Suggerimenti di lettura: Romanzi con protagoniste lesbiche o vicende lesbiche

La Tuba Viola suggerisce

Alice Walker Il colore viola

Anne Marie Schwarzenbach Ogni cosa è da lei illuminata

Ann-Marie MacDonald Chiedi perdono, La vita adulta

Audre Lorde – Zami, Sorella Outsider (saggi)

Chiara Sfregola Camera single, L’estate verticale

Cristina Obber L’altra parte di me

Delia Vaccarello Principesse azzurre, Pressoché amanti: racconti d’amore e di vita di donne tra donne.

Djuna Barnes La foresta della notte

Eva Baltasar Permafrost, Boulder, Mammut (anche se meno)

Fannie Flag Pomodori verdi fritti

Goliarda Sapienza L’arte della gioia

Harper Lee Oltre la siepe

Jeanette Winterson Scritto sul corpo, Non ci sono solo le arance, il sesso delle ciliegie

Leslie Feinberg Stone butch blues

Margherita Giacobino L’uovo fuori dal cavagno, Ritratto di famiglia con bambina grassa

(le pioniere del sesso, un’americana a Parigi sotto pseudonimo di Eleonor Rigby)

Marina Cvetaeva  Sonecka

Patricia Highsmith Il prezzo del sale (Carol)

Radclyffe Hall Il pozzo della solitudine

Rita Mae Brown la giungla dei frutti rubini

Rossana Campo Mentre la mia bella dorme

Sarah Waters Ladra, Carezze di velluto e Affinità

Simona Baldelli La vita al rovescio

Viola Di Grado Fame Blu, Marabecca

Violette Leduc La Bastarda, Therese e Isabel

Virginia Woolf Orlando, epistolario con Vita Sakwille West

Sconto per lo spettacolo Diario di un’attrice, alla ricerca di momenti di essere

Diario di un’attrice, alla ricerca di momenti di essere
Liberamente ispirato a “Diario di una scrittrice” di Virginia Woolf
Drammaturgia e regia Federica Bognetti

Dal 4 al 6 aprile ore 20.30 , 7 Aprile ore 17.30

Teatro Argot Studio via Natale Del Grande, 27 Rm

Per le amiche della libreria un imperdibile sconto utilizzando il qr code e il codice DIARIO10 il biglietto costerà solo 10 euro

Prendendo spunto e ispirazione da “Diario di una scrittrice” di Virginia Woolf, dove l’autrice si interroga sul processo creativo e sulla forma, ho creato unospeak out dedicato alle fasi private e artistiche che vive l’attrice. La scena è la pagina bianca dalla quale partire. Ho messo in scena il nemico, tutto ciò che impedisce la creazione, appellandomi ai miei strumenti artistici. Dalla paralisi nasce la vita. Nella stesura del suo diario la Woolf elabora il suo manifesto artistico; attraverso il suo manifesto elaboro il mio. In scena ci sono Virginia e Federica in un continuo scambio di punti di vista. Frammenti di alcune opere prendono corpo, voce. Una matrioska.

Federica Bognetti

Acquista il biglietto qui:
https://www.2tickets.it/SelectTitolo.aspx?idt=1967849&set=T&car=&ide=1968

Prenotazioni telefoniche: 06.5898111

Dal lunedì al venerdì dalle ore 10.30 alle 17.30

Sabato dalle 18.00 alle 20.00

Domenica dalle 15.00 alle 17.00

Prenotazioni online: info@teatroargotstudio.com

Omero è stato qui

La scrittrice Nadia Terranova continua a parlare della sua terra. Questa volta attraverso i miti e le leggende legate alla figura di Omero che, come titola il libro, è stato qui. Ma qui dove? Omero è stato in tutte le fiabe ascoltate dalla giovane Terranova, è stato nell’istmo di terra che non unisce i due mari Ionio e Tirreno. Omero sta nelle narrazioni corali delle famiglie, delle città, è nei grandi rimossi di un popolo intero. Sono le storie delle sirene di Ulisse, di Cola Pesce, di alcune ragazze terribili, coraggiose e mostruose. I miti esistono come luogo di narrazione feroce, catartica, consolaroria e collettiva. Questo libro è per tutti e tutte anche se l’autrice riserva un occhio speciale per i ragazzi e le ragazze. Infine il libro ci restituisce alcune delle leggende omeriche attraverso uno sguardo intimo di una grande narratrice di questi anni. Le illustrazioni di Vanna Vinci rendono questo librino una chicca preziosa.

