Il bosco

“Sai cosa è un confine? Un confine non è niente, è un bordo, è un punto in cui si incontrano due tessuti, è un punto in cui la trama è esposta e si fa più sottile. Tu dimmi, vedi qualche differenza tra noi e quelli di là? C’è bisogno di tutte quelle sceneggiate, dei fucili a tracolla?” Mio padre era un pacifista ci dice Schatzi e nelle lunghe passeggiate che facevano insieme nei boschi sin da quando era piccola, cerca di farle amare il mondo intero fatto di tante lingue e culture. Soprattutto cerca di non farle avere paura di quelli di là, che sono slavi come lui ma con i coltelli tra i denti. E’ così che il libro entra nella Storia quella con la S maiuscola del 1984 quando insieme andranno a Sarajevo per assistere alle gare delle Olimpiadi invernali. È qui che Schatzi incontra Luka, nipote di un amico del padre, che in pochissime ore la fa innamorare della città e dei suoi boschi.
Luka le fa vivere e sentire fino in fondo cosa voglia dire appartenere a un luogo, sentirne le radici profonde, e allo stesso tempo percepirne la fragilità, il conflitto che cova sotto la terra, pronto a esplodere da un momento all’altro. Ma questo è ancora lontano i quesi giorni di  Olimpiadi quando ancora tutte le nazione gareggiano insieme, tante e diverse, senza confini. Poi arriva il 1993 e una sanguinosa guerra costringerà Sarajevo in un lungo assedio. Che fine avrà fatto Luka? Schatzi dalla pacifica Italia sente il bisogno di ritrovare Luka, di conoscerne il destino, e inizia a scrivergli lettere a cui il giovane Luka risponderà con gli occhi del testimone di orrore e morte in quella città che solo pochi anni prima era stata sotto gli occhi di tutti e che adesso è da tutti dimenticata. Poi arriva il 2015 quando Schatzi, ormai adulta e lontana da Trieste, migrata verso l’ovest, decide di tornare a Sarajevo per capire se Luka è ancora vivo. “È molto pericoloso non avere un’identità collettiva”. Tra i boschi delle Olimpiadi e delle passeggiate, hanno combattuto i giovani di Sarajevo, qualcuno è morto, uno, Dragan, è sopravvissuto perché conosceva quesi boschi più degli altri.