Le nostre recensioni

Bianca Pitzorno, Diana, Cupìdo e il Commendatore – Mondadori – €9.5
recensione di Alice R.A.T. – 9 anni.

Ho letto il libro di Bianca Pitzorno, Diana, Cupìdo e il Commendatore.
E’ la storia di Diana, una bambina di 11 anni che vive a Lossai con la sua migliore amica, Teresa. Per colpa del patrigno, che giocando a carte ha perso la casa al mare, la casa a Ventotene, i magazzini in affitto, la casa a Lossai, l’ oro e perfino la catenella spezzata di Zelia, la sorella di Diana, è costretta a trasferirsi a Serrata dal nonno, il commendator Giuliano Serra.
Consiglio il libro alle bambine e ai bambini dai 7 anni e mezzo in poi perché è bello ed ha una bel racconto del rapporto tra Diana e il nonno che prima si stavano alla larga e poi Diana lo porta via dal manicomio, dove l’ avevano messo i parenti.

Rania Ibrahim, Islam in love – Jouvence – € 19.90
recendione di Claudia (maestra). Libro consigliato dai 16 anni

Nella Londra dei nostri giorni, due adolescenti vengono travolti dall’amore, senza capire bene cosa li spinge in modo così irrazionale l’uno verso l’altra.
Non hanno punti in comune, Mark e Laila, non dovrebbero amarsi, non dovrebbero nemmeno guardarsi negli occhi, a scuola. A dirla tutta è previsto che due ragazzi così debbano solo odiarsi ferocemente: Mark è figlio di un politico di estrema destra xenofobo. I suoi amici hanno appartamenti in cui troneggiano mezzibusti del Fuhrer, organizzano assalti in quartieri di immigrati e picchiano duro. Leila è nata a Londra ma in quei quartieri ci abita, con la sua famiglia, proprietaria di un piccolo minimarket, porta il velo e crede in Allah.
Questi due ragazzi, figli del loro tempo, si innamorano e si mettono assieme nascondendosi da tutti. Si incontrano nell’appartamento di un amico e scoprono il sesso e l’amore.
Gran parte del romanzo racconta i loro incontri, in cui fanno l’amore, imparano a conoscersi e poi rifanno l’amore, così all’infinito. Se può sembrare a tratti anche noioso questo continuo susseguirsi di sequenze descrittive e riflessive, si capisce anche come sotto i dettagli del sesso si muove un mondo fatto di sensi di colpa atroci, che vogliono una donna, fin da ragazzina, sessualmente compiacente, tutta spostata sul piacere del maschio e con spazi di riflessione su di sé, sul proprio piacere, molto ristretti e angusti. Mark invece deve fare i conti con una violenza xenofoba distruttiva innanzitutto per sé cercando un altro modo di esser maschio, anche se ahinoi, spesso la Ibrahim lo sposta dal naziskin al principe protettivo ma tanto dominatore, figure dietro le quali Leila comunque non trova centro, ma sempre dipendenza. 
Un romanzo per ragazzi e ragazze ma anche per adulti, perché è agghiacciante il senso di impotenza che scopri quando capisci che non c’è nulla attorno, che aiuti questi ragazzi a costruire una prospettiva libera e liberata.

Lucia Troisi, L’eredità di Thuban – Mondadori – € 17 – recensione Cristina

Lucia ha sempre guardato Roma da un cancello. Il cancello di un orfanotrofio, da dove pensa, ormai grande, di non poter uscire mai più. Ma non sarà così, perché Lucia è una draconiana e, seppur inconsapevole, dovrà salvare il mondo intero dall’oscurità di Nidhoggr che, imprigionato nelle viscere della Terra, vuole distruggere L’Albero del Mondo e la bellezza della Natura. Una storia che ha per protagoniste due ragazzine di 13 anni Lucia e Lidia, una storia di amicizia e di forza. Lucia potrà sconfiggere il male solo se finalmente riuscirà a credere in sé stessa, se riuscirà ad amarsi e a fidarsi della sua amica. Ambientato sul lago di Albano, ai castelli romani L’eredità di Thuban è il primo della sagra di Lucia Troisi de La ragazza del Lago. Un bellissimo racconto che vede finalmente protagoniste due ragazzine e la forza della loro amicizia.