I libri da leggere e regalare a natale

Anche se i quotidiani e le bacheche Facebook in questi giorni pullulano di liste, abbiamo voluto rispettare la tradizione e pubblicare anche la nostra.

Più disordinata e incompleta che mai: quest’anno tra festival e presentazioni in libreria abbiamo lavorato e letto tantissimo e il tempo da dedicare alle recensioni ci è scivolato via.

Per la prima volta dunque quest’anno troverete anche dei suggerimenti accompagnati da recensioni che non sono nostre.

 

LE NOSTRE RECENSIONI

D’amore e di lotta, Audre Lorde, Le Lettere, 16 euro

Dopo un’attesa durata anni, ci giunge finalmente un altro tassello dell’opera di Audre Lorde. Cinque anni dopo la pubblicazione in Italia di Zami, la sua mitobiografia (edizioni ETS), e di Sorella Outsider, la raccolta di saggi politici edita da Il dito e la Luna, arriva D’amore e di lotta, un’antologia delle poesie di Audre Lorde pubblicata dalla casa editrice Le Lettere con il testo originale a fronte. Le bellissime traduzioni sono a cura del collettivo WiT-Women in translation (non a caso composto da nomi eccellenti : Maria Micaela Coppola, Grazia Dicanio, Margherita Giacobino, Loredana Magazzeni, Mariagrazia Pecoraro, Maria Luisa Vezzali e Anna Zani).

Una vera e propria immersione nella poetica di Lorde (le poesie sono tratte da volumi usciti dal 1968 al 1993 – l’ultimo è stato pubblicato postumo), che non si discosta dalla sua produzione saggistica. Le poesie presenti in D’amore e di lotta – come la nota e travolgente Litania per la sopravvivenza o Potere che racconta l’omicidio di un bambino di dieci anni compiuto da un poliziotto bianco : « non avevo notato né la statura né altro / solo il colore » – sono colme di una cruda realtà che non sfoccia mai nella rassegnazione, ma si tramuta in un potente invito a resistere, amare e trasformarsi per cambiare il mondo che ci circonda.

L’origine degli altri, Toni Morrison, Frassinelli, 15,90 euro

Con L’origine degli altri Toni Morrison ci consegna una riflessione sulla costruzione del razzismo e lo fa da grandissima scrittrice qual è, ripercorrendo testi che hanno segnato la letteratura statunitense. Il saggio, che raccoglie un ciclo di conferenze sulla « letteratura dell’appartenenza », si sofferma sulla costruzione sociale e culturale dello Straniero da un punto di vista storico e letterario, in una terra dove tanti erano stranieri. Analizzando alcuni classici statunitensi – setaccia tra le altre opere di Faulkner, Hemingway e Harriet Beecher Stowe – denuncia le rappresentazioni razziste, gli stereotipi e la romanticizzazione della schiavitù.

Oltre a rileggere con questa lente alcuni capisaldi della letteratura d’oltre oceano, le autobiografie scritte da donne ridotte in schiavitù o il diario di Thomas Thistlewood, uno schiavista del diciottesimo secolo che annotava con la stessa maniacale cura e lo stesso distacco l’andamento del raccolto e gli stupri di schiave, Toni Morrison approda a confini, reali o metaforici, migrazioni e cittadinanza attraversoun romanzo (Lo sguardo del re) dello scrittore guineano Camara Laye.

