11 novembre: Il morso di Simona Lo Iacono

Sabato 11 Novembre a Tuba alle ore 19:00.
Presentazione de’ Il Morso
Atterra una delle scrittrici più amate, Simona Lo Iacono
(già autrice di “Le streghe di Lenzavacche” Edizioni E/O) a presentare il suo ultimo lavoro, Il Morso (Neri Pozza) insieme al suo Pupo Siciliano. Insieme presenteranno il libro, sarà tutta una sorpresa!

Palermo, 1847. Lucia Salvo ha sedici anni, gli occhi come «due mandorle dure» e una reputazione difficile da ignorare: nella sua città, Siracusa, viene considerata una «babba», ossia una pazza. La nomea le è stata attribuita a causa del «fatto», ovvero il ricorrere di improvvise e violente crisi convulsive, con conseguente perdita della coscienza.
Il «fatto» aleggia sulla vita di Lucia come un’imminenza sempre prossima a manifestarsi, un’ombra che la precede e di cui nessun medico ha saputo formulare una diagnosi, a parte un tale John Hughlings Jackson che al «fatto» ha dato un nome balordo: epilessia. Un nome che le illustri eminenze mediche siciliane hanno liquidato con una mezza alzata di spalle.
Per volontà della madre, speranzosa di risanare le sorti della famiglia, Lucia viene mandata a Palermo a servizio presso la casa dei conti Ramacca. Un compito che la «babba» accetta a malincuore, sapendo che il Conte figlio si è fatto esigente in tema di servitù femminile. Da quando, infatti, in lui prorompe la vita di un uomo, l’intera famiglia si è dovuta scomodare a trovargli serve adatte alla fatica, ma anche, e soprattutto, agli esercizi d’amore. Stufo delle arrendevoli ragazze che si avvicendano nel suo letto, il Conte figlio è alla ricerca di una donna che per una volta gli sfugga, dandogli l’impressione che la caccia sia vera e che il trofeo abbia capitolato solo per desiderio. O, meglio, per amore.
Quando il nano Minnalò, suo fedele consigliere, gli conduce Lucia, il Conte figlio le si accosta perciò con consumata e indifferente esperienza, certo che la bella siracusana non gli opporrà alcuna resistenza. La ragazza, però, gli sferra un morso da furetto. Un morso veloce, stizzito, che lo fa sanguinare e ridere stupefatto. Un gesto di inaspettata ribellione che segnerà per sempre la vita di Lucia, rendendola, suo malgrado, un’inconsapevole eroina durante la rivoluzione siciliana del 1848, il primo moto di quell’ondata di insurrezioni popolari che sconvolse l’Europa in quel fatidico anno.
Con un linguaggio incisivo ed efficace e una prosa impeccabile, Simona Lo Iacono tratteggia una storia di struggente bellezza su un personaggio storico realmente esistito: Lucia Salvo, detta «la babba». Un personaggio femminile unico, fragile e determinato, animato da una vibrante e tesa vitalità.

Simona Lo Iacono è nata a Siracusa nel 1970, è magistrato e presta servizio presso il tribunale di Catania. Nel 2016 ha pubblicato il romanzo Le streghe di Lenzavacche (Edizioni E/O), selezionato tra i dodici finalisti del Premio Strega.

14 novembre: Anche questa è Teheran, credetemi!

Martedì 14 Novembre, ore 19:00
Presentazione a Tuba di Anche questa è Teheran, credetemi! (Schena Editore)

L’autrice Leila Karami dialogherà insieme a
Marisa Paolucci (scrittrice e giornalista “Nigrizia”)
Marina Forti (scrittrice e giornalista “Internazionale”)

Questa è una raccolta di quattordici racconti tradotti dal persiano da Leila Karami che li ha selezionati in seguito alla lettura delle opere maggiori delle scrittrici più insigni dell’Iran. Alba De Cespedes, Grazia Deledda e Natalia Ginzburg sono le scrittrici italiane che più influenzano il panorama letterario contemporaneo delle scrittrici iraniane. Queste sanno adattare alla propria cultura ciò che hanno imparato dalle loro maestre, facendo emergere un vissuto, quello delle donne, assai trasversale. Ciascun racconto offre uno spaccato della realtà iraniana, rappresentata dall’odierna metropoli dell’antico paese, vuoi sociale vuoi politico, con puntuale attenzione alla condizione femminile, e ogni racconto propone una fisionomia particolare. Ciò garantisce al lettore uno sguardo complessivo sulla multiforme funzione della compresenza sulla scena storica di più generazioni di donne. Poiché lo scenario editoriale occidentale è corredato da un costante preconcetto che vede le donne musulmane sottomesse, si è scelto il titolo Anche questa è Tehran, credetemi! per ribadire che c’è un altro mondo a cui si può e si deve tendere lo sguardo.

