Le recensioni di marzo

Lorenza Gentile, “La felicità è una storia semplice”, Einaudi 2017 – recensito da Barbara 

Un quarantenne depresso, prossimo al suicidio, e una nonna vitale ed autoritaria sono protagonisti di uno strampalato viaggio per l’Italia. Una storia spassosa, piena di umanità e poesia, che racconta la difficoltà di crescere; a volte basta esercitare scelte coraggiose e prendere in mano la propria vita per concedersi una seconda opportunità.

Donatella Di Pierantonio, L’Arminuta, Einaudi, 2017 – recensito da Barbara

L’Arminuta (la ritornata, in dialetto abruzzese) viene restituita -all’età di 13 anni- alla sua famiglia di sangue dalla famiglia che, fino ad allora, l’aveva allevata. E si ritrova così, nel pieno dell’adolescenza, a vivere il trauma doloroso di cui non conosce le cause scatenanti. La lingua è segno e metafora dello straniamento: educata in una famiglia di città che parla un italiano corretto, tra lezioni di danza e piano, l’Arminuta viene scaraventata nel mondo ignoto della campagna, della povertà e del dialetto.
Un romanzo meraviglia, una prosa lucida e tagliente; se è necessario capire da dove si viene per costruire la propria identità è altrettanto importante imparare a riconoscere la cura e le relazioni umane salvifiche.

Borderlife di Rabinyan Dorit – Longanesi €16.90 – recensito da Cristina

Con molto difficoltà si riescono a trovare romanzi scritti da israeliani che affrontino così lucidamente il rapporto con i palestinesi e l’occupazione. Bisogna dare atto alla scrittrice di aver avuto molto coraggio a scrivere questo libro che infatti è stato censurato in Israele. Liat e Hilmi si conoscono in una New York già senza torri gemelli. Per gli arabi la vita non è facile. Ma Liat e Himli si amano tanto, pur capendo subito che la vita non è uguale allo stesso modo. Ma può solo l’amore superare i check point, le provenienze familiari e i pregiudizi? Un libro che inizia nella Grande Mela ma che finisce a Tel Aviv, dove Liat tornerà dopo la fine della borsa di studio. Ma ormai è una donna diversa, una israeliana diversa. Perché il suo grande amore si trova al di là di quel muro che lei forse, prima di conoscere Hilmi, non aveva mai veramente visto.

L’arabo del futuro, una giovinezza in Medio Oriente (1978-1984) di Riad Sattouf – Rizzoli €20 – recensito da Cristina 

Succede che quando un arabo e una francese decidono di fare un figlio questo nasca biondo. E’ così che il piccolo Riad dai capelli biondi si trova a vivere la sua giovinezza in Medio Oriente, prima nella Libia di Gheddafi e poi nella Siria di Hafiz al-Asad. Il primo volume di una trilogia che in Francia ha spopolato, finalmente viene tradotto in italiano.  “Mio padre sosteneva il Panarabismo, la sua ossessione era dare un’istruzione agli arabi, l’unico modo per uscire dall’oscurantismo religioso”, dice Riad a giustificazione della decisione del padre di tornare, da laureato alla Sorbonna, nella sua terra libanese ad insegnare. Una fumetto che è anche un romanzo storico che racconta sei anni di vita in medio oriente base per capire l’attuale fase politica.