In questo piccolo volume, Morrison ci offre soprattutto una rilettura della propria opera, spiegando ad esempio come è arrivata a trarre dalla storia vera dell’ex schiava Margaret Garner gli spunti per il suo capolavoro, Amatissima. E cerca di rispondere a una semplice – si fa per dire – domanda : « Come si diventa razzista, sessista ? Poiché nessuno nasce razzista e non esiste una predisposizione fetale al sessismo…».

 

Da un altro mondo, Evelina Santangelo, Einaudi, 19,5 euro

Un romanzo formidabile che intreccia destini e storie diverse: quella di Karolina, che ormai da troppo tempo aspetta il ritorno a casa del suo unico figlio adolescente, temendo che sia diventato un foreign fighter; quella di Khaled, un ragazzino proveniente forse dalla Siria e profugo in Europa insieme al suo amato fratellino; quella,magnifica e surreale, del mistero dei bambini viventi che toglie il sonno ad un commissario siciliano.

Una descrizione frammentata, marginale, eppure potente del mondo che viviamo: anche quando le tre storie finiscono per incontrarsi,l’inquietudine, le contraddizioni e le domande rimangono. I gesti contro la legge vanno condannati anche quando difendono i diritti di tutte e tutti? Le leggi disumane che invisibilizzano le persone vogliono in realtà trasformare i corpi e le storie in fantasmi? Sbarchi di migranti, raduni neonazisti, conflitti, paure, fragilità: come racconteremo questo mondo alle bambine e ai bambini che intanto ci guardano? Quali sono i nemici e i fantasmi che ci spaventano? Qual’è l’antidoto alla paura dell’altro? Le pagine di Evelina Santangelo sono un atto di resistenza che aiuta a restare umani.

 

Addio fantasmi, Nadia Terranova, Einaudi, 17 euro

Dopo tanti libri per ragazze/i, e un unico meraviglioso romanzo (“Anni al contrario”, Einaudi), Nadia Terranova torna a cimentarsi con la narrativa per adulti. La storia è quella di Ida che – dopo tanto tempo – rientra a Messina, nella sua casa natale, e si ritrova a fare i conti con il passato. Sua madre è ancora là, quasi ingombrante, in uno spazio che negli anni è rimasto immutato; suo padre invece, scomparso quando Ida era adolescente, non è mai tornato. Per uscire da una vita che ha smesso di funzionare, Ida deve imparare a disfarsi del passato, delle cose, delle domande ossessive senza risposta: un capro espiatorio alimenterà la sua catarsi. Un processo di crescita e liberazione tanto doloroso quanto necessario che Terranova descrive in maniera superba, anche grazie ad un linguaggio letterario, a tratti contaminato dall’anarchia dei sogni. Un romanzo sull’arte di lasciare andare le cose, perdersi, ritrovarsi e rinascere.

 

Cattiva, Rossella Milone, Einaudi, 16,5 euro

Potrei definire questo romanzo il racconto non convenzionale di un postparto, la versione onesta che distrugge il mito della maternità morbida e rassicurante. Ma poiché ogni esperienza di maternità (e genitorialità) è intima, soggettiva, speciale, anche parlare di stereotipi perde di senso. Certo è che in queste pagine, le immagini edulcorate e tradizionali dei primi mesi di vita della bambina lasciano il posto alla sensazione di inadeguatezza, alla rabbia, ai sentimenti feroci, al terrore,all’umanità. Nessuna donna, nessun genitore, è pronta alla rivoluzione che l’aspetta dopo la nascita della prima figlia, nessuna può arrivare preparata:è la relazione con l’altro, il figlio, l’unica che genera e cresce le madri. Con una scrittura serrata, affannosa, a tratti delirante, Milone prova a raccontare l’ambivalenza del materno. Se avessi letto questo romanzo 6 anni fa, quando sono diventata madre, mi sarei sentita meno inadeguata ma anche oggi, seppur con un po’di ritardo, e una vita che cambia nel mezzo, ringrazio Rossella Milone per queste pagine.

