Natale 2013: letture in ordine sparso

Marguerite Duras  “Moderato cantabile” moderato cantabileModerato cantabile si apre su una stanza al quinto piano di un edificio affacciato sul mare. Una lezione di pianoforte. Un bambino. La madre. Un’insegnante. Attraverso la finestra aperta entra un grido proveniente da un bar del porto. A lezione terminata, la madre è lì sulla strada, il bambino poco distante: nella penombra del locale, un uomo è riverso sul corpo senza vita di una donna, la bocca sbavata del sangue di un bacio, il sorriso quasi estatico sulle labbra di lei. Questa la scena primaria – si direbbe “del crimine” – a cui Anne Desbaresdes, la madre, assiste come rapita. Non vi sono molti altri elementi narrativi. Non sappiamo bene cosa sia successo alla donna del caffè, né quale relazione sia intercorsa con quell’uomo. Si tratta di un’altra storia di cui Marguerite Duras tace, non dice. Il caffè in cui si è compiuto il fatto diventa nei giorni seguenti la méta delle passeggiate di Anne col bambino, e il luogo dell’incontro con Chavin, un operaio dei cantieri della città portuale in cui si svolge il romanzo. Sullo sfondo di una vicenda soffocante per l’incapacità dei protagonisti di decidere del proprio destino, la sonatina del Diabelli nel suo movimento Moderato cantabile – che il figlio di Anne sta imparando a suonare – rappresenta la malinconica certezza che ogni cosa alla fine deve restare com’è, se non c’è il coraggio, la forza di seguire il proprio desiderio, per quanto scabroso esso sia.

Bastien Vivés “Polina” In bilico tra diversi modi di intendere la danza, tutti esterni a lei, la protagonista si trova a compiere passi sempre più difficili sul palco come nella vita, in un cammino spesso incerto, ma che si delinea con chiarezza solo una volta approdata all’età adulta. Con uno stile mai uguale a se stesso, eppure sempre adatto al tipo di storia che intende narrare, Vivès rappresenta con linee essenziali il mondo di Polina, regalando figure dal design minimalista, che nonostante l’apparente semplicità stilistica, presentano un‘espressività invidiabile, scevra di ogni inutile orpello grafico.  Ecco quindi che le incertezze di Polina, così come la sua frustrazione nel confrontarsi con il terribile prof. Bojinski o l’intransigente Madame Litovski, arrivano dritte a chi legge, coinvolgendolo dalla prima all’ultima pagina nelle trame dell’anima e della vita di Polina.

Silvia Rocchi “Alda Merini Ci sono notti che non accadono mai”

Alda Merini è dipinta senza volto. Si muove tra le mura di casa, scende per le vie di Milano alla ricerca del calore di un contatto. E insieme c’è un’altra Merini – di nuovo immaginata – che si trascina collina dopo collina per conoscere da vicino amore, violenza e pietà. Grafite, colori, parole e visioni costruiscono un intimo e appassionato omaggio d’autore.

 

 

 

Marguerite Yourcenar “Memorie di Adriano” Nel suo capolavoro Marguerite Yourcenar ha espresso un rapporto totale con la cultura, con la storia, con la filosofia, con la vita degli uomini e della società. Il tutto raccontato nell’ottica della morte, che è la morte dell’imperatore Adriano, ma che è anche l’epilogo di un’epoca, di una civiltà: quella romana come quella europea moderna. L’attualità di questo libro, al di là della rievocazione storica e delle riflessioni sapienziali, sta proprio nel senso di una fine che è cominciata nel secondo secolo dopo Cristo, che si è riprodotta nei grandi drammi del Novecento e che forse riviviamo anche oggi.

 

Kristof Agota “Trilogia della città di K.” Quando “Il grande quaderno” apparve in Francia a metà degli anni Ottanta, fu una sorpresa. La sconosciuta autrice ungherese rivela un temperamento raro in Occidente: duro, capace di guardare alle tragedie con quieta disperazione. In un Paese occupato dalle armate straniere, due gemelli, Lucas e Klaus, scelgono due destini diversi: Lucas resta in patria, Klaus fugge nel mondo cosiddetto libero. E quando si ritroveranno, dovranno affrontare un Paese di macerie morali. Storia di formazione, la “Trilogia della città di K” ritrae un’epoca che sembra produrre soltanto la deformazione del mondo e degli uomini, e ci costringe a interrogarci su responsabilità storiche ancora oscure.

