Sangue Giusto

“Sono le nostre frontiere. Quelle che abbiamo fatto finta di togliere….Ora sono i CIE la frontiera d’Europa. I bastioni della nostra identità. Di noi che godiamo dello Stato di diritto e mica siamo nazisti….Però, guarda un po’, nei CIE non ci finisci se commetti un reato, ci finisci per quello che sei. Perché sei un clandestino”

In questo nuovo bellissimo romanzo Francesca Melandri svela gli scheletri nell’armadio di una famiglia benestante romana e fa luce sul passato rimosso di un paese intero, il nostro: “Tutto è a disposizione, nulla è segreto… basta cercare”.
Una trama strutturata, avvincente e complessa, attraverso la quale l’autrice riassume quasi un secolo di storia italiana: la retorica fascista del “posto al sole” e l’occupazione in Etiopia, gli stupri di massa, i gas, la guerra, e poi la malacooperazione fatta di scandali e affarismo, Tangentopoli, i governi Berlusconi, per finire con le traversate del Mediterraneo, che separano i CIE nostrani dai lager libici.
Pagine coinvolgenti, cariche di umanità, in cui si alternano passato e presente, personale e politico.
Uno sguardo di genere attento, consapevole del fatto che, in ogni guerra, il primo trofeo è sempre rappresentato dai corpi delle donne.
La scrittura lucida, mai noiosa, che interroga chi legge e denuncia le complicità e i legami tra colonialismo storico e migrazioni attuali. Una storia che ci riguarda tutte e tutti, anche se godiamo dello stesso privilegio della voce narrante, bianca, benestante e nata con il sangue giusto.

Il ministero della suprema felicità

Finalmente Arundhati Roy torna in libreria dopo 20 anni dal Il Dio delle piccole cose con un romanzo complicato, intrigato e profondo. E lo fa prendendo parola su tutto quello che sta succedendo in questo momento in India, dal dibattito sulle caste, alla guerra d’indipendenza del Kashmir, al clima prima dell’elezione del primo ministro Narendra Modi, alle multinazionali che stanno mangiando l’India e distruggendo le sue bellezze, al sanguinoso rapporto induisti/musulmani, alle discriminazioni di genere. Ci mette tutto dentro, come se non ci fosse un domani. Protagonista è l’hijra musulmana Anjum, che nascendo ermafrodito decide di lasciare la famiglia che la voleva uomo per crescere donna in una comune. Ma a Anjum oltre al corpo le sta stretta anche la comune, decide così di uscire fuori e di vivere New Dehli con i reietti come lei, gli intoccabili. La scoperta di una bambina abbandonata la porterà a conoscere Tilottama e la sua storia d’amore per due uomini. Ma sopratttuto  la lotta, la resistenza ma anche le torture subite per la guerra in Kashmir, molto presente in questo romanzo di Arundhati Roy. Bisogna avere pazienza per leggere Il mistero della suprema felicità, immagino come per vivere in India. Lentezza e pazienza per arrivare fino in fondo e scoprire quanto la felicità sia delle piccole cose che difficilmente i regnanti possono capire ma che i reietti possono invece costruire. Così Anjum cercherà di realizzare in un cimitero una piccola convivenza tra i vivi e i morti, come se solo da questa unione si possa realizzare il Ministero della suprema felicità.

Stupor Mundi

Stupor Mundi è un fumetto ambientato nelle Puglie di Federico II all’inizio del tredicesimo secolo. In questa cornice storica in cui si mescolano fatti e finzione, Neijib ci racconta la storia di Annibale Qassim El Battuti, uno scienziato arabo in fuga dalla propria terra e pronto a tutto per portare a compimento le sue ricerche. Sotto la critica feroce dell’oscurantismo si cela anche una critica dell’egoismo di chi porta avanti la propria missione creatrice, a discapito di tutto il resto. Non è dato sapere dove finisce il vero e dove inizia il falso in questa narrazione per immagini ma forse è quello che rende questo racconto così affascinante. Il disegno abbozzato e i colori semplici, potenziano le emozioni e denunciano un potere arrogante e pervasivo. La vera protagonista di questo fumetto è Houdê, la figlia di Annibale, una bambina colta e intelligente che compie un viaggio a ritroso nella propria mente che si rivelerà essenziale.

27 febbraio presentazione DWF su Simonetta Spinelli

Martedì 27 febbraio, dalle 19:00
@Tuba Bazar

Incontro a partire dalla presentazione del numero di DWF donnawomanfemme dedicato al pensiero e agli scritti politici di Simonetta Spinelli.

Insieme ad alcune della redazione di DWF (Paola Masi e Teresa Di Martino) saranno con noi Elena Biagini, Francesca Manieri, Monica Pietrangeli e Bianca Pomeranzi.
Una occasione per ripercorrere alcune tappe fondamentali del lesbismo in Italia e riprendere il pensiero di Simonetta.