Leila Karami è nata a Tehran nel 1971. Si è laureata in Lingue e Civiltà Orientali presso l’Università “La Sapienza” di Roma, dove ha anche conseguito il dottorato e dove si occupa degli studi di genere e della teologia femminile nell’Islam. È autrice dei seguenti articoli: I diritti umani nell’islam tra il Corano e la šarî’a in “Ragione e fede”, 2007; La giustizia di genere: trasformazioni di senso nell’islam in “Ricerche teologiche”, 2008; Uomo/donna è una divina Creazione? in “Le differenze”, 2011; Riflessioni sul femminismo islamico in Iran: voci, temi, strategie e finalità in “Atti del V Convegno della Società Italiana delle Storiche”, 2013; Il Protagonismo delle donne in Iran in “Il protagonismo delle donne in terra d’islam. Appunti per una lettura storico-politica” con Biancamaria Scarcia Amoretti, Ediesse, Roma, 2015.

Le nostre recensioni

Bianca Pitzorno, Diana, Cupìdo e il Commendatore – Mondadori – €9.5
recensione di Alice R.A.T. – 9 anni.

Ho letto il libro di Bianca Pitzorno, Diana, Cupìdo e il Commendatore.
E’ la storia di Diana, una bambina di 11 anni che vive a Lossai con la sua migliore amica, Teresa. Per colpa del patrigno, che giocando a carte ha perso la casa al mare, la casa a Ventotene, i magazzini in affitto, la casa a Lossai, l’ oro e perfino la catenella spezzata di Zelia, la sorella di Diana, è costretta a trasferirsi a Serrata dal nonno, il commendator Giuliano Serra.
Consiglio il libro alle bambine e ai bambini dai 7 anni e mezzo in poi perché è bello ed ha una bel racconto del rapporto tra Diana e il nonno che prima si stavano alla larga e poi Diana lo porta via dal manicomio, dove l’ avevano messo i parenti.

Rania Ibrahim, Islam in love – Jouvence – € 19.90
recendione di Claudia (maestra). Libro consigliato dai 16 anni

Nella Londra dei nostri giorni, due adolescenti vengono travolti dall’amore, senza capire bene cosa li spinge in modo così irrazionale l’uno verso l’altra.
Non hanno punti in comune, Mark e Laila, non dovrebbero amarsi, non dovrebbero nemmeno guardarsi negli occhi, a scuola. A dirla tutta è previsto che due ragazzi così debbano solo odiarsi ferocemente: Mark è figlio di un politico di estrema destra xenofobo. I suoi amici hanno appartamenti in cui troneggiano mezzibusti del Fuhrer, organizzano assalti in quartieri di immigrati e picchiano duro. Leila è nata a Londra ma in quei quartieri ci abita, con la sua famiglia, proprietaria di un piccolo minimarket, porta il velo e crede in Allah.
Questi due ragazzi, figli del loro tempo, si innamorano e si mettono assieme nascondendosi da tutti. Si incontrano nell’appartamento di un amico e scoprono il sesso e l’amore.
Gran parte del romanzo racconta i loro incontri, in cui fanno l’amore, imparano a conoscersi e poi rifanno l’amore, così all’infinito. Se può sembrare a tratti anche noioso questo continuo susseguirsi di sequenze descrittive e riflessive, si capisce anche come sotto i dettagli del sesso si muove un mondo fatto di sensi di colpa atroci, che vogliono una donna, fin da ragazzina, sessualmente compiacente, tutta spostata sul piacere del maschio e con spazi di riflessione su di sé, sul proprio piacere, molto ristretti e angusti. Mark invece deve fare i conti con una violenza xenofoba distruttiva innanzitutto per sé cercando un altro modo di esser maschio, anche se ahinoi, spesso la Ibrahim lo sposta dal naziskin al principe protettivo ma tanto dominatore, figure dietro le quali Leila comunque non trova centro, ma sempre dipendenza. 
Un romanzo per ragazzi e ragazze ma anche per adulti, perché è agghiacciante il senso di impotenza che scopri quando capisci che non c’è nulla attorno, che aiuti questi ragazzi a costruire una prospettiva libera e liberata.

