7 agosto brindiamo alla nostra estate


Chiudiamo il 10 Agosto e riapriamo il 27, ma per confondervi un po’, brindiamo insieme alla nostra estate il 7 Agosto. Mercoledì, dalle 20:30 alle 01:00.
Con la mitica DJ Peasy.
Vi aspettiamo in ciabatte, come da decennale usanza!

(il disegno della Tuba Sirena è di Simone Tso ♥)

EstaTuba – i nostri consigli da ombrellone

shopOvunque sarete, con chiunque sarete, non importa quanto caldo farà…

se avete i libri giusti questa estate sarà la vostra estate.

Abbiamo riorganizzato lo spazio della libreria per voi. Oltre alla scelta di narrativa, fumetti e saggistica di Tuba, ci saranno le sezioni di:

– gialli/noir

– novitàdonne che leggono a letto

– i libri belli di sempre

– donne coraggiose nella storia

– economici

Ma sopratutto, chiedeteci e vi sapremo consigliare i libri giusti per voi e per chi volete!

Dieci libri per l’estate

Dieci libri da leggere sotto l’ombrellone….Fate tappa da Tuba prima di partire per le vacanze, vi aspettiamo!

 

Rosa Candida,
Audur Ava Olafsdur
Lobbi ha ventidue anni quando accetta di prendersi cura di un leggendario roseto in un monastero del Nord Europa. È stata la madre, morta da poco in un incidente d’auto, a trasmettergli l’amore per la natura, i fiori e l’arte di accudirli, il giardinaggio. Cosí Lobbi decide di lasciare l’Islanda, un anziano padre perso dietro al quaderno di ricette della moglie, e un fratello gemello autistico. Lascia anche qualcun altro: Flóra Sól, la figlia di sette mesi avuta dopo una sola notte d’amore (anzi, precisa lui, «un quinto di notte») con Anna.
Con sé Lobbi porta alcune piantine di una rara varietà di rose a otto petali, molto cara alla madre, la Rosa candida. Questi fiori saranno i silenziosi compagni di un viaggio avventuroso come solo i viaggi che ti cambiano la vita sanno essere.  Ma sarà soprattutto l’arrivo di Anna e Flóra Sól in quell’angolo fatato di mondo a provocare i cambiamenti più profondi e imprevisti nell’animo del ragazzo.

Il romanzo è diventato un caso letterario in Francia grazie al passaparola.

 

La figlia,
Clara Usón

Una famiglia unita e felice, un padre affettuoso che ha cresciuto con amore la sua bambina, la sua prediletta, una  ragazza seria e di talento con un futuro brillante davanti a sé. Ignara che quell’uomo, il padre adorato, è considerato il «Boia dei Balcani». Epico, emozionante, di intollerabile verità, un romanzo magnifico e difficile. Clara Uson esplora con maestria l’anima della sua protagonista.

 

Il corpo docile,
Rosella Postorino

Milena è nata in carcere e li ha vissuto fino all’età di tre anni. Un’origine che lei tiene nascosta, un segreto che la tiene separata dal mondo e dagli altri. Rosella Postorino racconta la gabbia delle nostre esistenze «separate e inconciliabili», e insieme la felicità furiosa dei corpi che si toccano, con una scrittura a volte fluida a volte dura, carnale.

 

Tutte le feste di domani,
Veronica Raimo

I coniugi Falsini, che all’inizio degli anni Novanta devono capire come ristrutturare il loro appartamento, dodici anni prima erano soltanto Alberta e Flavio. Lei una studentessa affascinante, povera e testarda, che si sta per laureare, lui un brillante e facoltoso professore di Estetica membro della commissione di laurea. Alberta cela dietro i ricattatori occhi turchini la capacità di mettere in scacco le abitudini della vita, e trasforma la sua discussione in un teatro dell’assurdo con una scena muta volontaria. Sa di prendere un votaccio ma anche di aver sedotto per sempre Flavio, colui che nel giro di un anno si ritroverà a essere suo marito. Così, per incanto o per calcolo, Alberta passa dalla vita di una comune di spiantati alla molleggiata pace borghese, dove tutto sembra una compiaciuta e terribile rappresentazione. Ma Alberta ha un’arma in più, una specie di dono, un’irresistibile eccentricità in grado di far fibrillare il senso di qualunque abisso di noia. Nulla è certo in questo romanzo, perché tradimento e complicità sono due facce della stessa delirante ambizione: trasformare la propria esistenza in una partita a carte in cui ogni avversario è convinto di essere un compagno di gioco.

 

Un amore più forte di me,
María Dueñas

Blanca Perea è una donna all’apparenza invulnerabile, stimata docente universitaria e pilastro di una famiglia felice. Improvvisamente, vede crollare tutte le sue certezze quando scopre che il marito sta per avere un figlio da un’altra donna. Fuggire da Madrid sembra essere l’unico modo per salvarsi e, senza pensarci, accetta una borsa di studio di tre mesi in California, all’Università di Santa Cecilia. Deve catalogare e archiviare tutte le carte di Andrés Fontana, importante letterato spagnolo trasferitosi negli Stati Uniti e morto già da trent’anni, un lavoro apparentemente noioso ma che si rivela invece decisamente intrigante. Perché nessuno ha finora recuperato l’eredità di Fontana? E perché farlo proprio ora? Per ottenere le risposte che sta cercando, Bianca dovrà scavare nel passato, affrontare retroscena impensati e svelare interessi politici.

