Presentazione di “Oltre Babilonia”

Giovedi 4 dicembre ore 19

Igiaba Scego e Laura Sanpedro

presentano

 

Oltre Babilonia

(Donzelli 2008)

Zuhra vive a Roma, fa la commessa in una mega libreria e parla romanesco. Ma la lingua a tratti s’inceppa, perché la sua radice è somala e la sua pelle è nera. Anche Mar è romana e nera, di madre argentina e padre somalo. Non si conoscono, ma entrambe partono per Tunisi a imparare l’arabo, lingua delle origini. Si avvia così una storia vorticosa in cui si mescolano linguaggi, epoche, suggestioni di tre paesi, Italia, Somalia e Argentina. Dalla Roma multietnica di oggi alla Buenos Aires anni settanta; dalla Mogadiscio tu mul tuo sa degli ultimi vent’anni a quella dell’epoca coloniale e dell’indipendenza. A dipanarsi in questi luoghi è il filo di un racconto che passa di bocca in bocca: da Zuhra a Mar, da Maryam a Miranda, le loro madri, e a Elias, il padre di cui niente sanno e che le ha rese a loro insaputa sorelle. Un coro di voci che pagina dopo pagina ci fa avidi di scoprire se Zuhra ritroverà i colori che non vede più da quando era bambina, se Maryam riuscirà a incidere su quel vecchio registratore le gioie e i rimpianti del suo amore perduto, se Elias saprà spiegare la sua smania di infondere l’Africa nelle stoffe e negli abiti che ne fanno uno stilista di grido. E poi Howa, Bushra, Majid, la Flaca e i cento personaggi che popolano questa Babilonia del terzo millennio.
“Mamma mi parla nella nostra lingua madre. Spumosa, scostante, ardita. Nella sua bocca il somalo diventa miele. Ma io, come la parlo questa nostra lingua madre? Io, Zuhra figlia di Maryam, incespico nel mio alfabeto confuso. Le mie parole puzzano di strade asfaltate, cemento e periferia. Però mi sforzo lo stesso di parlare con lei quella lingua che ci unisce. In somalo ho trovato il conforto del suo utero, in somalo ho sentito le ninnananne che mi ha cantato, in somalo ho fatto i primi sogni. Ma poi, in ogni discorso, parola, sospiro, fa capolino l’altra madre. L’italiano con cui sono cresciuta e che ho anche odiato, perché mi faceva sentire straniera. L’italiano-aceto dei mercati rionali, l’italiano-dolce della radio, l’italiano-serio dell’università. L’italiano che scrivo”
 

 

Igiaba Scego è nata a Roma, classe 1974. Papà Ali e mamma Kadija (venuti in Italia a seguito del colpo di Stato di Siad Barre) le hanno trasmesso il gusto del racconto: per questo oggi scrive tanto, anche sui post it. Collabora con «il manifesto», «Internazionale», «Lo Straniero» e «Nigrizia», ama il Don Chisciotte, i vecchi film in bianco e nero, Italo Calvino e la stella immensa della bandiera somala. Al suo attivo ha il libro per ragazzi La nomade che amava Alfred Hitchcock (Sinnos), il romanzo Rhoda (Sinnos), oltre a diversi racconti apparsi in antologie a più mani.
L’attrice Laura Sampedro nasce e cresce a Londra. Le sue origini europee e africane assicurano, fin da piccolissima, un mix di culture, suoni, colori e lingue -inglese, italiano e spagnolo.Dopo molti viaggi in giro per il mondo Laura si stabilisce a Roma e scopre la sua passione per la recitazione. Dal 1998 lavora a teatro e nel cinema indipendente in Italia e la sua formazione continua. Nel 2007 crea Barrio Productionz.Laura ha recentemente lavorato con Ferzan Ozpetek in “Un Giorno Perfetto” (2008).