Vox, Christina Dalcher “Vox”, Editrice Nord, 19 euro

Al contrario delle “Ragazze elettriche” di Aldermann (Nottetempo2017), dotate di un potere nuovo ed elettrizzante, le protagoniste di questo romanzo sono state ridotte ad un silenzio elettrico. Il nuovo governo americano – infatti – non permette alle donne e alle bambine di pronunciare più di 100 parole al giorno, pena una scarica elettrica trasmessa da un dispositivo che è obbligatorio portare al polso. Anche Jean, famosa neurobiologa, smette di vivere in pubblico, di parlare,di lavorare fino a quando non trova il modo di dare forma alla propria rabbia, di protestare e di ribellarsi. Un romanzo attualissimo sull’importanza delle voci, della comunicazione, della protesta.

 

Zeina, Nawal al – Sa’dawi, Atmosphere Libri, 17 euro

Arriva in Italia Zeina della scrittrice egiziana Nawal al-Sa’dawi, libro da lei scritto nel 2009. Ancora una volta protagonista è un donna, Budur, borghese e critica letteraria, che in gioventù si era innamorata perdutamente di un giovane rivoluzionario, da cui ha una figlia, Zeina che però è costretta ad abbandonare. Si troverà sposata con un personaggio illustre del mondo letterario, che non ama ma che le garantisce una tranquillità emotiva e finanziaria. Ma la vita non è mai così semplice, Zaina diventerà una delle cantanti più importanti dell’Egitto, mentre Budur si troverà a combattere con una società fortemente religiosa che la vuole relegata ad un ruolo subalterno. Anche in questo libro la scrittrice affronta una dura critica alla religione imposta, all’ipocrisia degli uomini religiosi che stuprano bambine povere e sono dediti ai peggio peccati. Sulla sfondo una rivoluzione che sta sempre per venire che porterà i quasi 3 milioni di bambini che vivono per strada e i milioni di poveri a rovesciare una società ipocrita e repressiva.


Dispersi, Inaam Kachachi, Brioschi, 18 euro

La dottoressa irachena Wardiya Iskander si trova a più di 80 anni a dover scappare da un Iraq ormai diventato invivibile. Atterra all’Eliseo da Sarkozy, la Francia la sta accogliendo perché cristiana, le darà una casa e una piccola pensione per continuare a vivere. Ma la dottoressa Iskander non avrebbe voluto lasciare il suo Iraq, è li che è diventata la prima ostetrica donna del paese. In realtà non avrebbe voluto fare neanche questa professione, avrebbe preferito insegnare ma il fratello aveva notate le sue capacità scolastiche così le aveva permesse, anzi imposto di continuare a studiare e diventare medico.  Ragazze con i capelli corti, lisci o ricci, vestiti senza maniche, gonne a campana che arrivano al ginocchio. Un abbigliamento che era considerato decente e che seguiva la moda degli anni Cinquanta così come si vedeva sulle riviste femminili che arrivavano dal Cairo.  E’ così che Wardiya affronta l’Università per poi trovarsi a lavorare per oltre 30 anni come ginecologa in un piccolo paese dell’Iraq, Diwaniya.  La scrittrice Inaam Kachachi ci regala una bellissima sagra che racconta un Iraq dagli anni 30 ad oggi. E lo fa attraverso una donna forte, determinata che si troverà a lavorare con tante altre donne diverse. Ma l’Iraq in questi decenni ha attraversato anche tanti cambiamenti, guerre, occupazione che hanno portato i figli, le figlie e la famiglia della dottoressa ad essere dei Tashari, cioè dei Dispersi nel mondo. 

