbara P.

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“Raccontiamoci le nostre storie, per non vivere di riflesso, per non dover scegliere di essere sempre Madame Bovary o Giovanna D’Arco”. Una raccolta sbadata ma anche incantata, quotidiana e intima insieme, di riflessioni e pensieri di Laura Lepetit, fondatrice della casa editrice La Tartaruga che dal 1975 al 1997 in Italia ha pubblicato solo donne.
Tra le pagine gli aneddoti sulle scrittrici più o meno note (molte diventate famose solo negli ultimi anni dopo essere state ripubblicate dalle grandi casi editrici) si mescolano a quelli sulle piante, sui gatti, sulle amiche e compagne di Laura, le donne del femminismo milanese degli anni 70 tra cui Carla Lonzi. La storia di una donna con la quale come libraie e come femministe abbiamo un grandissimo debito per il contributo dato alla diffusione delle parole e del pensiero delle donne.

Leila Slimani, Nel giardino dell’orco,  Rizzoli, 2016, 17 euro
Letto da Cristina

orco“Ho letto quello che scrivi, sulla noia, su questa vita borghese di merda. Non solo ti fai scopare da un esercito di uomini ma disprezzi tutto quello che abbiamo costruito. Tutto quello che ho costruito io, lavorando come un cane per non farti mancare nulla”. Adèle è bella, sposata, con un figlio, un lavoro da giornalista, una vita in una bella casa a Parigi. Richard fa il medico, lavora tanto e non la tocca mai per non sciuparla. Adèle ama Richard ma tutti i giorni per riempire quel senso di solitudine che non la lascia mai, si fa guardare da altri uomini, si fa toccare, si fa scopare e li scopa ovunque capiti. E’ come una droga alla quale non vuole rinunciare. Un bellissimo libro quello della scrittrice marocchina Slimani, che si legge tutto d’un fiato perché scritto molto bene, sulla ricerca del piacere continuo e sul senso che molte donne hanno di essere vive solo se qualcuno le guarda.

Inge Sargent, Il tramonto birmano, Add Editore, 2016, 18 euro
Letto da Barbara P.

tramonto-birmano-webSe cercate un romanzo che vi porti lontano, leggete questo! Vi ritroverete immerse tra la vegetazione, i profumi, i colori e i sapori dell’estremo Oriente.   Il libro inizia come una fiaba nella quale la protagonista europea, Inge, nel America degli anni ’50, sposa a sua insaputa un principe e si trasferisce con lui tra le montagne della Birmania per governare e riformare uno stato fermo al feudalesimo.
I toni della fiaba però si smorzano ben presto e, con una scrittura semplice e lucida, Inge inizia a raccontare del colpo di stato militare che nel 1962 investe il paese e la lascia da sola con due bambine.
Una autobiografia pacata, la storia di una donna forte che non cerca la compassione di chi legge né si lascia andare all’autocommiserazione.
Il volume comprende anche alcune meravigliose tavole illustrate di Elisa Talentino che -attraverso le immagini- fornisce una propria versione della storia.

Simona Vinci, La prima verità, Einaudi, 2016, 20 euro

Letto da Barbara P.

Con questa opera indimenticabile, Simona Vinci è tornata a pubblicare dopo tanti anni, aggiudicandosi, tra gli altri premi, il Campiello 2016.

Ho letto “La Prima Verità” due volte in sei mesi eppure non riesco a scriverne, e non solo perché troppi nomi richiamano quelli della mia vita.
L’analogia è più ampia, umana, empatica, silenziosa appunto.
Nel romanzo ci sono tante storie: la pazzia come strumento di condanna e controllo sociale, la follia della normalità, la fragilità umana, la poesia, la dittatura, la violenza contro le donne, il mondo bambino, le paure della genitorialità, l’empatia necessaria, la memoria, l’inquietudine di essere vivi.
Pagine che mi lasciano sconvolta, personaggi e fantasmi che si intromettono nelle mie giornate.
Romanzo, memoir e poesia si fondono ne “La Prima Verità” prendendo in prestito dalla Grecia non solo nomi e paesaggi ma anche il respiro della tragedia antica.

