Persone normali

Una trama già letta e riletta: l’amore tra due giovani, lui povero e lei ricca, famiglia affettuosa e capace di sostegno quella di lui, anaffettiva e violenta quella di lei. Ma quello che si può dare per scontato del libro finisce qua. Festeggiato dalla critica anglofona come un classico del futuro, Persone normali riesce a stupire chi legge: a partire dalla scintilla che avvicina i due protagonisti e li rende affini che è l’intelligenza.  Marianne e Connel sbagliano, si fraintendono, si feriscono, ma crescono: l’amore che viene raccontato cambia volto e qualità a mano a mano che i protagonisti dall’adolescenza all’età adulta prendono forma e imparano a comunicare. Sally Rooney propone un’educazione sentimentale non lineare, che non esalta la sofferenza ma il benessere e l’occasione di crescere che è l’incontro profondo con l’altro/a. Un’idea dell’amore lontana dal possesso, dalla fedeltà, basata sulla capacità di presenza e libertà. Marianne e Connel non desiderano mai che l’altro cambi, si conoscono e accettano per quello che sono, le zone d’ombra non vengono taciute e la relazione si definisce come la possibilità di essere se stessi oltre i codici e le norme sociali. Si vede che Sally Rooney usa una grammatica sentimentale che ha radici in decadi di femminismo.