Lucia Troisi, L’eredità di Thuban – Mondadori – € 17 – recensione Cristina

Lucia ha sempre guardato Roma da un cancello. Il cancello di un orfanotrofio, da dove pensa, ormai grande, di non poter uscire mai più. Ma non sarà così, perché Lucia è una draconiana e, seppur inconsapevole, dovrà salvare il mondo intero dall’oscurità di Nidhoggr che, imprigionato nelle viscere della Terra, vuole distruggere L’Albero del Mondo e la bellezza della Natura. Una storia che ha per protagoniste due ragazzine di 13 anni Lucia e Lidia, una storia di amicizia e di forza. Lucia potrà sconfiggere il male solo se finalmente riuscirà a credere in sé stessa, se riuscirà ad amarsi e a fidarsi della sua amica. Ambientato sul lago di Albano, ai castelli romani L’eredità di Thuban è il primo della sagra di Lucia Troisi de La ragazza del Lago. Un bellissimo racconto che vede finalmente protagoniste due ragazzine e la forza della loro amicizia.

Arundhati Roy, Il ministero della suprema felicità – Guanda – €19 – recensione di Cristina

Finalmente Arundhati Roy torna in libreria dopo 20 anni dal Il Dio delle piccole cose con un romanzo complicato, intrigato ma profondo. Protagonista è sempre la sua India, della quale la scrittrice ci dà uno spaccato totale e spietato. Arundhati Roy in questo romanzo prende parola su tutto quello che sta succedendo in questo momento in India, dal dibattito sulle caste, alla guerra d’indipendenza del Kashmir, al clima prima dell’elezione del primo ministro Narendra Modi, alle multinazionali che stanno mangiando l’India e distruggendo le sue bellezze, al sanguinoso rapporto induisti/musulmani, alle discriminazioni di genere. Ci mette tutto dentro, come se non ci fosse un domani. Protagonista è l’hijra musulmana Anjum, che nascendo ermafrodito decide di lasciare la famiglia che la voleva uomo per crescere donna in una comune. Ma a Anjum oltre al corpo le sta stretta anche la comune, decide così di uscire fuori e di vivere New Dehli con i reietti come lei, gli intoccabili. La scoperta di una bambina abbandonata la porterà a conoscere Tilottama di cui la scrittrice ci narra la sua storia d’amore per due uomini e la loro lotta, la resistenza ma anche le torture subite per la guerra in Kashmir, molto presente in questo romanzo di Arundhati Roy. Bisogna avere pazienza per leggere Il mistero della suprema felicità, immagino come per vivere in India. Lentezza e pazienza per arrivare fino in fondo e scoprire quanto la felicità sia delle piccole cose che difficilmente i regnanti possono capire ma che i reietti possono invece costruire. Così Anjum cercherà di realizzare in un cimitero una piccola convivenza tra i vivi e i morti, come se solo da questa unione si possa realizzare il Ministero della suprema felicità.

Elsa Morante, La Storia – Einaudi – €14,5recensione di Cristina

A casa mia questo libro è sempre stato un testo sacro. Per mia nonna, per mia madre, per me. Una Elsa Morante trasmessa da generazione in generazione come appunto è La Storia. Un testo che dovrebbe essere messo come obbligatorio nei licei italiani, altro che ancora I Promessi Sposi. Sicuramente in questo paese si potrebbe tramandare un antifascismo sano e ideale e non quella ambiguità post seconda guerra mondiale di cui è intrisa la nostra politica. Al centro de La Storia c’è Roma, come nessuna scrittrice o scrittore ha saputo mai più raccontare. Una Roma difficile quanto quella di Rossellini, ma anche una Roma resistente, anche nella sua profonda povertà. Una Roma solidale anche quando sembra che ormai sia abbandonata a sé stessa. Una Roma che ti fa piangere per la sua bellezza ma anche per la sua cattiveria. Ida vive a San Lorenzo, proprio in quella via dei Volsci protagonista degli anni 70, è qui che il militare del terzo Reich Gunther la violenterà. Dalla gravidanza nasce Useppe, un bimbetto malaticcio ma dai grandi occhi turchini. E’ attraverso questi occhi che Elsa Morante ci fa vedere il bombardamento di San Lorenzo, i rastrellamenti al ghetto, la ricerca di un riparo in una Roma devastata, la paura, la fame, la resistenza, i partigiani. Ma sarà proprio la fine della guerra il periodo più duro per Ida, Useppe e il cane Bella. Una Roma sola e difficile, abbandonata a sé, dove non c’è stata resa dei conti con i fascisti ma un patteggiamento che per Elsa Morante sembra abbia ucciso qualsiasi possibilità di salvezza anche per i protagonisti. Un libro molto criticato, ma un capolavoro assoluto di storia, politica e umanità. Grazie ancora ad Elsa Morante.

