Figli di sangue e ossa

Un tempo la terra di Orisha era magica. In una sola notte, il re Saran ha condannato la magia a scomparire, il popolo dei maji – pelle nera e capelli bianchi – a morire. lasciando le piccole e i piccoli maji depredati dai loro poteri, costretti ad essere servi delle altre caste. In una sola notte i maji hanno perso tutto e dimenticato il suono della lingua ancestrale e magica, la lingua yoruba.

Questo è il mondo in cui cresce Zélie Adebola, una ragazza che fa di testa sua tanto da farsi spesso rimproverare dalla sua maestra, da suo padre e da Tzain, suo fratello maggiore. Eppure la rabbia che Zélie serba contro il regime del re le farà da guida quando verrà coinvolta in un’incredibile avventura per cercare di ritrovare la magia scomparsa.

La scrittrice afroamericana Tomi Adeyemi costruisce un mondo pieno di fascino «in cui una bambina nera si potesse riconoscere come un’eroina»per «sentirsi bellissima e riconosciuta e per sapere di poter vivere anche lei una pazza avventura magica, nonostante qualche ignorante le abbia detto che non puo’ essere come Hermione Granger». Per le lettrici di Harry Potter o del Signore degli annelli, le citazioni sono infatti numerose e questo primo volume non è privo di debolezze narrative ma una volta chiuso, viene voglia di scoprire il secondo tomo della trilogia…