 

 

Recensioni libri

15219384_231051387306182_9071682494684168616_nLeila Slimani – Nel giardino dell’orco – Rizzoli, € 17

“Ho letto quello che scrivi, sulla noia, su questa vita borghese di merda. Non solo ti fai scopare da un esercito di uomini ma disprezzi tutto quello che abbiamo costruito. Tutto quello che ho costruito io, lavorando come un cane per non farti mancare nulla”.
Adèle è bella, sposata, con un figlio, un lavoro da giornalista, una vita in una bella casa a Parigi. Richard fa il medico, lavora tanto e non la tocca mai per non sciuparla. Adèle ama Richard ma tutti i giorni per riempire quel senso di solitudine che non la lascia mai, si fa guardare da altri uomini, si fa toccare, si fa scopare e li scopa ovunque capiti. E’ come una droga alla quale non vuole rinunciare. Un bellissimo libro quello della scrittrice marocchina Slimani, che si legge tutto d’un fiato perché scritto molto bene, sulla ricerca del piacere continuo e sul senso che molte donne hanno di essere vive solo se qualcuno le guarda.

tramonto-birmano-webInge Sargent – Il tramonto birmano – Add editore, 18 €

Se cercate un romanzo che vi porti lontano, leggete questo! Vi ritroverete immerse tra la vegetazione, i profumi, i colori e i sapori dell’estremo Oriente. Il libro inizia come una fiaba nella quale la protagonista europea, Inge, nell’ America degli anni ’50, sposa a sua insaputa un principe e si trasferisce con lui tra le montagne della Birmania per governare e riformare uno stato fermo al feudalesimo. I toni della fiaba però si smorzano ben presto e con una scrittura semplice e lucida Inge inizia a raccontare del colpo di stato militare che nel 1962 investe il paese e la lascia da sola con due bambine.

Una autobiografia pacata, la storia di una donna forte che non cerca la pietà di chi legge né si lascia andare all’autocommiserazione. Il volume comprende anche alcune meravigliose tavole illustrate di Elisa Talentino che attraverso le immagini fornisce una propria versione della storia.

amica_genialeElena Ferrante – L’amica geniale 4 vol – E/o edizioni

Tanto si è scritto de L’amica geniale di Elena Ferrante eppure secondo me pochi e poche hanno colto l’aspetto conturbante della quadrilogia. Si è scritto molto sui personaggi, quanto fossero descritti bene e quanto appassionanti fossero le loro storie. Ecco ho trovato questo aspetto invece molto secondario e, semmai, mi piace pensarlo come un escamotage che la Ferrante usa per raccontare la storia del nostro paese dal dopoguerra ad oggi. Nei quatto volumi c’è tutto. La povertà del sud dopo la seconda guerra mondiale, l’affermarsi della camorra, l’ideologia socialista come riscatto sociale, le lotte operaie, la delusione, le brigate rosse, il pentitismo, l’ipocrisia della borghesia di sinistra italiana, soprattutto del nord. Un libro che secondo me mette tanti puntini sulle i e che critici e giornalisti non hanno volutamente fatto emergere per la durezza e la schiettezza con cui la Ferrante ricostruisce 50 anni di storia. Una storia che questo  paese ancora non ha affrontato.

Con lucidità e spiazzamento ne escono addirittura meglio i camorristi e le brigate rosse della classe politica e di quella borghese di sinistra. Elena Ferrante ci ha speso quattro volumi per lasciarci un romanzo che potrebbe quasi essere considerato un manuale di storia. Sullo sfondo l’amicizia bellissima tra due ragazzine, una l’alter ego dell’altra forse le due facce della stessa scrittrice, ma anche l’amore che in quanto assoluto può essere solo momentaneo e non risolutivo delle nostre esistenze, una Napoli povera, difficile da vivere, ma più vera di una Milano trasgressiva e ricca. E su questo la Ferrante ci basa anche tutta la critica feroce che fa ad una Italia fortemente classista. Sulle sfondo le parole rivoluzionarie e di cambiamento degli anni 70 si scontrano con una resistenza della borghesia che non accetta le povere acculturate, che fa muro dei proprio privilegi ma che professa genialità socialista soprattuto negli ambienti universitari. Che dire, grazie ad Elena Ferrante, di cui mi interessa veramente poco il suo vero nome anzi auspico che continui a mantenere l’anonimato perché sicuramente non le faranno sconti per quanto ha scritto.