3 novembre: Amorucci

Venerdì 3 Novembre
ritorna SERATA AMORUCCI
L’esperimento per rieducare le ragazze e i loro amici all’amore.
Tuba Bazar -Via del Pigneto 39
dalle19 alle 24 – Ingresso Libero.

Torna Serata Amorucci, la lunga serata cult dedicata all’amore tra ragazze che vedrà varie artiste – dalla musica all’illustrazione, fino alla street art e alla poesia – interrogarsi sul tema del sentimento in chiave ironica e dissacrante.
Perché le ragazze non si innamorano più? Perché ritengono meno pornografico il cinismo rispetto al sentimento? Un ricco programma, con la direzione artistica di Giulia Ananìa.

Venerdì 3 Novembre tra gli ospiti ci saranno da Napoli le due cantautrici Fede ‘N Marlen, che porteranno un concerto completamente inedito. Cosa ascoltano e suonano quando soffrono per amore due cantautrici che nel loro bagaglio hanno musica d’autore, i cantautori sudamericani, magici come Caetano Veloso e Adriana Calcanhotto e l’antica e saggia canzone napoletana?
Altra graditissima ospite sarà l’illustratrice e street artist Cris Gucci, autrice della locandina di Serata Amorucci, la quale disegnerà delle cartoline d’amore in estemporanea, che il pubblico potrà spedire a una persona che ama.
Ci sarà poi la presentazione in anteprima nazionale della rivista di poesia su fiammifero + LUCE, progetto editoriale di Marzia Grillo, che coinvolge poetesse del calibro di Klaus Miser, Fernanda Woodman, Silvia Bre, Giulia Ananìa e Mariasole Ariot. 5 poesie nascoste in 5 scatole di fiammiferi illustrati da Elisa Talentino. Alcune poesie saranno interpretate dalla splendida voce dell’attrice Liliana Fiorelli, altre saranno portate in giro per le Vie del quartiere e fatte leggere ai passanti.

Infine ci sarà un’intervista intima e delicata a due figure di riferimento dalla vita notturna GLTB romana: Kristine Von Trois, storica vocalist del Gay Village e Francesco Mirabelli, tra gli ideatori di Glamda e Amigdala.

Si alterneranno poi vari momenti dissacranti come il generatore automatico di Dichiarazioni d’amore, il momento dei balli lenti e le selezioni musicali a base di nostalgia a cura di Giulia Ananìa.


26 ottobre: La violenza contro le donne nella storia

Verso la manifestazione nazionale a Roma del 25 novembre contro la violenza maschile sulle donne organizzata da Nonundimeno


Giovedì 26 Ottobre, alle 19:00
Presentazione e discussione a partire dal libro
La violenza contro le donne nella storia (Viella Libreria Editrice) a cura di Simona Feci e Laura Schettini.
Saranno presenti le due curatrici e Antonella Petricone della Cooperativa sociale Befree.

Il volume presenta per la prima volta un’ampia rassegna sulla storia della violenza contro le donne, esplorando sia i contesti dove questa si produce e si manifesta, e in particolare l’ambito delle relazioni familiari, sia le politiche del diritto adottate per regolarla e contrastarla. I saggi si muovono lungo un arco cronologico ampio, dalla prima età moderna al presente, e spaziano tra aree differenti del territorio nazionale. La prospettiva storica si dimostra particolarmente preziosa nell’analisi del fenomeno della violenza, perché dimostra che il gesto violento, nella sua apparente naturalità e immediatezza, assume e veicola forme, linguaggi, contenuti, valori sociali diversi secondo i contesti storico-geografici. Le stesse modalità di accoglienza o di rifiuto della violenza contro le donne da parte delle società e delle istituzioni sono storicamente determinate e altrettanto capaci di concorrere alla costruzione delle relazioni tra i sessi.