Elsa Morante “Isola di Arturo” Arturo, il guerresco ragazzo dal nome di una stella, vive in un’isola tra spiagge e scogliere, pago di sogni fantastici. Non si cura di vestiti né di cibi. È stato allevato con latte di capra. La vita per lui è promessa solo di imprese e di libertà assoluta. E ora ricorda. Queste sono le sue memorie, dall’idillio solitario alla scoperta della vita: l’amore, l’amicizia, il dolore, la disperazione. Secondo romanzo della Morante dopo Menzogna e sortilegio (1948), L’isola di Arturo (Premio Strega 1957) confermò tutte le qualità della scrittrice romana: l’impasto di elementi realistici e fiabeschi, la forte suggestione del linguaggio. Arturo, come Elisa in Menzogna e sortilegio, «si porta addosso la croce di far parte non di un oggi ma di un sempre».

Toni Morrison “Amatissima” Un romanzo maestoso, di straordinaria intensità, in cui si narra la vita di Sethe, una giovane e indomabile donna di colore che, negli anni precedenti alla Guerra Civile, si ribella alla propria schiavitù e fugge al Nord, verso la libertà. La sua vicenda si intreccia con quella di altri indimenticabili personaggi in un racconto che, come ha scritto nella sua Postfazione Franca Cavagnoli, curatrice del volume, “si insinua nei meandri del tempo, lasciando scaturire ora qua ora là il non detto, scaglie…

 

Virginia Woof “Gita al faro” In una sera del settembre del 1914, la famiglia Ramsay, in vacanza in una delle isole Ebridi, decide di fare l’indomani una gita al faro con alcuni amici. Per James, il figlio più piccolo, quel luogo è una meta di sogno, densa di significati e di misteri. La gita viene però rimandata per il maltempo. Passano dieci anni, la casa va in rovina, molti membri della famiglia sono morti. I Ramsey sopravvissuti riescono a fare la gita al faro, mentre una delle antiche ospiti finisce un quadro iniziato dieci anni prima. Passato e presente si intrecciano, il tempo assume un diverso significato.

Alice Munro “Nemico, amico, amante” In questa raccolta la Munro conferma le sue qualità narrandoci una manciata di esistenze dove avvenimenti inattesi o particolari dimenticati modificano il corso delle cose. Una cameriera dai capelli rossi, nuova arrivata in una vecchia dimora, viene per caso coinvolta nello scherzo di una ragazzina. Una studentessa universitaria si reca per la prima volta in visita a un’anziana zia e, riconoscendo un mobile di famiglia, scopre un segreto di cui non era a conoscenza. Una paziente giovane e in fin di vita trova un’inaspettata speranza di proiettarsi nel futuro. Una donna ricorda un amore brevissimo e che tuttavia ha modificato per sempre il suo vivere.

 

Magda Szabo “La porta” È un rapporto molto conflittuale, fatto di continue rotture e difficili riconciliazioni, a legare la narratrice a Emerenc Szeredás, la donna che la aiuta nelle faccende domestiche. La padrona di casa, una scrittrice inadatta ad affrontare i problemi della vita quotidiana, fatica a capire il rigido moralismo di Emerenc, ne subisce le spesso indecifrabili decisioni, non sa cosa pensare dell’alone di mistero che ne circonda l’esistenza e soprattutto la casa, con quella porta che nessuno può varcare. In un crescendo di rivelazioni scopre che le scelte spesso bizzarre e crudeli, ma sempre assolutamente coerenti dell’anziana donna, affondano in un destino segnato dagli avvenimenti piú drammatici del Novecento. Pubblicato in Ungheria nel 1987, ma in qualche modo disperso negli anni della transizione politica, La porta è il romanzo che ha rivelato la piú grande scrittrice ungherese contemporanea.

Carla Lonzi “Sputiamo su Hegel”

Questo volume raccoglie gli scritti firmati personalmente da Carla Lonzi e quelli firmati collettivamente dal gruppo Rivolta Femminile che, dalla primavera del 1970 ai primi mesi del 1972, segnarono una rottura teorica con “il monologo della civiltà patriarcale”.