 

Mariolina Venezia, Rione Serra Venerdi, Einaudi, 17,50 euro

La Piemme Immacolata Tataranni può risultare antipatica e mal vestita, ma il suo lavoro lo sa fare bene. In un appartamento del Rione Serra Venerdi viene ritrovata cadavere una sua vecchia amica del liceo, la serratura è chiusa dall’interno senza nessun segno di infrazione.  La scrittrice Mariolina Venezia torna in libreria con un nuovo giallo che vede protagonista la piemme della Procura di Matera Immacolata Tataranni. Ci troviamo nel Rione Serra Venerdi, un tempo considerata la periferia di Matera, ora i sassi sono diventati luoghi turistici e fonte di denaro. Un giallo appassionato ma che ha anche del romanzo storico visto che ci porta a scoprire le prime rivolte contadine, i briganti, la lotta contro l’invasore Savoia. Un sud pieno di storia, una Basilicata ricca di resistenza troppe volte dimenticata.

 

Il marchio, Mariella Mehr, Fandango, 16,5 euro
Un libro bellissimo e una scrittrice avvolgente che ho scoperto grazie a Inquiete festival. Mariella Mehr racconta la storia di due ragazze, Anna e Franziska poi diventate donne entrambe rinchiuse in un orfanotrofio, chi per la persecuzione nazista chi perché portata via alla sua famiglia. Il racconto della cattiveria umana, a cui siamo soggette soprattutto come donne ma che volendo sappiamo riprodurre molto bene. La storia di un’amicizia per un romanzo che vi avvolgerà l’anima e vi succhierà piano piano. Come le piante carnivore che coltiva Anna ma che carnivore non sono, sciolgono gli insetti solo per il piacere di farlo. 

 

Elena Biagini, L’emersione imprevista. Il movimento delle lesbiche in Italia negli anni ’70 e ’80, Altera, 24 euro

Un libro fondamentale sulla storia del lesbismo in Italia negli anni 70 e 80 ma soprattutto sulle lesbiche che lo hanno animato. Perché il posizionamento è importante e definirsi lesbica oggi ha una storia di donne che si sono posizionate.

 

Gli altri libri che abbiamo amato e che vi consigliamo

 

 

 

 

 

 

Recensione di Cristina
L’animale femmina di Emanuela Canepa – Einaudi € 17,50

L’incontro a Padova tra un anziano avvocato e una studente fuorisede sarà occasione per l’autrice di andare ad indagare l’animo e i comportamenti femminili. I luoghi comuni sulle donne, il loro apparire, i giudizi maschili. Questo di Emanuela Canepa è un libro molto particolare perchè fatto di lunghi dialoghi indagatori e misogini sulle donne a cui però l’autrice riesce ad affiancare una storia d’amore del vecchio avvocato tramite la quale la protagonista potrà affrancarsi dalla sottomissione e sciogliere delle insicurezze.
L’animale femmina, ha vinto il XXX edizione del Premio Calvino – concorso letterario dedicato agli scrittori emergenti. Si legge nelle motivazioni della giuria, è “un romanzo compiuto, maturo, di esemplare nitidezza nella struttura e incisivo nella lingua, che mette in campo uno spiazzante gioco di seduzione senza sesso e che, pur attento alla psicologia maschile, dà in particolare voce, con stringente analitica, alla forza carsica del femminile”.

Recensione di Viola

Da Grande (Giuntina 15 e) di Jami Attenberg, trad. a cura di Viola Di Grado

Questo romanzo diella Attenberg (il suo quinto) è tutto narrato in prima persona dalla protagonista, Andrea Bern, attraverso dei
racconti/capitoli brevi che ne descrivono alcuni momenti della sua vita non necessariamente conseguenziali nel tempo. La cifra narrativa è
quella dell’oscillazione: l’agire di Andrea nel mondo del lavoro e delle relazioni a New York, da una parte, e l’interiorità di Andrea, che non
riesce pienamente a vivere ciò che agisce: che non riesce quindi a calzare pienamente le scarpe del “diventare grande”. Ma esiste un
momento in cui ci si realizza davvero “da Grande”? A volte sembra essere questa la domanda che sottende tutto il romanzo e che trova delle
risposte assolutamente parziali e frammentate. La cui cifra stilistica delle frasi brevi e i capitoli che si rincorrono senza una logica
temporale sembrano esserne le spie. Un libro che corre veloce, che non lascia troppo tempo alle pause, che ti divora perché rapidamente
pretende una identificazione e un’adesione nella lettrice nei confronti della protagonista. Ci si ritrova quindi a empatizzare con le emozioni
di Andrea, ma anche a empatizzare con quelle parti di sé simili ad Andrea, che non sempre riesce ad Essere.
La forza di questo romanzo è innegabile e sta anche nella traduzione di Viola Di Grado: una traduzione che immediatamente fa dimenticare di sé.
Un buon romanzo per l’estate, per fare i conti con l’età adulta.