Le nostre letture

Grazia Verasani – Lettera a Dina – Giunti – 2016

Letto da Cristina

graziaverasani_letteraadinaHa presente quella scrittrice… la Duras.. Si riconciliò con la sua adolescenza a settant’anni, quando scrisse L’amante. Lei potrebbe cominciare un po’ prima, non crede?” – “Io non sono la Duras, dottore”. Allargò le braccia. “E io non sono Freud”.

La Verasani non è la Duras ma un libro sulla sua adolescenza l’ha finalmente scritto. La storia di due ragazzine in totale simbiosi pur provenendo da classi sociali diverse ed essendo comunista una e fascista l’altra. Un libro d’amore, che tocca ognuna. Chi non ha avuto una amichetta del cuore in adolescenza a cui ripensare in età adulta? E mi manchi tanto degli Alunni del sole è la colonna sonora perfetta di Lettera a Dina, delle strade diverse che le amicizie prendono crescendo ma che lasciano un segno affettivo indelebile. Ma anche tanti rimpianti, con cui la Verasani con questo libro mette un punto definitivo.

Emma Cline – Le ragazze – Einaudi – 2016

Letto da Cristina

_le-ragazze-1470579002Povera Sasha. Povere ragazze. Il mondo le rimpinza di promesse sull’amore. Quanto ne hanno bisogno, quanto poco ne otterrà la maggior parte di loro. Le canzoni zuccherose, i vestiti descritti nei cataloghi di moda con parole come “tramonto” e “Parigi”. Poi gli strappa i sogni con una violenza micidiale: a mano che slaccia a forza i bottoni dei jeans, il tipo che sull’autobus grida qualcosa contro la propria ragazza senza che nessuno gli dica niente“.

Potrei quasi azzardare e definire questo libro della Cline un vero e proprio manifesto femminista. Si è molto parlato delle donne di Charles Manson e dei feroci omicidi che compirono alla fine degli anni 60. Emma Cline usa quella storia per raccontare il punto di vista de Le ragazze. Che diventano protagoniste e non cornice di qualcuno, che si ribellano agli stereotipi, alla famiglia, consapevoli del sesso fatto per gli uomini ma che affiancano a quello per le donne. Alla solidarietà. Sullo sfondo rimangono gli uomini che la Cline condanna, qualsiasi età essi abbiano, dagli adolescenti agli anziani. Incapaci di uscire dal proprio egoismo, sempre pronti a giocarsi le donne come oggetti. Una critica feroce alla società maschile e maschilista fatta da una giovane scrittrice che a 24 anni riesce a regalarci un capolavoro della letteratura con contenuti duri e profondi.

Claudia Durastanti – Cleopatra va in prigione – Minimum Fax – 2016

Letto da BarbaraP.

74_durastanti_cleopatravainprigione_x_giornaliIn una Roma contemporanea, “matassa ingarbugliata di tangenziali e raccordi“, Cleopatra avrebbe voluto danzare, ma ormai lavora in un albergo di dubbia qualità e si sposta a piedi tra Rebibbia, Pietralata e Torpignattara.

Il suo fidanzato è da poco finito in galera, non per averle rotto un’ anca, ma perché coinvolto in traffici di droga e prostituzione.

Il palco di Cleopatra diventa quindi la periferia romana: una palude infestata di malessere ma ancora capace di nutrire la rinascita e il riscatto.

Con una lingua durissima, Claudia Durastanti disegna il ritratto impietoso di una città al collasso riuscendo a coglierne però anche “la perversa grazia” .

Loredana Lipperini e Giovanni Arduino – Schiavi di un dio minore – UTET – 2016

Letto da BarbaraP.

schiaviNon un saggio ma una raccolta di riflessioni e di storie vere, frutto di interviste, sul mondo del lavoro e su tutti gli sfruttamenti di cui siamo consapevoli – ma rimuoviamo, nel libro si dice chiaramente – quando compriamo H&M o Apple.
Un discorso su quanto ormai siamo iperconnesse e abituati a vivere/consumare tutto 24/7 sottraendo tempo alle relazioni in carne e ossa, alla lettura, alla musica, alle cose belle, all’amore. Su quanto ci sentiamo inadeguate se non rispettiamo il paradigma del lavoro a qualunque condizione (o, peggio, del lavoro che amiamo e svolgiamo gratis) che pare ormai l’unico orizzonte.

Un testo che non suscita pietà verso le sfruttate e gli sfruttati o autoindulgenza verso noi stesse ma stimola a cercare alternative.

Da leggere!