Presentazione e dibattito a partire da “Le Storie Nere del Corriere del Piccoli

Martedì 10 Dicembre, ore 19:00
Presentazione e dibattito a partire da “Le Storie Nere del Corriere del Piccoli” (ComicOut)

Intervengono: Laura Scarpa, Igiaba Scego, Alessio Trabacchini

Siamo razzisti?
Gli italiani lo sono stati?
Per la prima volta un grande libro che racconta di pregiudizi, stereotipi razzisti e di colonizzazione italiana in Africa nel primo 900, raccontati ai bambini e alle bambine

E lo fa attraverso le incredibili pagine a fumetti del «Corriere dei Piccoli» delle origini.
Il volume-strenna Le storie NERE nel Corriere dei Piccoli, presenta ai lettori di oggi i fumetti italiani in cui – dal 1908 al 1936 – appaiono personaggi africani o di colore, sia come protagonisti, sia come presenze occasionali.
Da Bilbolbul, primo grande fumetto italiano a Bonaventura, a Pier Lambicchi, fino a Romolino e Romoletto, piccoli balilla in Africa, o a personaggi che si chiamano Bomba e Zimbo, Tidna Danna, Mingo-Mango o Faccetta Nera, un’antologia dell’Africa nel fumetto italiano nel «Corriere dei Piccoli».
Oggi si parla molto di razzismo e di non-razzismo degli italiani e il ricordo, per molto tempo sottaciuto, delle colonie italiane in Libia ed Eritrea viene finalmente analizzato.
Quello che si scopre in queste pagine è un mondo in transito, ma ancora radicato in stereotipi ottocenteschi.
Neri selvaggi, con sveglie al collo, cannibali e, in concomitanza con guerre, anche neri crudeli o vigliacchi.
Fumetti di alto contenuto artistico – il Bilbolbul di Mussino, e storie di Bonaventura o di Pier Lambicchi – presentano personaggi diversi, ingenui, divertenti, stereotipati o… decisamente razzisti.

Testi di studiosi ed esperti di fumetto accompagnano le tavole, presentandole storicamente e artisticamente e creando anche legami con il fumetto più recente (da Corto Maltese a Volto Nascosto) e la recente storia, e con altre opere d’epoca, come Storia di un naso di Vamba.

Firmano i saggi del libro: dott. Alessandra Lazzari, del CNR, Gianfranco Manfredi, sceneggiatore, oltre che scrittore e cantautore, Matteo Stefanelli, studioso di fumetto dell’Università Cattolica, Alessio Trabacchini, saggista e studioso, Fabio Gadducci, storico del fumetto e docente dell’Università di Pisa, Sergio Lama, bibliofilo, dott. Roberto Bianchi, dell’Università di Firenze, Igiaba Scego, scrittrice e giornalista afroitaliana, Laura Scarpa autrice e saggista.

«Seguire queste tracce della comunicazione rivolta ai bambini di quel trentennio, chiarisce più di molti saggi, e in modo sottile, il pensiero e il sentire dell’epoca, e l’azione e l’influenza di giornalisti, di autori e di grandi artisti del fumetto. I saggi presenti in questo volume rendano meno pigro il lettore, e lo aiutino a trovare i rimandi tra le piccole storie e la Storia. Oggi più che mai importante da conoscere e capire, più che mai contemporanea».
(dalla prefazione di Laura Scarpa)

19 dicembre presentazione di Sangue giusto con Francesca Melandri e Igiaba Scego

Martedì 19 Dicembre, alle 19:00
@Tuba Presentazione di Sangue Giusto
con l’autrice, Francesca Melandri e Igiaba Scego

Con “Sangue giusto” Francesca Melandri si conferma un’autrice di rara forza e sensibilità. Il suo sguardo, attento e profondissimo, attraversa il Novecento e le sue contraddizioni per raccontare il cuore della nostra identità.

venerdì 9 ottobre presentazione “Adua” di Igiaba Scego

Venerdì 9 Ottobre, ore 18:39 – Presentazione dell’ultimo IgiabaScego_Aduaromanzo di Igiaba Scego, Adua.