 

Simone De Beauvoir “il secondo sesso”

Nel 1949 esce “Il secondo sesso” che fece, allo stesso tempo, successo e scandalo. Con veemenza da polemista di razza, de Beauvoir passa in rassegna i ruoli attribuiti dal pensiero maschile alla donna e i relativi attributi. In questo saggio l’autrice si esprime in un linguaggio nuovo, parla di controllo delle nascite e di aborto, sfida i cultori del bel sesso con “le ovaie e la matrice”. Affronta temi il tema della sessualità, il lesbismo, la prostituzione, l’educazione religiosa e la maternità, indicando alle donne la via per l’indipendenza e l’emancipazione. Provocando il pubblico conservatore, de Beauvoir cerca riconoscimento personale e solidarietà collettiva, e li avrà: l’opera, di respiro universale, è diventata una tra le fondamentali del Novecento.

15 dicembre: clandestini

 

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Una cavia, un furetto e un cincillà capitano per ragioni diverse (uno fuggito da un laboratorio dove si fanno orribili esperimenti, un altro abbandonato dai padroni, il terzo giunto clandestinamente su una nave) nella “città degli animali”, invisibile agli umani ma ben presente in una grande metropoli, Roma.

Le loro avventure li porteranno a lottare per la vita, a sgomi- nare un complotto e a ripristinare nella comunità degli ani- mali la giustizia e l’accoglienza. Il romanzo, che ha il ritmo di una sceneggiatura, appassiona dalla prima all’ultima pagina e tocca diversi temi: nuovespeciedianimalichevivonoincittà, convivenza tra diversi, molti modi di essere una famiglia, protezione dell’ambiente, avventura e scoperta.

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Questo libro fa parte della collana Storie corsare di Edizioni corsare 

Né streghe né vampiri, maghi o elfi, queste storie sono immerse nella realtà, eppure… qualcosa ci suggerisce che forse la realtà non è solo quello che sembra, che magari, guardando meglio…

 

 

11 dicembre: Guida alla Roma ribelle

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Rosa Mordenti, Viola Mordenti, Lorenzo Sansonetti e Giuliano Santoro, 

Presenta Igiaba Scego

Da Menenio Agrippa alla Basilica di Massenzio, da  Giordano Bruno, al cimitero acattolico, dai quartieri popolari della Resistenza, alle piazze dei punk, scopriamo insieme la vocazione sovversiva e libera di Roma. Un viaggio attraverso i luoghi ribelli che compongono una città fin’ora mai raccontata prima, che va ben oltre il suo noto centro storico.

12 dicembre: DWF

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 DWF. Una serata da TUBA
Giovedì 12 dicembre
Una serata da trascorrere insieme.
Al centro le parole e le pratiche di una rivista storica del femminismo.

Ore 18.30
DWF presenta i primi due numeri del 2013
Spazi e Relazioni dell’agire politico. Tra radicalità, esperienza e conflitto.
Ragionando delle forme dell’agire politico femminista, emerge con chiarezza un tratto distintivo: la capacità di mostrare le connessioni, le dinamiche tra i fattori e i concetti che guidano le pratiche.
Pensiamo, in particolare, a “radicalità, esperienza e conflitto” precisamente in questa sequenza.
Perché parlare ancora di relazioni? Perché è da qui che siamo ripartite per essere efficaci in un sistema e in un tempo che sanno più di sconfitta
che di vittorie, che raccontano, in nostra assenza, di noi e dei nostri corpi.
Si è scelto così non tanto di restituire delle riflessioni compiute sulle pratiche di relazione in atto nella nostra politica, quanto di metterle in scena, di abbandonare il linguaggio già consolidato e rassicurante dell’analisi per entrare in quello del dialogo vivo di donne che si confrontano sulle forme e sulle pratiche delle loro relazioni in atto. Sfumano i contorni noti in cui si struttura il pensiero per lasciare spazio alla vivacità della scena di una relazione, senza mediazioni.
Una finestra aperta alla possibilità di una nuova nominazione.
Intervengono:
Barbara Leda Kenny
Danila De Angelis
Serena Fiorletta
Femministe Nove
Ore 20.00
Aperitivo con musica di Marta She Bop
Ore 22.00
Super Riffa di autofinanziamento