Dal sito www.dwf.it
Con questa pubblicazione vogliamo raccogliere in un unico numero tutti gli scritti di Simonetta Spinelli (1942-2017) – donna importante e autorevole del movimento femminista romano e di diversi gruppi lesbici femministi – pubblicati su DWF, negli anni dal 1986 al 1998 in cui ha fatto parte della redazione.
La storia tra Simonetta e DWF è la storia di una relazione politica, un dialogo in presenza scelto come pratica, come strumento, come spazio di libertà.
Ed è proprio in virtù di queste considerazioni che abbiamo deciso di ripubblicare i suoi articoli facendoli precedere e accompagnare da una rilettura di donne che con lei hanno avuto una relazione significativa, di vecchia data, più recente, interrotta oppure continua nel tempo, comunque intensa.
Un dialogo che è anche memoria di relazioni, di luoghi e tempi condivisi, di storie che hanno fatto la Storia del movimento femminista e lesbico, ma anche di alleanze, vicinanze, distanze, conflitti.
Auspichiamo che questo lavoro permetta di riattraversare progressivamente nel tempo il pensiero politico di Simonetta cogliendone la potenza, la lucidità ma anche la dinamicità e gli spostamenti.
A cominciare dalla prima interlocuzione in cui vengono ricostruiti i nodi e le conflittualità che hanno visto protagoniste donne e gruppi femministi italiani negli anni Ottanta. Qui ritroviamo l’importanza della dimensione collettiva, della ‘piazza’, il desiderio di rimandare a ogni donna un’immagine di tanti corpi sessuati ‘in rivolta’ e la necessità di dover ricollegare a una dimensione sociale e politica le differenti pratiche delle donne in lotta per la propria libertà (Cacioli, Masi). Un primo tentativo di sistematizzare una storia politica, e contemporaneamente raccontare la storia di una vita, che ricordiamo così: segnata da standard politici elevati (Borghi), in cui era impossibile disgiungere politica ed emozione (Manieri), capace di insegnare e di giocare (Mascat), una storia “che contiene anche la mia” (Billi).
Ancora il numero ci dice della radicalità del movimento lesbico nel femminismo, del suo sentirsi rivoluzionario, dei suoi silenzi e le sue perdite attuali (Manieri), dell’ambizione di fondare una via lesbica alla comune libertà femminile (Pomeranzi). Vengono interrogate le urgenze attuali del lesbismo, tra la questione dei diritti e la sovversione del desiderio, si ripercorrono le progettualità e le alleanze degli ultimi anni, rivolgendosi al pensiero di Simonetta come a un pensiero vivo, loquace, capace di interloquire a distanza di anni con il suo rigore e la sua ironia dissacrante (Pietrangeli).
Ci piacerebbe che questo numero fosse importante anche per le donne più giovani che attraversano oggi il movimento femminista, non solo per l’attualità che abbiamo ritrovato in alcuni pezzi ma anche per la passione basata su una materialità di relazioni, di pratiche e di esperienze che Simonetta ha saputo e sa trasmettere.
Molte donne si ritroveranno ancora e si arricchiranno nel confronto con il pensiero e la storia politica di Simonetta. Noi ci riteniamo delle privilegiate perché l’abbiamo conosciuta. Insieme ai suoi scritti, ci piace ricordarla con il suo sguardo intenso, i suoi capelli corti e grigi e una sigaretta tra le dita, pronta a qualunque confronto e ragionamento, curiosa delle altre e delle loro vite.

2 marzo Non facciamone un Lesbodramma di Frad

Venerdì 2 Marzo, ore 19:00
Tuba Bazar
Presentazione e incontro con Frad e il suo fumetto Non Facciamone un Lesbodramma (Renbooks)

Saranno con noi Chiara Sfregola (autrice di Camera Single) e Simone Tso (illustratore e fumettista) www.tso.superfluo.biz

Si prospetta come una delle chiacchierate più esilaranti dell’anno! Vi aspettiamo!

Sei una lesbica drammatica? Passi le tue giornate a disperarti per amori non corrisposti o finiti male? Questo libro non risolverà i tuoi problemi, ci dispiace. In questo volume sono raccolte tutte le vignette realizzate dalla fumettista romana FRAD per il web e per l’associazione Conigli bianchi più tantissime lesbodrammatiche vignette inedite e tanto altro. Amori disastrati, lesbodrammi, sfighe varie e vagine parlanti sono solo alcune delle divertenti disavventure che l’autrice ha portato tra le pagine dei suoi fumetti, rendendo “Non facciamone un lesbodramma” un piccolo cult nella comunità LGBT italiana.

FRAD (Roma, 02 Aprile 1987) Dopo aver frequentato la scuola di Comics di Roma inizia a pubblicare vignette di satira politica grazie ad Arci Solidarietà. Nel 2017 lancia su Facebook la sua pagina FRADART iniziando la pubblicazione di “Non facciamone un lesbodramma” che in breve tempo approda sul sito LezPop con un gran successo di pubblico, tanto da consentirle di autopubblicare una raccolta delle prime vignette che va a ruba in pochi mesi. Tra i suoi prossimi progetti, ma che molto drammaticamente lei considera un sogno nel cassetto, c’è la realizzazione di una graphic novel ma nel frattempo continua senza sosta a sfornare vignette per il web.
Le sue storie inventate sono tutte realmente accadute.