 

Maltempo,
Mariolina Venezia

Il Pm Imma Tataranni non sopporta le chiacchiere, l’intuito femminile e il punto G. Un po’ Giovanna d’Arco, molto don Chisciotte, si aggira per la Basilicata in tacco dodici, intemperante piú che mai, indagando su un caso che potrebbe far tremare il governo o rovinarle la carriera.
Nei parchi naturali sventrati dalle compagnie petrolifere, fra maghe contadine e tramonti western, eccola in prima linea, alle prese con un marito meno sbadato di quel che sembra, un appuntato troppo attraente, una figlia, e un dubbio che la arrovella: come mai fra i calanchi vaga qualcuno che dovrebbe essere morto? Una nuova inchiesta della protagonista di Come piante tra i sassi, il ritratto in giallo di un’Italia unita con lo scotch.

 

Il posto delle donne,
Rossana Campo

Parigi, i nostri anni. Emma, italiana, lavora in un bistrot ed è appena stata lasciata dalla sua compagna Carmen. Incontra una donna più giovane, una spensierata e sensuale ballerina di lap dance, Maxine, e se ne innamora; ma dopo pochi giorni, Maxine viene ritrovata uccisa in un parco della città. Emma non si rassegna, decide di capire, di indagare: ricostruisce la vita di Maxine incontrando la sua amante e la compagna di lei, entrambe raffinate intellettuali, esplorando l’ambiente omofobo e maschilista della lap dance; e nel frattempo, cerca di superare il fallimento della sua storia d’amore e il trauma della perdita della giovane amica aprendosi ancora alla ricerca erotica. Rossana Campo torna al romanzo con una storia dolcemente torbida: una storia di eros, morte, amicizia, tradimento, redenzione; e con un personaggio, Emma, coraggiosa e impudica, saggia e sventata, che non teme di rischiare tutto e osa rovesciare la tragedia nella ricerca – affannosa eppure lieve – di una nuova speranza. 

 

 Evelina e le fate,
Simona Baldelli

Evelina e le fate è la storia di una bambina di cinque anni che vede con gli occhi della sua età quello che accade intorno a lei. Il libro si apre su una scena memorabile, l’ arrivo degli sfollati. A Evelina pare che dalla neve stiano uscendo le anime dei morti. In un succedersi incalzante di vicende e colpi di scena, sulle colline attraversate dalla Linea Gotica alle spalle di Pesaro, in attesa dell’arrivo degli alleati, trascorre l’ ultimo anno della seconda guerra mondiale e travolge tutta la famiglia di Evelina, padre e madre molto malata, i fratelli, e il segreto di una bambina ebrea nascosta sotto una botola dentro la stalla. A Evelina si accompagnano, premurose e materne, due fate: la Nera, dai tratti cupi, e la Scèpa, la fata allegra, colorata, con una veste a fiori, che ride sempre.

Realtà e magia si mescolano e si intrecciano in questo esordio denso e maturo, facendo rivivere il mondo contadino e insieme quello delle fiabe antiche con l’ intrico complesso della guerra civile e di quella mondiale. Lo stile asciutto che l’ autrice sa ben controllare è arricchito dall’ inserimento di elementi dialettali che rendono il racconto più reale: sono parole magiche, parole amuleti, filastrocche, che aprono la porta al sogno o alla profezia. Evelina prende per mano il lettore e lo introduce in un passato fabuloso e tragico che costeggia l’ invisibile e riscrive alcuniepisodi della grande Storia con accenti nuovi.

 

La crepa,
Claudia Pineiro

Nella vita da uomo qualunque dell’architetto Pablo Simó c’è una fessura inconfessabile, una crepa che gli tormenta la coscienza: Nelson Jara. Forse era solo un piccolo truffatore, una “canaglia”, ma anche Pablo Simó sa di essere una canaglia, nonostante l’apparenza di irreprensibile professionista e buon padre di famiglia. Come una crepa che si allunga e si allarga, tutte le piccole certezze quotidiane di Pablo si sgretolano: una giovane donna che sembra sapere chissà cosa su Jara scatena in lui un’attrazione dirompente, la famiglia va in frantumi, il lavoro diventa insopportabile, e passo dopo passo la tentazione di essere canaglia fino in fondo lo travolge. Ancora una volta Claudia Piñeiro ci narra i piccoli inferni di una variegata umanità, nella monumentale Buenos Aires invasa dal cemento delle speculazioni edilizie dove l’apparenza, più che mai, inganna.

Le sorelle ribelli,
Corinne Atlas

Jeanne, Brigitte ed Elsa fuggono dal paesino natio nel sud della Francia alla volta della capitale per inseguire i loro sogni di ragazze degli anni ‘70. La prima è animata dal desiderio di emancipazione tipico della sua generazione, la seconda rifiuta di conformarsi all’ideologia femminista allora nascente e spera di incontrare a Parigi il marito ideale, mentre la più piccola è convinta di avere un certo talento letterario ed è determinata a realizzarsi come scrittrice. Tre spiriti ribelli a cui la vita riserverà molte sorprese, in un viavai di personaggi e di ricordi che scandiscono il racconto della grande Storia dai movimenti studenteschi all’elezione di Mitterrand, dalla caduta del muro di Berlino fino all’attentato alle torri gemelle.


L’ho uccisa perché l’amavo” Falso!
Loredana Lipperini, Michela Murgia


Delitto passionale. Raptus. Gelosia. Depressione. Scatto d’ira. Tragedia familiare. Perché lei lo ha lasciato, chattava su Facebook, non lo amava più, non cucinava bene, lavorava, o non lavorava. Nascondendo la vittima, le cronache finiscono con l’assolvere l’omicida: una vecchia storia, nata in tempi lontani e ancora viva fra noi. Per questo bisogna imparare a parlare di femminicidio. Tutti, non solo i media. Dobbiamo farlo noi. Dobbiamo trovare le parole.