L’autrice ne parlerà con la scrittrice Carola Susani e il regista Daniele Vicari

Romanzo a due voci, quella di un padre e di una figlia, Adua (Giunti Editore) indaga il loro rapporto impossibile e ci racconta il sogno di libertà che ha consumato in modi e tempi diversi le vite di entrambi. La narrazione intreccia tre momenti storici: il colonialismo italiano, la Somalia degli anni ’70 e la nostra attualità che vede il Mediterraneo trasformato in una tomba e cielo aperto per i migranti.

Carola Susani è nata nel 1965. Hapubblicato romanzi e libri di racconti, tra gli altri: Il libro di Teresa (Giunti 1995), Pecore vive (Minimum fax, 2006), L’infanzia è un terremoto (Laterza, 2008), Eravamo bambini abbastanza (Minimum fax, 2012). Per ragazzi ha pubblicato: Il licantropo (Feltrinelli, 2002) e Cola Pesce (Feltrinelli, 2004), Miti romani (Nuova frontiera 2013), Susan la piratessa (Laterza 2014). Dal 2001 conduce laboratori di scrittura narrativa nelle scuole medie e superiori di Roma e del Lazio. Stabilmente collabora come docente con “Le Città invisibili – Centro studi narrazione” di Palermo. Dal 2007 insegna presso i Corsi di scrittura Minimum fax-Sur (Scuola del Libro).

Daniele Vicari

Nasce a Collegiove, in provincia di Rieti, il 26 febbraio 1967. Si laurea in Storia e Critica del cinema presso l’Università di Roma La Sapienza e collabora dal 1990 al 1996 come critico cinematografico con la rivista Cinema Nuovo, e dal 1997 al 1999 con la rivista Cinema 60, interessandosi soprattutto di cinema d’impegno. La passione per questo genere si riverbera anche nelle sue prime produzioni di cortometraggi: Il nuovo, in 16 millimetri, seguito poi da Mari del Sud, che tocca anche temi socio-ambientali. Nel 1997, collabora con Guido ChiesaDavide FerrarioAntonio Leotti e Marco Simon Puccioni, nel documentario Partigiani, che racconta la lotta al nazismo e al fascismo della cittadina emiliana di Correggio (Reggio Emilia).Il genere documentaristico d’impegno socio-politico diventa per Vicari un filone dirigendo nel 1998 ben quattro corti: Comunisti, in cui descrive omicidi di sacerdoti cattolici per mano di partigiani comunisti nell’Italia dell’immediato dopoguerra; Uomini e lupi, ritratto sulla vita dei pastori del Gran Sasso, Bajram e Sesso, marmitte e videogames, un’acuta critica sulle passioni automobilistiche degli italiani. Nel 1999, dopo aver collaborato a Non mi basta mai, storia di cinque operai licenziati dalla FIAT nel 1980, dirigerà Morto che parla, dedicato all’attore pasoliniano Mario Cipriani, protagonista nel 1963 de La ricotta e presente anche in Accattone.Nel 2002, con Velocità massima, partecipa in concorso alla 59ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, mentre l’anno successivo vince il David di Donatello come miglior regista esordiente. Il film si aggiudica anche altri riconoscimenti come il Premio Pasinetti a Venezia ed il Gran Premio al Festival di Annecy. Nel 2005, con L’orizzonte degli eventi, partecipa al Festival di Cannes nella sezione Semaine de la Critique. Nel 2007, con il documentario Il mio paese, riceve un secondo David di Donatello per il miglior documentario di lungometraggio. Nel 2008 presenta al festival di Roma Il passato è una terra straniera, film con Elio Germano e trasposizione del romanzo di Gianrico Carofiglio.

Nel 2012, con il film Diaz – Don’t Clean Up This Blood vince ex aequo il Premio del pubblico al Festival di Berlino, insieme a Parada di Srdjan Dragojevic e al brasiliano Xingu di Cao Hamburger. Il film, incentrato sulle tristi vicende del G8 di Genova, viene presentato fuori concorso anche alla Mostra del cinema di Venezia e si aggiudica quattro David di Donatello.

Il suo film La nave dolce è stato presentato il 2 settembre come evento speciale fuori concorso alla 69ª mostra del cinema di Venezia ove si è aggiudicato il “Premio Pasinetti.