Recensione di Cristina

Anche gli alberi bruciano di Lorenza Ghinelli – Rizzoli € 15

Che succede se un giorno torni a casa e trovi tuo padre nelle braccia di una sua studente? E’ quello che scoprirà Michele, la cui vita da giovane adolescente modello, cambierà proprio in seguito a questa scoperta. Un bellissimo libro sull’età della pubertà. Sui legami forti con i nonni, in particolare con nonno Dino, partigiano, iscritto all’ANPI che ora ha l’Alzhaimer e che torna alla realtà solo cantando Bella ciao, sui genitori che sono persone prima di essere genitori ed hanno un rapporto tra loro a prescindere dai figli. E sull’amore per la complicata Vera, che lo porterà a scoprire i suoi segreti, alcuni molto brutti. Un libro sul protagonismo dei più piccoli che spesso si trovano a subire le decisioni degli adulti, ma alcune volte, come questa di Michele, riescono anche ad essere intraprendenti e con degli ideali.
È questa la bravura di Lorenza Ghinelli: dipingere storie irripetibili e insieme universali. I dialoghi tra Michele e i suoi genitori mettono a disagio chi li legge, il rapporto tra il nipote con il nonno malato commuove fin quasi alle lacrime, la scena nella casa sull’albero trasmette una tensione fortissima. E se quando si scrive di un romanzo si deve per necessità parlare di ciò che ne emerge, il merito di Ghinelli consiste proprio – al contrario – nel non concedere mai spazio alla teoria. Non ci sono tesi sulla famiglia, sui ragazzi, sul dolore. C’è, piuttosto, la poesia di righe che sembrano versi, capaci di scolpirsi nella memoria di chi legge lasciandovi un marchio. Quello che si dovrebbe sperare sempre, arrivati all’ultima pagina di un romanzo“. (Alessandra Penna)

Recensione di Cristina

Sabbia nera di Cristina Cassar Scalia – Einaudi € 19

La Sicilia non può che continuare ad essere terra di mistero e ambientazioni noir. La protagonista è una vicequestore Giovanna Guarrasi, detta Vanina, trentanovenne palermitana trasferita alla Mobile di Catania. La città è avvolta da una pioggia di ceneri dell’Etna, quando nell’ala abbandonata di una villa signorile alle pendici del vulcano viene ritrovato un corpo di donna ormai mummificato dal tempo. Ed è così che la vicequestore si troverà ad indagare su un duplice omicidio avvenuto ormai più di 50 fa. Bellissimo romanzo, avvincente e scritto benissimo, se non fosse per l’attribuzione degli articoli ai mestieri femminili. Sono tutti al maschile, compreso avvocato, riferito alla migliore amica di Vanina. E’ molto fastidioso questo non riconoscimento dell’evoluzione della lingua italiana sulle professioni che anche l’Accademia della crusca ha ormai riconosciuto si possono declinare al femminile. Peccato!!! Speriamo nel prossimo lavoro.