Arundhati Roy, Il ministero della suprema felicità – Guanda – €19 – recensione di Cristina

Finalmente Arundhati Roy torna in libreria dopo 20 anni dal Il Dio delle piccole cose con un romanzo complicato, intrigato ma profondo. Protagonista è sempre la sua India, della quale la scrittrice ci dà uno spaccato totale e spietato. Arundhati Roy in questo romanzo prende parola su tutto quello che sta succedendo in questo momento in India, dal dibattito sulle caste, alla guerra d’indipendenza del Kashmir, al clima prima dell’elezione del primo ministro Narendra Modi, alle multinazionali che stanno mangiando l’India e distruggendo le sue bellezze, al sanguinoso rapporto induisti/musulmani, alle discriminazioni di genere. Ci mette tutto dentro, come se non ci fosse un domani. Protagonista è l’hijra musulmana Anjum, che nascendo ermafrodito decide di lasciare la famiglia che la voleva uomo per crescere donna in una comune. Ma a Anjum oltre al corpo le sta stretta anche la comune, decide così di uscire fuori e di vivere New Dehli con i reietti come lei, gli intoccabili. La scoperta di una bambina abbandonata la porterà a conoscere Tilottama di cui la scrittrice ci narra la sua storia d’amore per due uomini e la loro lotta, la resistenza ma anche le torture subite per la guerra in Kashmir, molto presente in questo romanzo di Arundhati Roy. Bisogna avere pazienza per leggere Il mistero della suprema felicità, immagino come per vivere in India. Lentezza e pazienza per arrivare fino in fondo e scoprire quanto la felicità sia delle piccole cose che difficilmente i regnanti possono capire ma che i reietti possono invece costruire. Così Anjum cercherà di realizzare in un cimitero una piccola convivenza tra i vivi e i morti, come se solo da questa unione si possa realizzare il Ministero della suprema felicità.

Elsa Morante, La Storia – Einaudi – €14,5recensione di Cristina

A casa mia questo libro è sempre stato un testo sacro. Per mia nonna, per mia madre, per me. Una Elsa Morante trasmessa da generazione in generazione come appunto è La Storia. Un testo che dovrebbe essere messo come obbligatorio nei licei italiani, altro che ancora I Promessi Sposi. Sicuramente in questo paese si potrebbe tramandare un antifascismo sano e ideale e non quella ambiguità post seconda guerra mondiale di cui è intrisa la nostra politica. Al centro de La Storia c’è Roma, come nessuna scrittrice o scrittore ha saputo mai più raccontare. Una Roma difficile quanto quella di Rossellini, ma anche una Roma resistente, anche nella sua profonda povertà. Una Roma solidale anche quando sembra che ormai sia abbandonata a sé stessa. Una Roma che ti fa piangere per la sua bellezza ma anche per la sua cattiveria. Ida vive a San Lorenzo, proprio in quella via dei Volsci protagonista degli anni 70, è qui che il militare del terzo Reich Gunther la violenterà. Dalla gravidanza nasce Useppe, un bimbetto malaticcio ma dai grandi occhi turchini. E’ attraverso questi occhi che Elsa Morante ci fa vedere il bombardamento di San Lorenzo, i rastrellamenti al ghetto, la ricerca di un riparo in una Roma devastata, la paura, la fame, la resistenza, i partigiani. Ma sarà proprio la fine della guerra il periodo più duro per Ida, Useppe e il cane Bella. Una Roma sola e difficile, abbandonata a sé, dove non c’è stata resa dei conti con i fascisti ma un patteggiamento che per Elsa Morante sembra abbia ucciso qualsiasi possibilità di salvezza anche per i protagonisti. Un libro molto criticato, ma un capolavoro assoluto di storia, politica e umanità. Grazie ancora ad Elsa Morante.