26 gennaio Femminismo a roma negli anni ’70

Martedì 26 Gennaio alle 18:30 presentiamo il libro di Paola Stellifericopertina femm 70-page-001
Il femminismo a Roma negli anni Settanta : percorsi, esperienze e memorie dei collettivi di quartiere

Oltre all’autrice parleranno del libro:
Laura Schettini (SIS, Società Italiana delle Storiche)
Enrico Schirò è dottorando in filosofia presso l’Università di Bologna. Studiando filosofia a Roma inciampa a caso su Carla Lonzi. Di femminismo sapeva solo che è di dieci lettere e inizia per f; di politica che somiglia a un gioco da tavola di cui non si conoscono le regole. Per desiderio o per provocazione nel 2011 organizza un seminario su Sputiamo su Hegel: un mezzo disastro. Da allora, tutto ciò che ha scoperto di buono nella politica lo ha imparato da donne femministe, amiche e maestre.

Valeria Ribeiro Corossacz
è ricercatrice di antropologia presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. Dal 1996 svolge ricerche sul campo a Rio de Janeiro (Brasile) e in Italia, studiando in particolare l’intersezione di razzismo e sessismo, i temi del lavoro e delle migrazioni, e il rapporto tra antropologia e femminismi. Ha scritto Il corpo della nazione. Classificazione razziale e gestione sociale della riproduzione in Brasile, Cisu, Roma, 2004; ha curato insieme a Alessandra Gribaldo La produzione del genere. Ricerche etnografiche sul femminile e sul maschile, Ombre corte, Verona, 2010; è di prossima uscita Bianchezza e mascolinità in Brasile. Etnografia di un soggetto dominante, in corso di pubblicazione, Mimesis, Collana Antropologia Oggi, Milano.

Scheda del libro:
Nel corso degli anni Settanta Roma ha racchiuso in sé la molteplicità dei femminismi italiani vedendo interagire, da un quartiere all’altro, collettivi, consultori autogestiti, redazioni di giornali, associazioni culturali, gruppi teatrali, librerie delle donne. Attingendo a fonti scritte e orali la ricerca ripercorre le vicende del femminismo romano seguendo la sua evoluzione da fenomeno elitario a movimento di massa. Il racconto prende le mosse dall’irrompere sulla scena politica e culturale romana dei primi gruppi “separatisti” e ripercorre, nella prima parte del volume, la filiazione di un numero crescente di collettivi, fino all’occupazione della Casa delle Donne di via del Governo Vecchio (1976). Attraverso un viaggio dal centro cittadino alle periferie, il focus viene spostato, nella seconda parte del lavoro, dai collettivi “centrali” a quelli “di quartiere”. Le realtà indagate (il Collettivo femminista-comunista Magliana, il Collettivo femminista Appio-Tuscolano, il Collettivo femminista di Testaccio e il gruppo che da Casal Bruciato è poi confluito nel Collettivo di Trastevere) fanno emergere un femminismo fortemente politico che, per quanto periferico e di breve durata, non fu marginale né effimero.
Questo lavoro, vincitore della prima edizione del premio dedicato alla memoria di Vinka Kitarovic, offre una prospettiva inedita dalla quale osservare i femminismi italiani nel periodo della loro massima espansione.