31 marzo presentazione de’ “l’anno breve”

Giovedì 31 marzo, ore 18:30
presentazione L’anno Breve di Caterina Venturini

Insieme all’autrice interverranno:
Cinzia Paolillo – Associzione dasud
Claudia Martini – Cattive Maestre
Marta Di Cola – Associazione Scosse

Cristian Raimo – Insegnante e scrittore
Tony Saccucci – Insegnante e scrittore

Letture di Eva Harrington – Scrittrice e traduttrice

anno breve

I nuovi studenti di Ida Ragone hanno una specialità: sono anche pazienti. Pazienti che guariscono difficilmente, o mai del tutto. “Qui nessuno è guarito” dice Ida alla madre – neppure noi che partivamo avvantaggiati.” Non si guarisce dalla vita, non guariscono neppure quei “noi” sani, divisi irrevocabilmente dai malati dalla torre di un ospedale, nel quale Ida andrà per nove mesi a fare lezione a ragazzi che spesso non vogliono o non possono alzarsi da un letto. Cosa insegnargli di così urgente e indispensabile? Come può insegnare qualcosa proprio lei che cambia scuola ogni anno, quando sono i suoi studenti che devono ogni giorno spiegarle tutto: le medicine che prendono, le diagnosi, le attese e i dispiaceri, e quanto poco potesse fare la scuola anche quando erano sani.
Con queste domande Ida comincia il suo ennesimo anno breve, e fin da subito capisce che è lei a dover imparare, soprattutto ciò che non può fare per loro: non può pretendere che Mattia apra gli occhi fin dal mattino per studiare, né che Andrea le sorrida, o che Leila smetta di fuggire e ricominci a mangiare.
Eppure qualcosa succede, se Giulia comincia a interessarsi alle vicende di Jacopo Ortis e Franco le chiede consigli d’amore; quei ragazzi non sono poi così diversi dagli adolescenti che ha incontrato a scuola negli anni precedenti, né da com’era lei, giovane studentessa in un lontano passato che ha cercato a ogni costo di dimenticare e che ora torna del tutto inaspettato nella sua vita.
Solo in ospedale, nel luogo della malattia e del non-senso, Ida capisce che la scuola può fare molto poco per gli studenti, è sempre stato così, ma proprio quel poco, non esattamente misurabile da nessuno, va fatto tutti i giorni al meglio di sé, delle proprie speranze e delle proprie fragilità. Solo quel tempo congelato in cui si lotta per la sopravvivenza, le consegna un’intensità altrove mai vissuta, mettendola a confronto con una vita che pensava di desiderare, un posto all’università e una relazione sicura, cui ora non può più dare tempo.

«Eravamo tutti in attesa. Di sangue migliore, di ansie controllabili, di un peso corporeo decente, di bellezza, di amore.» (L’anno breve)