Corpi sonori

“Non siamo una minoranza, siamo le alternative Perché tante sono i tipi di relazioni quanti se ne possono immaginare”.

Dopo City&Gender, la fumettista francese Julie Maroh torna con un bellissimo fumetto ambientato a Montréal. Ventuno racconti che compongono un ritratto dell’amore versione queer. Troppie, poliamorosi e non, anziani e giovani, persone di origini diverse e diverse abilità, trans, androgini si ritrovano alle prese con storie d’amore o di sesso. I bellissimi disegni sono in bianco e nero, lo sfondo seppia o blu cambia con le stagioni, a volte i tratti sono sfocati come i generi, a volte si fanno più precisi, ci traghettano in questo viaggio dove i corpi si desiderano ed esplorano possibili che raramente ritroviamo nelle pagine dei libri. Da leggere assolutamente.

La mia ciclotimia ha la coda rossa

“Le etichette sono un peso terribile perché ti feriscono, ti stigmatizzano. Ma al contempo ti definiscono, ti aprono delle possibilità”.

La fumettista francese Lou Lubie ci racconta con questo graphic novel dal tratto semplice e simbolico un percorso lungo sette anni per arrivare alla diagnosi della sua ciclotimia e imparare a conviverci. Con un espediente geniale Lou Lubie dà alla sua malattia i tratti di una volpe mutevole, e ci regala delle bellissime tavole in bicromia (nero e arancione), nonché un’introduzione alla ciclotimia, un disturbo bipolare ancora poco conosciuto. Un vero e proprio saggio di divulgazione scientifica, accessibile a tutti i lettori grazie ad aneddoti autobiografici ed umorismo. Il tono di questa avventura, a tratti drammatica, è infatti sempre ludico e auto-ironico permettendo così a tutti di poterlo apprezzare.

Frantumi

Ha senso rimettere pezzi di sé al loro posto nei buchi lasciati sul corpo? Ha senso fare domande sul passato? Cosa ci manda letteralmente in pezzi? Esiste un tempo e un luogo sospeso in cui darsi la possibilità di riacquistare una interezza tale da affrontare la vita, i suoi dolori, le sue passioni, i suoi colpi? Frantumi è tutto questo. Un’opera disegnata magistralmente da Rita Petruccioli, che esordisce così con la sua prima storia lunga, che tra colori e tratti netti riesce a esprimere esattamente il senso della sceneggiatura  di Giovanni Masi, che racconta i frantumi in dialoghi essenziali senza mai perdersi nella vacuità della non narrazione. I personaggi rimangono attaccati addosso, con una mia particolare predilezione verso Laila, eroina in occhiali da sole, ferita e coraggiosa.

Il frutto della conoscenza

Il frutto della conoscenza è un fumetto godurioso, da leggere per tanti motivi. Innanzitutto perché si tratta di un’opera intelligente e divertente, dedicata a un argomento appassionante ma troppo spesso trascurato: la fica.
Strömquist, fumettista e femminista svedese, ci regala un volume atipico e necessario in cui racconta come secoli di patriarcato abbiano condizionato la sessualità delle donne e influito sulla costruzione di un sapere sul sesso e sul piacere, sempre in chiave eteronormativa.
Il libro è diviso in capitoli che approfondiscono, in una prospettiva storica, temi come l’orgasmo, le mestruazioni o la misconoscenza della clitoride. Un vero e proprio manuale adatto a tutte le età, dall’adolescenza in su. Il lavoro  di Strömquist, che cita accuratamente le sue fonti ed è corredato da una bibliografia, decostruisce pregiudizi e stereotipi.
Le tavole alternano il bianco e nero al colore, lasciando tanto spazio al testo, quasi a significare quanto la mente abbia invaso lo spazio del corpo. Il fumetto è pervaso dall’ironia dell’autrice che ci regala aneddoti tremendi in modo gustoso e ci ricorda che la vulva non sempre è stata oggetto di censura.

Il morso della reclusa

Si inizia su un’isoletta islandese, dove il commissario Adamsberg trascorre una vacanza lontano dalla sede parigina dell’Anticrimine. La calma prima della tempesta, che assume ancora una volta tratti animaleschi. Un gatto molto pigro, dei pesci morti, una coppia di merli, dei blaps, scaraffaggi che si nutrono di escrementi di ratti, un ragno impaurito – la reclusa – il cui morso necrotico può rivelarsi fatale. E che sta facendo un po’ troppe vittime ultimamente, scatenando lunghi dibattiti online tra i fautori della mutazione genetica dovuta al riscaldamento globale e quelli che incolpano i pesticidi.
Per cercare di tirare il filo, non basteranno al commissario Adamsberg la sua squadra, l’intuito e il dono di vedere nella nebbia, dovrà anche riesumare un antico trauma. Difficile dire di più senza dirne troppo .Se non che questo romanzo sguazza nelle acque torpide della violenza contro le donne e dei legami familiari, con tanto di dati, senza essere scontato. Un motivo in più per leggerlo.