 

19 ottobre La figlia maschio

 

Gigantesca presentazione a Tuba:

Giovedì 19 Ottobre, ore 19:00 – La Figlia Maschio (Edizioni E/O)

L’autrice Patrizia Rinaldi dialogherà con Della Passarelli ( Sinnos Editrice) – Letture tratte del libro a cura dell’attrice Lucia Mascino

Al ritorno da un viaggio in Cina, Marino, un imprenditore criminale, torna con un bottino che per lui somiglia all’amore: la giovane Na. Sua moglie Felicita non riuscirà più a restare nella noia e nelle menzogne, analizzerà con cinismo il suo matrimonio bianco e con la risorsa dell’autoironia sceglierà di dirsi quello che è diventata, quello che non vuole essere più. Sergio, un inetto e affascinante dipendente dell’imprenditore criminale, scoprirà di saper combattere per quello che riconosce come il suo ultimo amore di carne e mistero.
Na, una ragazza cinese senza identità, che non è stata dichiarata al momento della nascita – come circa venticinque milioni di neonate connazionali – sceglierà di non essere più vittima della politica del figlio unico e di molto altro: da martire diventerà predatrice e userà senza pudore il corpo, le culture, la determinazione e qualsiasi altra avventura per salvarsi la vita e darle una nuova direzione.
Quattro punti di vista diversi ma complementari raccontano, alla fine, gli imprevisti di ogni esistenza.

L’autrice:
Patrizia Rinaldi vive e lavora a Napoli. È laureata in Filosofia e specializzata in scrittura teatrale. Dal 2010 partecipa a progetti letterari presso l’Istituto penale minorile di Nisida.
Nel 2016 ha vinto il Premio Andersen come Miglior Scrittore.
Per le Edizioni E/O ha pubblicato Tre, numero imperfetto (tradotto negli Stati Uniti e in Germania), Blanca, Rosso caldo, Ma già prima di giugno (Premio Alghero 2015).
Tra le sue pubblicazioni per ragazzi:
La compagnia dei soli, illustrato da Marco Paci (Sinnos 2017), Premio Andersen Miglior Fumetto 2017; Un grande spettacolo (Lapis 2017); Federico il pazzo, vincitore del premio Leggimi Forte 2015 e finalista al premio Andersen 2015 (Sinnos 2014); Mare giallo (Sinnos 2012); Rock Sentimentale (El 2011); Piano Forte (Sinnos 2009).

18 ottobre: Teatri di Vetro – Biancofango

18 Ottobre h 19 Libreria Tuba – BIANCOFANGO

Aspettando # IO NON HO MANI CHE MI ACCAREZZINO IL VISO #
PRIMO RITRATTO: Aida Talliente | Santa Giovanna dei Macelli di Brecht
SECONDO RITRATTO: Andrea Trapani | Woyzeck di Büchner

uno spettacolo di Biancofango
drammaturgia Francesca Macrì e Andrea Trapani
regia Francesca Macrì
con Aida Talliente e Andrea Trapani
collaborazione al progetto Aida Talliente
costruzione scene Teatro della Tosse
luci Gianni Staropoli
suono Umberto Fiore
direzione tecnica Massimiliano Chinelli
produzione Teatro dell’Elfo, Fattore K, Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse

in collaborazione con Armunia, La Città del Teatro di Cascina, Teatri di Vetro, Twain Residenza di Spettacolo dal Vivo a Ladispoli
Aspettando l’anteprima a Romaeuropa Festival e il debutto a Milano al teatro dell’Elfo, presentiamo a Teatri di Vetro, attraverso una performance all’interno di due librerie, gli attori e un ritratto del personaggio su cui, in questo nuovo progetto, hanno scelto di lavorare. Io non ho mani che mi accarezzino il viso, titolo che rubiamo con amore a una poesia di David Maria Turoldo e a una sequenza di fotografie di Mario Giacomelli, nasce infatti da una domanda posta ai due attori, Aida Talliente e Andrea Trapani: qual è il personaggio della letteratura teatrale la cui fragilità sembra riguardarti? Dalle rispettive risposte, Santa Giovanna dei Macelli di Brecht e Woyzeck di Büchner, è iniziato un viaggio dentro e nei dintorni della fragilità. La fragilità di chi ha vissuto solo tra le pagine di un libro e quella di chi, sulle assi del palcoscenico, ci mette la faccia. Dal personaggio, al ruolo, all’attore, alla persona. Lo scivolamento è inevitabile. Lo scambio è continuo. E non si sa dove finisca il teatro e dove inizi la vita.