Recensione di Cristina

1977. Quando il femminismo entrò in TV di Loredana Cornero – Harpo € 15

Nel 1977 il movimento femminista italiano era al suo apice, non soltanto riempiendo e dominando le piazze, ma anche riappropriandosi dei mezzi di informazione. Ed è con questa forza che, proprio nel 1977, riesce ad entrare anche in televisione e precisamente sulla rete 2 della RAI con il programma Si dice donna. Tutto inizia con l’incontro tra il direttore di rete all’epoca Massimo Fichera e l’unica capostruttura donna in Rai Marina Tartara. Come regista e conduttrice viene scelta Tilde Capomazza, nella redazione giornaliste di ‘Noi donne’ e di ‘Effe’, storiche del femminismo, responsabili di associazioni, creatrici di riviste di filosofia delle donne, dirigenti dell’Udi, giovani donne che in seguito saranno chiamate a ricoprire ruoli istituzionali, culturali e politici. Una redazione di donne unita dalla comune attiva partecipazione al movimento femminista. E per quattro anni, fino al 1981, Si dice donna sarà proprio la voce del movimento femminista in Tv. Loredana Cornero, ricostruisce questa storia sotto forma di racconti personali delle protagoniste. Ne escono le problematiche solite, poche donne tecniche che possano far si che tutto il programma sia esclusivamente femminile, discussioni su come vestirsi o come condurre o su quale forma televisiva si avvicina più alle donne. I temi trattati sono tantissimi, da quelli culturali, filosofici, poetici a quelli politici alle inchieste sul lavoro nero, alla questione in quegli anni dirompente come l’approvazione della legge 194 per l’interruzione volontaria di gravidanza. E sarà proprio su questo argomento che nel 1981 la trasmissione, dopo mesi travagliati, verrà interrotta. L’italia e la politica stanno cambiando e le donne come spesso accadono devono uscire dalla sfera pubblica per tornare a quella privata. Bellissimo e importante libro di Loredana Cornero che mette un altro tassello per quella storia del protagonismo delle donne e del femminismo che spesso rimane in sordina.

Qui il saluto di Tilde Capomazza per la chiusura della trasmissione
http://www.teche.rai.it/2018/03/tilde-capomazza/

Recensione di Viola

 

Dolore Minimo – GIOVANNA CRISTINA VIVINETTO
Interlinea 12€

con la presentazione di Dacia Maraini

Una raccolta d’esordio bellissima di una poeta, Giovanna Cristina Vivinetto, del 1994. Il libro, diviso in tre sezioni principali (cespugli di infanzia, la traccia del passaggio e dolore minimo ), esplora attraverso le liriche la grande questione del diventare una Persona. Le fatiche, i dolori “minimi” e  le rinascite all’interno del movimento perpetuo della ricerca della propria identità. Una identità (anche lirica) che si costruisce (e decostruisce) a partire dall’esperienza della transizione, raccontata con una  grande autenticità e verità dell’esperienza del corpo e della mente, e a muoversi intorno al tema del mutamento: uno sguardo a una se stessa bambina, a una se stessa natura, figlia e madre. Nei versi avanza l’ipotesi vitale  di essere “madri di se stesse” (cit. Dacia Maraini) attraverso i passaggi dall’infanzia all’adolescenza.

“[…] Divenni indovina, un’altra Tiresia.
Praticai l’arte della veggenza,
mi feci maga, strega, donna
e mi arresi al bisiglio del corpo
– cedetti alla sua femminea seduzione.

Fu allora che mia madre
si perpetuò in me, mi rese figlia cadetta del mio tempo,
in cui si può vedere bene a patto
che si vaghi in tondo, ciechi
– che si celi, proprio come Tiresia,
un mistero che non si può dire.”

I versi, anche formalmente elaborati, non lasciano spazio a parole non ponderate. Parole che scavano nel corpo e nelle emozioni anche della lettrice, che così ritrova – e perde continuamente – quella sè più piccola, più grande, più figlia e madre, più libera e autentica. Grazie a Giovanna Cristina Vivinetto che della sua esperienza individuale ha saputo trarne un’opera poetica di altissimo livello, incisiva e vera anche per le sue lettrici. Curatissima anche la scelta dei versi usati in esergo alle sezioni poetiche. Fra tutte spiccano le parole di Adrienn Rich:

“Non è il déjà vu che uccide
è la preveggenza,
la testa che parla dal
cratere.”