Torna la vicequestore Vanina Guarrasi in un nuovo giallo ambientato a Catania. Il bel dottor Manfredi Monterreale e il giornalista Sante Tammaro sono a pesca quando alle 4 del mattino vedono un uomo che trascina a fatica una grossa valigia e la getta tra gli scogli. Ma sarà una telefonata anonima alla vicequestore su un presunto omicidio a dar vita al secondo romanzo della scrittrice siciliana Cristina Cassar Scalia. Grazie all’aiuto di un ex commissario in pensione Biagio Patanè anche in questo romanzo una vecchia storia riaffiora dalle bocche del ciarlare catanese. Ed è proprio il dialetto della città siciliana ad essere protagonista, tra uomini prepotenti, mafiosi, spregiudicati, ma anche amori passati a cui Vanina non riesce a fuggire. Una lettura piacevole, scorrevole che ti fa innamorare di una delle isole più belle del mondo, del suo cibo, della sua natura. Un giallo intrigante dove la soluzione non è mai scontata. Un Commissariato che non dorme mai dove le donne sono le protagoniste anche della Procura.
“Hai mangiato? – s’informò la vicina oltrepassando il cancelletto e salendo i quattro gradini che portavano all’ingresso dal suo lato.
– No, non ancora. Ma ho comprato qualcosa al bar Santo Stefano.
Bettina la guardò dubbiosa
– A quest’ora? E che trovò?
– Una cipollina, – rispose Vanina, attenta a non rivelare lo scarso entusiasmo.
Ma Bettina non era tipo da lasciarsi ingannare
– La cipollina di sera tardi inchiumma nello stomaco peggio di un cuticciune di pietra lavica!
– Non le diede il tempo di replicare.
– Chiuda il portoncino là sotto e venga da me, così mi fa pure un poco di compagnia.