Il 16 Giugno alle 19 un incontro per presentare il primo romanzo di Claudia Bruno
FUORI NON C’E’ NESSUNO
Insieme all’autrice Claudia Bruno Interverranno:
• Elisabetta Galgani, giornalista professionista, responsabile della sezione Culture de La Nuova Ecologia e presidente dell’associazione “Marmorata169” che si propone d’indagare le trasformazioni urbane attraverso varie arti, tra cui il “racconto di città”
• Silvia Vaccaro, giornalista freelance, collaboratrice da anni con la rivista Nidonne scrivendo principalmente di diritti umani e attivismo femminista.
Ci sarà anche Milena Djokovic, traduttrice dal serbocroato per Nottetempo e non solo, per leggere alcuni brani dal libro.
Greta si era chiesta se anche gli altri a forza di respirare la terra sottile spinta dal vento marino tra le impalcature, se a forza di spazzarla continuamente via dai pavimenti come aveva fatto sua madre tutti i santi giorni, si sentissero come si sentiva lei ora, una ferraglia impolverata con l’aria che passa tra i vuoti. Forse anche Michela si era sentita così a guardar di nuovo fuori dalla sua stanza di ragazza. Forse si era chiesta che ci faceva lì, un’altra volta. Di fatto, nessuno avrebbe potuto davvero rispondere a questa domanda. Perché Michela non aveva lasciato scritto niente.
Adagiata tra il mare e la grande città c’è Piana Tirrenica, una delle tante campagne trasformate in dormitori industriali, un paesaggio di edifici in continua costruzione, centri commerciali, fabbriche, margini dimenticati. Greta ci è arrivata che aveva nove anni. È venuta con i genitori dal Sud, come altri hanno fatto, in cerca di progresso e benessere, ideali presto svaniti nel nulla. Greta a Piana cresce, cambia appartamenti, incrocia altre solitudini e conosce Michela. Tra le due, alle soglie dell’adolescenza, nasce un’intensa relazione, sospesa tra l’amore e l’amicizia più profonda, che resterà nel tempo come una cicatrice ad accompagnare il rumore di sottofondo delle esistenze suburbane e i ricordi ancora vividi di un’infanzia passata al Sud. Così, ripercorrendo ferite e mettendo assieme frammenti, la storia di Greta e quella di Michela prendono forma, fra lo stupore del mondo e i grandi spazi desolati.