Ha senso rimettere pezzi di sé al loro posto nei buchi lasciati sul corpo? Ha senso fare domande sul passato? Cosa ci manda letteralmente in pezzi? Esiste un tempo e un luogo sospeso in cui darsi la possibilità di riacquistare una interezza tale da affrontare la vita, i suoi dolori, le sue passioni, i suoi colpi? Frantumi è tutto questo. Un’opera disegnata magistralmente da Rita Petruccioli, che esordisce così con la sua prima storia lunga, che tra colori e tratti netti riesce a esprimere esattamente il senso della sceneggiatura di Giovanni Masi, che racconta i frantumi in dialoghi essenziali senza mai perdersi nella vacuità della non narrazione. I personaggi rimangono attaccati addosso, con una mia particolare predilezione verso Laila, eroina in occhiali da sole, ferita e coraggiosa.